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Campagne e Cascine, vincono Bellini-Tiberti

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Folta partecipazione di equipaggi alla venticinquesima edizione del Campagne e Cascine 2017, ultimo appuntamento valevole per il Campionato Italiano di Regolarità Auto Storiche: 151 le vetture al via, domenica 8 ottobre, dalla sede della società Canottieri Baldesio di Cremona, un numero di tutto rispetto se si pensa che la coppia Fortin-Pilè si era già laureata campione al Valli Biellesi – Oasi Zegna.

A vincere sono stati Bellini-Tiberti su Fiat 508 C, portacolori della scuderia Franciacorta Motori, con sole 286 penalità e una media di 3.07, primi anche nella Classifica Top Car. Secondi, distaccati da soli due centesimi di secondo, Aiolfi-Zambianchi, su Autobianchi A112 Abarth; terzi Patron-Tecchio su Renault 5 Alpine 8, anche loro beffati da appena un centesimo. Prime, invece, per la Classifica Equipaggi Femminili, Bignetti-Ciatti su Alfa Romeo Giulietta Spider Veloce.

Tempi e prestazioni notevoli per una gara considerata tra le più difficili (ma anche divertenti e imprevedibili), non solo del calendario di campionato italiano, ma di tutto l’anno “regolaristico”.

Boscone, Torre, Soldi, Le Motte, Salera, Montanara, Galli, Bosco… non sono strafalcioni scritti di getto, ma solo alcuni dei nomi delle tante cascine che, per una domenica, si sono prestate a terreno di gara per auto storiche incuranti di ghiaia, terra, fieno, mucche, galline e polvere. Cascine che hanno spesso spaesato, divertito o preso alla sprovvista persino i più impavidi top driver, con prove incessanti su tubi disposti in maniera molto tecnica, come da tradizione per la Scuderia 3T di Cremona. Tubi che, per l’edizione 2017, sono saliti a 100, aumentando di conseguenza la difficoltà della gara.

Altra caratteristica del Campagne e Cascine: il percorso non si ripete mai per tutta la durata della gara, e gli equipaggi percorrono poco meno di 200 km in poco più di sei ore, perennemente in prova, persino durante i trasferimenti. Questo “essere sempre in prova”, come si dice nel gergo dell’ambiente, richiede una grande concentrazione sia al pilota sia al navigatore. Il primo non può permettersi di pensare ad altro se non a effettuare un passaggio perfetto sul tubo, il secondo non può assolutamente sbagliare direzioni, indicazioni o ingressi nelle cascine, perché a quel punto la penalità diventa automatica e determinante per la classifica. Così, dopo soli 3 settori, gli equipaggi hanno dovuto affrontare l’ultima sfida: il Trofeo Circuito Cittadino, nel centro di Cremona, dove la carovana è arrivata a fine gara accolta dalla folla assiepata dietro alle transenne. Quattro prove secche prima della sfilata, nella centralissima piazza Stradivari. Vincitori del Trofeo, i campioni italiani 2017 Fortin-Pilè su Fiat 127.

Testo di Himara Bottini, foto di Roberto Deias


Coppa Franco Mazzotti, due giorni in atmosfera Mille Miglia

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Il prossimo 21 e 22 ottobre – una settimana prima dell’imperdibile appuntamento con Automotodepoca 2017 a Padova Fiere – si terra l’edizione numero nove della Coppa Franco Mazzotti, gara di regolarità che porterà sulle strade della provincia di Brescia una tipica atmosfera da Mille Miglia.

Dopo il successo del 2016 anche quest’anno il Club della Mille Miglia “Franco Mazzotti”, sodalizio dedicato a uno dei quattro “moschettieri” fondatori della corsa, ha organizzato l’evento su due giorni, con due tappe che vedranno impegnati i più forti campioni della regolarità: tra questi Andrea Vesco e Andrea Guerini (vincitori nel 2016 e, trionfatori, quest’anno, a Terre di Canossa1000 Miglia e Gran Premio Nuvolari), Francesco Di Pietra, Nino, Margiotta, Giovanni Moceri e Mario Passanante, Alberto Aliverti, Andrea Belometti, Bruno Ferrari, Gianmarco Fontanella, Alessandro Gamberini, Osvaldo Peli, Ezio Salviato, Sergio Sisti e Lorenzo Turelli. Si segnala anche la partecipazione di Arturo Merzario, portacolori della Scuderia Brescia Corse.

La corsa prevede 92 Prove Cronometrate, due Prove di Navigazione a media imposta e 7 Controlli Orari, distribuiti in 280,46 chilometri. Il tracciato si snoda su due tappe con partenza dal Museo 1000 Miglia e arrivo a Sirmione (167 chilometri); quindi partenza da Sirmione e arrivo all’aeroporto di Ghedi (113 chilometri).

Le iscrizioni si sono chiuse l’8 ottobre. Alla manifestazione è ammesso un numero massimo di 100 automobili di, stradali e da corsa, costruite fino al 1985.

IL PROGRAMMA

Venerdì 20 ottobre. Ore 17 – 19, verifiche presso il Museo 1000 Miglia.

Sabato 21 ottobre. Ore 7:30 – 10, verifiche presso il Museo 1000 Miglia. Ore 10:30, partenza prima vettura. Passaggi successivi: Gussago, Castegnato, Ospitaletto, Rovato, Chiari (Villa Mazzotti), Capriolo (sosta per il pranzo), Adro, Corte Franca, Passirano, Paderno Franciacorta, Rodengo Saiano, Concesio, Bovezzo, Nave, Caino, Vallio Terme, Gavardo, Villanuova sul Clisi, Puegnago del Garda, Polpenazze del Garda, Soiano del Garda, Calvagese della Riviera, Padenghe sul Garda, Lonato del Garda, Desenzano del Garda e arrivo a Sirmione (con pernottamento).

Domenica 22 ottobre. Ore 9, partenza prima vettura da Sirmione. Passaggi successivi: Peschiera del Garda, Pozzolengo, Monzambano, Valeggio sul Mincio, Marmirolo, Volta Mantovana, Cavriana, Solferino, Castiglione delle Stiviere, Carpenedolo, Montichiari, Ghedi e arrivo all’Aeroporto Militare di Ghedi.

Alvise-Marco Seno

Gli 80 anni di Giovanni Rana: i dipendenti gli regalano una Renault 4

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Il 15 ottobre, l’industriale della pasta Giovanni Rana ha compiuto 80 anni. Nato a Cologna Veneta nel 1937, il “re del tortellino”, insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e di quello di Cavaliere del Lavoro, ha creato un impero diventando uno dei simboli del Made in Italy nel settore gastronomico.

Rana si è sempre contraddistinto anche per la sua singolare strategia di comunicazione: essere sempre visibile come il volto principale della sua azienda e, come dichiarato più volte, Non smettere mai di sognare!”.

Nei primi anni 60, all’inizio dell’attività – cominciata da un piccolo laboratorio – Giovanni Rana percorreva le strade della campagna veronese per consegnare i suoi prodotti nei casolari sparsi per il territorio. Sua fedele compagna di viaggio era una Renault 4, di colore grigio.

Negli anni il business è cresciuto e oggi Giovanni Rana guida una multinazionale con filiali in tutto il mondo. Il successo di quest’impero si basa anche (per non dire, soprattutto) su un aspetto importante del rapporto imprenditore-dipendente: una relazione a carattere quasi familiare con i suoi collaboratori.

I suoi collaboratori hanno voluto festeggiare gli 80 anni del loro boss con un regalo speciale: una Renault 4 (rigorosamente con targa di Verona) del tutto simile all’esemplare da lui utilizzato agli inizi della carriera.

Fonte: L’Arena

Alvise-Marco Seno

Eleganza a Stresa, “Best of Show” a una Lancia Astura Castagna del 1933

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Si è tenuto nell’affascinante cornice del Lago Maggiore l’undicesima edizione del Concorso d’Eleganza di Stresa, evento clou degli appuntamenti del Classic Club Italia. È il sesto anno che le storiche si incontrano al Regina Palace Hotel per un weekend all’insegna dell’eleganza automobilistica.

Una quarantina di automobili, spaziando da una rarissima Rolls-Royce Silver Ghost carrozzata Griffith del 1923 a una Ferrari 400i del 1983 (rara versione con cambio meccanico), hanno riempito i giardini di uno dei più prestigiosi alberghi della cittadina piemontese, di fronte alle Isole Borromee, e sfilato per il pubblico con l’appassionata descrizione di Franco Ronchi, Socio Fondatore e Presidente del Registro Touring Superleggera.

Se – purtroppo – la presenza di auto anteguerra non è stata numerosa come sarebbe lecito attendersi (ma la qualità degli esemplari in concorso ha ampiamente supplito alla questione) ampia e variegata è stata la partecipazione di vetture, marchi e nazionalità rappresentate: Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Mercedes, Jaguar, Triumph, Studebacker, Moretti, Siata, Rolls-Royce Ford, Dino e Volkswagen. E, nella più consona atmosfera di un evento del genere, rievocando la tradizione del Concorso d’Eleganza che tanto animava la passione del periodo d’oro dell’automobile, alcuni partecipanti hanno presenziato in abiti d’epoca. Il marchio Zagato era presente come special guest e trait d’union tra l’antico e il moderno con uno esemplare (di soli 9 costruiti) dell’Alfa Romeo TZ3 Stradale del 2011.

Il parterre ha proposto automobili di gran classe: da una eterea Lamborghini Miura P400 conservata (ma superata, per grado di conservazione, da una rara BMW 2000 CS) a una Moretti 750 restaurata con grande professionalità (scoperta dopo cinquant’anni di letargo), che si è trovata in uno scontro diretto contro un’altrettanto affascinante Lancia Flaminia Cabriolet Touring 2.8 3C; da una Porsche 911 2.4 T del ’73 a una rara Sunbeam Venezia del ’64.

I VINCITORI

Tra le quattro classi del Concorso (Pre War; 1950 – 59; 1960 – 69 e 1970 – ’79), la preziosa Lancia Astura Torpedo Gran Sport Castagna del 1933, già vincitrice a Villa d’Este e a Pebble Beach, non ha avuto rivali per la conquista del titolo di “Best of Show”; ammiratissima anche una Triumph Italia del ’59, presentata dal suo elegante proprietario. La rara coupé inglese carrozzata Vignale ha vinto la sua classe senza alcun dubbio tra i giurati.

La Lancia Flaminia Cabriolet Touring del ’64 e una Lamborghini Urraco del 1970 hanno trionfato nei rispettivi raggruppamenti.

Premio per la migliore auto conservata è stato assegnato alla già citata BMW 2000 CS del 1965 di un collezionista ticinese, giudicata in ottimo stato di conservazione nonostante oltre quarant’anni di vita sulle strade. Il premio del pubblico ha infine eletto una prestigiosa Dino 246 GTS del ’73, presentata da un giovanissimo appassionato.

I PREMI DI RUOTECLASSICHE: OMAGGIO A GIANNI MAZZOCCHI
Anche noi di Ruoteclassiche abbiamo voluto dare un riconoscimento alla passione dei partecipanti, approfittando della presenza di due automobili idealmente collegate a Gianni Mazzocchi, fondatore di Quattroruote e tra i pionieri del collezionismo di auto storiche in Italia.

Sono state così premiati con un abbonamento annuale della nostra rivista un’Alfa Romeo Giulietta I Serie del ’58 (automobile immortalata sul primo numero – Febbraio ’56 – del mensile Quattroruote) e una Studebacker Champ del 1950 (modello collezionato dallo stesso Mazzocchi).

Alvise-Marco Seno

A Volandia il nuovo Museo Bertone

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S’inaugurerà sabato 21 ottobre a Volandia, il museo del volo (e non solo) a poche centinaia di metri dalle piste di rullaggio dell’aeroporto di Malpensa, una mostra permanente con i gioielli della collezione Bertone, dichiarata patrimonio nazionale nel 2011andata all’asta a fine settembre 2015 e acquistata dall’Asi per oltre 3,4 milioni di euro. Negli storici edifici delle ex officine Caproni saranno ospitate 76 automobili, una moto e una bicicletta.

La rassegna anticipa un altro importante evento che si terrà il 3 marzo 2018: l’inaugurazione del nuovo padiglione Asi – Bertone del complesso museale, interamente dedicato al carrozziere torinese. I pezzi da collezione della carrozzeria fondata nel 1912, quindi, hanno finalmente trovato la loro collocazione definitiva dal soggiorno temporaneo di Caprie (in Val Susa) presso i locali della ex Stile Bertone (fallita nel 2014; il marchio Bertone, andato all’asta a fine 2015, è stato venduto all’esterno ma se ne ignora il nuovo proprietario).

Sono attese a Volandia, tra le altre, la Lamborghini Miura S del ’67, l’Alfa Romeo Giulia SS del ’63, Lancia Stratos HF e una serie di prototipi. Tra questi BMW Birusa, Porsche Karisma, Ferrari 308 GT4 Rainbow, Aston Martin Rapid Jet e la Jaguar PU99.

Alvise-Marco Seno

Coppa Milano-Sanremo 2018: aperte le iscrizioni

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Sono ufficialmente aperte le iscrizioni alla Coppa Milano – Sanremo 2018, manifestazione di regolarità turistica nuovamente a calendario delle gare di regolarità dopo sette anni di oblio. La storica manifestazione, tenutasi per la prima volta nel 1906, si terrà tra il 22 e il 24 marzo 2018 su un percorso di 600 chilometri che attraverserà tre regioni, Lombardia, Piemonte e Liguria. La corsa assegnerà anche la Coppa delle Dame.

Alla manifestazione saranno ammesse solo 100 automobili, costruite tra il 1906 e il 1973 e regolarmente in possesso di passaporto F.I.V.A, o di fiche F.I.A. Heritage, o di omologazione A.S.I., o fiche A.C.I. Sport, o appartenenti ad un registro di marca.

IL PROGRAMMA
L’appuntamento è fissato per giovedì 22 marzo 2018 all’autodromo di Monza (dalle ore 8 alle ore 12:30), dove avverranno le verifiche tecniche e sportive dei partecipanti. Non solo: contemporaneamente il programma prevede anche una serie di giri liberi in circuito (dalle 9 alle 13).

Nel pomeriggio avrà luogo una parata per il pubblico (si comincia alle 13.30) che, dal circuito transiterà per il centro di Monza e raggiungerà il cuore di Milano, il Quadrilatero della Moda, via Montenapoleone, Corso Vittorio Emanuele e il Castello Sforzesco, ideale “traguardo” del defilé dove (dalle 16 alle 18) le vetture saranno presentate una per una.

La partenza è programmata per venerdì 23 marzo da Piazza Castello: alle ore 8 la prima vettura prenderà il via alla volta del primo traguardo di tappa a Rapallo: l’arrivo è previsto tra le 17 e le 18 nel centro città.

Sabato 24 marzo, alle ore 9, le storiche ripartiranno verso Sanremo, dove la prima vettura è attesa nel tardo pomeriggio. La sera, gran gala finale e premiazione dei vincitori.

Complessivamente l'”ardimentosa passeggiata” proporrà uno sviluppo competitivo di 70 prove cronometro. Gli organizzatori Maurizio Cavezzali e Giampaolo Sacchini promettono un percorso altamente divertente per apprezzare il piacere della guida e un’ospitalità top per i partecipanti “Ogni serata avrà il suo codice di eleganza e sarà marcata l’impronta glamour sulla gara, come è sempre stata la Milano-Sanremo” – dice Cavezzali.

TURISMO E PRESTIGIO
La Coppa Milano – Sanremo, disputatasi tra il 1906 e il 1973, rappresentò, in passato, una fortunata alchimia di ingredienti speciali che la resero un evento di successo fin dalle prime edizioni: il valore turistico dei territori attraversati, i partecipanti (nel 1933 vi prese parte il Principe Adalberto di Savoia, vincitore di quella edizione), la Coppa delle Dame (una rarità nelle competizioni dell’epoca, in cui una donna al volante rappresentava “quasi” uno scandalo) e la caratura delle automobili in gara (Alfa Romeo 6C e 8C, Lancia Lambda e Aurelia, Ferrari 166).

Fermata definitivamente dalla Crisi petrolifera degli Anni 70, è ritornata in forma rievocativa (ma sempre con la stessa formula) nel 2003 e si è tenuta fino al 2011.

Alvise-Marco Seno

Auto e Moto d’Epoca 2017: si prepara l’evento fieristico dell’anno

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Fervono i preparativi per l’evento fieristico più importante a livello nazionale e tra i più importanti nel panorama internazionale di fiere dedicate al veicolo d’epoca e da collezione: Auto e Moto d’Epoca 2017, in programma dal 26 al 29 ottobre 2017 a Padova Fiere, sarà per quattro giorni punto di riferimento a livello europeo per la passione per auto e moto classiche.

L’edizione 2016 ha portato a Padova oltre 130.000 visitatori, una presenza ufficiale di 16 marchi automobilistici – che hanno esposto, oltre a vetture storiche o d’eccezione, le novità di mercato – e 5.000 veicoli in vendita. Ma la 34esima edizione di annuncia ancora più intensa.

LE NOVITA’ DEL 2017
Subito all’ingresso del quartiere fieristico i visitatori incontreranno Future Hub, spazio espositivo dedicato alle auto ibride ed elettriche di oggi (saranno esposti modelli di Porsche, Smart, Volvo e Volkswagen) e del prossimo futuro. A fianco, i giovani potranno trovare un’iniziativa dedicata tutta per loro: AME U30, è innazitutto punto di incontro e discussione (partecipano anche start-up ad alto tasso di innovazione) dove i ragazzi potranno approcciare le tematiche dell’auto, della mobilità, del design e della moda. E nella sezione MyFirstClassic troveranno una serie di servizi e informazioni dedicati a quanti stanno pensando di compiere il primo passo nel mondo dell’automobile classica.

Auto e Moto d’Epoca sarà un’occasione per vivere il fascino di un’esposizione museale ma anche per esplorare le opportunità offerte dal mercato. L’organizzazione ha predisposto le nuove Classic Square e Area S per i dealer europei e la nuova Area N per i privati con auto in vendita. Con loro un parterre di 600 tra ricambisti e venditori di oggettistica.

L’importanza della rassegna si conferma la partecipazione di ACI e ACI Storico (che quest’anno si estende a tutto il Padiglione 3) con un fitto programma di eventi, presentazioni, dibattiti, talk show e premiazioni. La giornata di sabato, in particolare, sarà dedicata alla Formula 1 e vedrà un intervento dei protagonisti della serie, tra cui Giancarlo Minardi.

Nell’ambito del weekend fieristico si segnala, infine, la presenza della casa d’aste Bonhams: lo specialista britannico organizza per sabato 28 ottobre una importante vendita all’incanto con 60 vetture di grande lignaggio.

LE CASE UFFICIALI
Come da tradizione consolidata, Auto e Moto d’Epoca vedrà anche la presenza delle Case Madri di molti brand del mercato attuale. Una opportunità per esporre le vetture della loro storia (provenienti dalle collezioni ufficiali e dai musei deputati alla conservazione del loro patrimonio storico) ma anche per presentare alcune delle ultime novità introdotte nelle grandi rassegne internazionali.

Sono attesi Audi (con i modelli sportivi di ultima presentazione, RS3, RS5 e TT-RS), Citroën (in esposizione la nuova C3 Aircross e i festeggiamenti per i 50 anni della Dyane), Jaguar (nuova E-Pace e la monoposto Formula E), Maserati, Mercedes-Benz (che ad Automotodepoca celebrerà 50 anni di AMG ed esporrà SLS Coupé,  CLK 63 e GT R), Pagani Automobili (anteprima italiana della Huayra Roadster), Peugeot (la nuova 308 GTi by Peugeot Sport, una 309 GTI 1.9 prima serie del 1987 e il prototipo 305 V6), Porsche, Tesla e Volvo (dalla P1800 alla nuova XC60). A questi si aggiunge FCA Heritage: la divisione dedicata al Classic del Gruppo porterà le moderne Alfa Romeo 4C Spider e Abarth 124 Spider e con cinque vetture che hanno fatto la storia: dalla  Fiat 525 SS del 1931 all’Alfa Romeo 33/3 Le Mans del 1970.

Alvise-Marco Seno

Auto e Moto d'Epoca 2017: si prepara l'evento fieristico dell'anno

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Padova 2017, Bonhams punta sulle italiane

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La casa d’aste inglese Bonhams, una delle tre più importanti al mondo nel campo delle auto storiche, debutta sabato 28 ottobre ad Auto e Moto d’Epoca di Padova con una vendita ricca di vetture italiane, anche se la più significativa dal punto di vista collezionistico (è quotata tra i 750.000 e 950.000 euro) è una Mercedes-Benz 300 SL Roadster del 1957, modello che proprio quest’anno compie 70 anni di vita (ne parliamo ampiamente su Ruoteclassiche di questo mese). Una vettura in ottimo stato di conservazione e un basso chilometraggio.

MASERATI 3500 GT

Tra le rarità italiane (31 lotti in tutto su 60 vetture in catalogo) spiccano invece una serie di modelli che non è facile trovare in vendita. Tra questi spicca una Maserati 3500 GT Spyder carrozzata da Vignale nel 1960, una delle 242 costruite (è stimata tra i 600.000 e 700.000 euro) con una quotazione in linea con i prezzi attuali di mercato di questo modello ma in una condizione da concorso fuori dal comune.

1962 Lancia Flamina Sport 3C

Altra auto interessante è una delle circa 400 Lancia Flaminia 3C Sport carrozzate Zagato nel 1962 (era dotata di tre carburatori Weber 35DCN, al posto del singolo Solex), considerata tra le più belle vetture realizzate dall’atelier milanese. Per lei la richiesta varia dai 400.000 ai 500.000 euro.

1953 Alfa Romeo 1900C Sprint Coup

Leggermente inferiore la quotazione di una delle 100 Alfa Romeo 1900C Coupé del 1953 carrozzate da Pinin Farina (350.000-450.000 euro). Dipinta in grigio chiaro con interni in panno di lana in tinta, dopo vari passaggi di proprietà è entrata nel 1979 nella collezione di un farmacista toscano che l’ha conservata fino al 2014. I numeri di motore e telaio sono certificati dal Centro Documentazione Alfa Romeo.

1967 De Tomaso Vallelunga Berlinetta

Più rara ancora una De Tomaso Vallelunga berlinetta del 1967, una delle 50 costruite dalla Ghia di Torino, carrozzeria che De Tomaso avrebbe poi acquistato successivamente. Proveniente da una collezione di De Tomaso è perfettamente in ordine anche se non è mai stata restaurata. Viene quotata tra 200.000 e 250.000 euro.

Abarth Monomille

Se però si vuole puntare su una vera rarità senza spendere cifre elevatissime si può puntare su una delle quattro di Fiat-Abarth “coda d’anatra” Monomille GT Coupé (1963-1965) con carrozeria realizzata dalla Sibona & Basano sopravvissute. Per lei sono richiesti dai 90.000 ai 120.000 euro. Realizzata sul pianale della FIAT 600D, con una carrozzeria in alluminio fatta a mano, ha una velocità massima di 170-180 km/h a seconda dei rapporti montati, pur avendo una potenza massima di soli 60 CV.

1969 Alfa Romeo 1300 GTA Junior Coup

Interessante anche questa Alfa Romeo 1300 GTA Junior del 1969 appartenuta negli ultimi 30 anni alla stessa famiglia e con un passato documentato (180.000-220.000 euro). L’auto è offerta con documenti italiani ma non è immatricolata. Viene messa in vendita con un motore ripristinato da poco.

1970 Lancia Fulvia Rallye 1600 HF Fanalone Coup

Altra vettura da corsa italiana di grande tradizione e prestigio è questa Lancia Fulvia Rallye 1600 HF ‘Fanalone’ Coupé del 1970. Si tratta di una vettura originale, dotata di un motore appartenuto alla Squadra Corse ufficiale Lancia, espiantato dalla Fulvia 1600 HF che ha vinto l’Austrian Rally nel 1970. Sottoposta lo scorso anno a un restauro totale, viene stimata da Bonhams tra i 120.000 e i 160.000 euro.

1965 OSCA 1600 GT Berlinetta

Piuttosto rara anche questa Osca 1600 GT Berlinetta del 1965, una delle 21 Coupé realizzate dalla Carrozzeria Fissore. Sicuramente originale nella forma, è stata di uno stesso proprietario dal 1978 al 2016. Perfettamente conservata, viene quotata dai 160.000 ai 200.000 euro.

1961 Lancia Flamina Touring Convertible

Tra le offerte di vetture italiane da segnalare anche una Lancia Flaminia Cabriolet del 1961, una delle 421 2,5 litri a carburatore unico realizzate dalla carrozzeria Touring. Giudicata in condizioni eccezionali, viene stimata tra i 160.000 e i 190.000 euro.

1982 Lancia 1982 Lancia Delta 1600 GT BlindataArmoured

Curiosa invece l’offerta di questa Lancia Delta 1600 HF del 1982 blindata, usata dai Carabinieri a Napoli e con la scritta dell’Arma sulla fiancata. Immatricolata in Grecia, viene stimata 12.000-18.000 euro.

Gilberto Milano

 

Padova 2017, Bonhams punta sulle italiane

1982 Lancia 1982 Lancia Delta 1600 GT BlindataArmoured
1961 Lancia Flamina Touring Convertible
1965 OSCA 1600 GT Berlinetta
1970 Lancia Fulvia Rallye 1600 HF Fanalone Coup
1969 Alfa Romeo 1300 GTA Junior Coup
Abarth Monomille
1967 De Tomaso Vallelunga Berlinetta
1953 Alfa Romeo 1900C Sprint Coup
1962 Lancia Flamina Sport 3C
MASERATI 3500 GT

Lupo d’Abruzzo, la (bella) storia di Berardo Taraschi

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Se nasci a Tossiccia (un piccolo paese in provincia di Teramo, in Abruzzo) nel 1915, in linea di massima aprire un’azienda automobilistica non è la prima cosa che ti viene in mente di fare. Tuttavia, se la passione per la meccanica ce l’hai nel sangue, allora è tutta un’altra storia. È infatti da qui che Berardo Taraschi ha iniziato la sua “lunga corsa”.

Lo ricordiamo perché nel 2017 cadono due anniversari che lo riguardano: il ventesimo dalla sua morte, e il settantesimo dalla fondazione della sua azienda automobilistica, la Meccaniche Taraschi, nata nel 1947 come semplice officina, a Teramo, e poi sviluppatasi fino a produrre auto in proprio.

Durante la sua adolescenza, nonostante il parere contrario dei genitori, Berardo Taraschi si iscrive all’istituto tecnico locale per soddisfare il desiderio fortissimo di apprendere i segreti della meccanica. Una passione profonda la sua che grazie a questa esperienza scolastica si rifletterà in futuro nella capacità di elaborare i motori di motociclette ed automobili.

Finita la scuola, dopo il servizio militare, apre così un’officina motociclistica per creare motori da competizione. A 19 anni partecipa alla sua prima gara, la prima di una lunga serie che lo porterà a competere in circa 70 gare e a conquistare oltre 20 premi.

Nel 1938 consegue il secondo posto nel Campionato Italiano di Velocità Classe 500. Nel 1939 costruisce la “Moto Taraschi 500″, e inizia a gareggiare anche in auto vincendo il “Volante d’Argento” su una Topolino Fiat 500.

Nella sua officina non si limita più a riparare motociclette, ma inizia anche a venderle. Durante la II Guerra Mondiale partecipa alla campagna russa come ricognitore motociclista e subito dopo il conflitto riapre l’officina.

È nel 1947, 70 anni fa, che trasforma la sua attività in una Casa automobilistica specializzata nella produzione di auto da corsa. Risale a quell’anno la produzione della Urania, la prima biposto 750 Sport, un modello che porta il nome del colle Urania, nei pressi di Teramo. Parte dalla base meccanica della Fiat 500 Topolino, ma il motore è il Bmw R75, mentre la carrozzeria è firmata dal milanese Venanzio Pozzi, affiancato da Giovanni Foschini.

L’11 aprile 1947, a bordo di una Urania, Taraschi ottiene il terzo posto nel Circuito di Piacenza, compiendo il giro più veloce. Il modello viene poi perfezionato con uno specifico telaio a struttura tubolare che porta alle Urania della seconda generazione, modificate per rispettare nuovi regolamenti della categoria Sport.

Tante le vittorie conseguite nel 1949: nel 9º Giro di Sicilia, nel Circuito di Reggio Emilia, nel 1° Circuito del Castello di Teramo, nel 2º Gran Premio di Napoli , nella 3ª Coppa delle Dolomiti , nel circuito di Pescara e nella Cronoscalata di Caltanissetta.

L’azienda vola. Taraschi ha già sfidato gli avversari nella Formula 2 con un motore di cilindrata 500 sovralimentato con compressore; comincia a pensare a una vettura per la Formula 3. L’esperimento però non va bene: le Urania-Bmw sono auto difficili da guidare e le vendite diminuiscono.

Sempre nel 1949 Taraschi, tramite il giornalista Giovanni Canestrini, stringe un accordo con i fratelli Attilio e Domenico Giannini: nasce il modello Giaur (nome derivante dalle parole Giannini e Urania) che unisce il meglio del telaio della Meccaniche Taraschi al motore della Casa romana. Ne vengono prodotti più di 50 esemplari, alcuni dei quali esportati negli Stati Uniti dove conseguono oltre 120 vittorie, che si aggiungono a quelle numerosissime ottenute in Italia.

Nel 1951 la Giaur vince il Campionato italiano della classe Sport 750. Campionato che Berardo Taraschi vincerà come pilota nel 1954. Nasce la scuderia “Squadra Taraschi”.

Gli anni Cinquanta sono gli anni della biposto Champion, della monoposto Red Blitz e delle partecipazioni alla Formula 1. Nel 1957 inizia la produzione delle monoposto destinate alla Formula Junior. Cessa la collaborazione con la Giannini, ma la produzione continua con il marchio Taraschi fino al 1962, quando, dopo oltre 150 vittorie nel mondo decise di porre fine alla sua carriera di pilota e alla sua attività di costruttore. Lì, in Abruzzo, dove tutto era cominciato.

Elisa Latella

Lupo d’Abruzzo, la (bella) storia di Berardo Taraschi

1degCC 1949 Taraschi Vescovo e Prefetto 300 dpi cd

Legge stabilità 2018, nuova stretta per le auto storiche?

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Nuove tasse in arrivo per le auto storiche e per i beni da collezione? Le ultime indiscrezioni  stampa, oggi è il turno del Sole 24 ore, sembrerebbero più tranquillizzanti, ma appare comunque chiaro che collezionisti di auto d’epoca, di opere arte, orologi e mobili antichi siano finiti sotto la lente di ingrandimento del fisco alla ricerca di nuove entrate.

Ad oggi la situazione non è ancora chiara ma alcuni esperti fiscalisti ai quali ci siamo rivolti per chiarimenti non hanno nascosto la loro preoccupazione: in base a quanto contenuto nel DDL per la legge di stabilità 2018 si potrebbe arrivare a concludere che una norma interpretativa – tra l’altro applicabile “ex tunc” e quindi con possibili effetti retroattivi – dell’art. 67 TUIR prevederebbe la tassazione (sia ai fini Irpef che di eventuali addizionali locali) delle plusvalenze conseguite dai privati con la cessione di oggetti d’arte, antiquariato e da collezione. Sia nel caso tali beni siano stati già acquistati a titolo oneroso o anche semplicemente pervenuti per via successoria o donazione.

Riguarderà anche le auto storiche? Senza voler fare troppo allarmismo, la situazione è ancora fluida, sarà meglio tenere un faro acceso sulla situazione in quanto qualora sotto la categoria degli oggetti d’arte o da collezione fossero comprese anche le auto d’epoca, le eventuali plusvalenze legate alla vendita sarebbero soggette a tassazione ancorché in misura e modalità non definite.

Ma cosa cambierebbe rispetto alla situazione attuale? Di fatto verrebbe meno la distinzione tra operatore professionale (ovvero chi esercita l’attività di compravendita in modo continuativo i cui utili sono già e giustamente soggetti a imposizione fiscale) e privato cittadino. In poche parole un conto è vendere un’auto della propria collezione ogni tot anni, un conto fare il commerciante.

Se tale norma dovesse essere confermata alla fine dell’iter legislativo il signor Rossi, che magari consegue un guadagno o una plusvalenza a seguito della vendita di un bene magari ereditato piuttosto che acquistato – per esempio – vent’anni fa e ora rivalutatosi, dovrebbe pagare delle nuove tasse.

Essendo tassata la plusvalenza, tra l’altro, questo balzello sarebbe slegato dalla situazione finanziaria complessiva del soggetto e quindi colpirebbe anche chi, a malincuore, si trovasse a vendere “una tantum” un bene ereditato o acquistato in tempi meno duri per le proprie finanze.

Altro tema da approfondire sarà proprio la quantificazione delle plusvalenze che, nel caso non si riuscisse a dimostrarne il valore confrontando con documentazione a supporto prezzo dell’acquistato e prezzo del venduto, verrebbero calcolate nell’ordine del 40% del prezzo di vendita.

Siamo ancora nel campo delle ipotesi ma c’è di che preoccuparsi e non si tratta, a dire il vero, del primo nuvolone nero che potenzialmente si addensa sul portafogli del contribuente italiano in queste settimane. Nei giorni scorsi si erano diffuse voci di una tassazione aggiuntiva sulle polizze assicurative a “gestione separata” che poi sembrerebbe rientrata.

E proprio in relazione ai beni da collezione questa mattina un articolo del Sole 24 riporta cheSe fino a sabato l’ipotesi di tassazione delle plusvalenze sulle vendite di opere d’arte e sui collezionabili realizzate da privati era prevista in manovra, ad oggi nella bozza non vi è più traccia. Definitivamente? Non si sa. Certo la prima scrittura della norma, molto severa per il collezionismo privato – con una retroattività sulle opere vendute negli ultimi 5 anni e un regime Iperf ordinario e uno forfettario pesante -, ha lasciato molti operatori, professionisti e collezionisti sorpresi. L’espunzione dalla manovra pare ascrivibile al niet arrivato al Mef dal Mibact, già impegnato nell’applicazione della riforma sulla circolazione internazionale delle opere d’arte

Altro tema da valutare sarà, nel caso, quello dell’ampiezza della categoria dei beni da collezione o oggetti d’arte, considerata anche la genericità della terminologia usata dal legislatore. Rimarrebbe infatti da capire se e come le auto d’epoca, storiche o youngtimer potrebbero eventualmente sia essere comprese in tale categoria e come poi potrebbero essere distinte dalle semplici auto usate (20 anni? 30 anni? L’iscrizione Asi? Il valore?) tra i beni che rientreranno nelle fattispecie tassabili in caso di compravendita.

Tra l’altro sembra evidente che una novità del genere colpirebbe in modo certo le auto, le cui compravendite anche tra privati sono soggette a registrazione, atti pubblici e altro, rispetto, per esempio, a comò della nonna, quadri od orologi, magari dal valore molto più elevato che, grazie alla loro più semplice “portabilità”, potrebbero finire per essere venduti – sia chiaro in modo illecito – in qualche meandro del web magari con passaggi di denaro in bitcoin per eludere la nuova stretta fiscale.

E vale la pena pure ricordare che le auto storiche sono beni già tassati sia al momento della vendita iniziale sia nel corso della vita intera (bollo pagato per almeno 30 anni etc.), che fanno parte del patrimonio culturale italiano e non solo e che, non ultimo, alimentano un indotto non indifferente. Vi terremo aggiornati.

Luca Pezzoni

Legge stabilità 2018, nuova stretta per le auto storiche?

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In pista a Balocco l’italianità dell’automobile

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Pochi sodalizi, nel nostro Paese, hanno la capacità di rappresentare in modo così significativo il valore della storia dell’automobile italiana come il Club Italia. Vuoi per l’esclusività (negli anni vi hanno aderito personaggi come l’ingegner Mauro Forghieri, l’attore Renato Pozzetto o il rallysta Gino Macaluso), vuoi per le condizioni di ingresso (è necessario dimostrare di possedere una collezione di vetture storiche prodotte in Italia di alto lignaggio storico e collezionistico), vuoi per le iniziative intraprese in campo automobilistico (negli anni 90, in accordo ufficiale con Lancia, si è fatto dedicare una serie speciale – 15 esemplari – della Delta Integrale Evo; più recentemente in accordo con il Biscione si è fatto confezionare una ulteriore tiratura limitata – solo 15 unità – di Alfa Romeo 4C).

Ogni anno, per celebrare la “nostra” storia automobilistica, il Club Italia organizza una giornata speciale ad alto tasso di passione e competitività, in uno dei luoghi simbolo dell’industria automobilistica. Il centro di sperimentazione di FCA Group di Balocco, luogo “misterioso” immerso nelle risaie del vercellese, nato nel 1962 come campo di prova per i prototipi e le auto da corsa Alfa Romeo, è un piccolo tempio dell’italianità dell’auto dove, da oltre mezzo secolo, prendono forma e vita le vetture che ci rappresentano nel mondo.

È un luogo simbolo, che il Club Italia, da oltre vent’anni, con grande passione, provvede a “caricare” di ulteriore linfa vitale portando le automobili più rare e affascinanti, stradali o da corsa.

QUASI 50 MACCHINE, TUTTE ITALIANE
Così lo scorso sabato i soci hanno aperto i loro preziosi garage e portato sulle nebbiose curve dei circuiti di Balocco quasi 50 automobili per l’edizione numero 23 della Club Italia Cup, evento conclusivo della stagione: dalle Lancia Fulvia Coupé in varie declinazioni (1.3 S, 1600 Sport Zagato e HF “Fanalone”) alle Alfa Romeo Giulia e Giulietta (SS, Sprint e Sprint GTA), dalle Lancia da corsa più famose (tre Lancia Stratos, una 037, una Delta Integrale e una Delta S4) ad alcuni pezzi di elevato pregio (Fiat-Abarth 850 Coupé Stradale, Lamborghini Miura SV, Ferrari 275 GTS o Maserati 200 SI).

LE GARE
Le ostilità, apertasi a metà mattina, si sono concretizzate in una serie di manche a ripetizione per tutta la giornata. Due i gruppi (velocità e regolarità) organizzati lungo il percorso ricavato nel dedalo di circuiti dell’impianto, un emozionante mix di rettilinei e curve di tutti i gradi di difficoltà dove i piloti hanno potuto sfogare il piede destro sul pedale del gas o il dito pollice sul pulsante del cronometro.

Nel silenzio del centro sperimentale di FCA, dunque, gli ospiti hanno potuto ammirare a pieni giri i modelli da corsa esibirsi sul loro terreno ideale per la conquista della coppa della velocità, laddove le stradali hanno preferito mantenere il loro contegno di affascinanti GT e concentrarsi sulla precisione cronometrica. A coronamento delle prove, la competizione si è tinta di rosa con una agguerrita (perché numerosa) “Coppa delle Dame“, segno inequivocabile di come l’ardore che anima il Club Italia non abbia confini e sia capace di contagiare mogli e figlie in una vera passione di famiglia.

Come sempre avviene quando è la passione a fare da collante, i risultati finali sono solo un corollario alla giornata. L’importante è lo spirito che anima il Club Italia. C’è bagarre, c’è concentrazione, c’è gusto per la sfida ma c’è, soprattutto, la voglia di sfogare la passione alla guida. E la vittoria diventa un dettaglio: i vari raggruppamenti per epoca hanno visto il successo di Maserati 200 SI, Alfa Romeo Giulia GTA e Lancia Stratos; trofeo della Regolarità alla Lancia Fulvia Coupé. Coppa delle Dame alla Fiat-Abarth 850 Coupé Stradale Zagato.

Alvise-Marco Seno

 

RallyLegend, in scena i mostri sacri del rally

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È stata un’altra festa dello sport, un grande weekend dedicato alla passione rallyistica in cui la competizione vera e propria – anche se non appartenente ad alcun campionato – ha portato le emozioni alle stelle. Come vere “stelle” sono state le presenze sul Monte Titano in occasione del Rally Legend 2017: i campioni dei rally degli ultimi 30 anni e le vetture che hanno monopolizzato le classifiche – nazionali e internazionali – e i sogni degli appassionati. Ma non potevano mancare i protagonisti di oggi: si è infatti unito al gruppo anche Kris Meeke, pilota ufficiale Citroën nel Mondiale Rally 2017, quattro vittorie, a oggi, in gare iridate.

Tanti i campioni presenti: Sebastien Loeb (Citroën C4 WRC), Sebastien Ogier (VW Polo R WRC), Stig Blomqvist (Audi Quattro S1), Miki Biasion (Lancia Delta Integrale, Team Eberhard), Juha Kankkunen (Lancia Delta Integrale), Tommi Makinen (Mitsubishi Lancer), Marcus Gronholm (Peugeot 206 WRC), Ari Vatanen (Ford Escort RS), Timo Salonen (Peugeot 205 T16), Didier Auriol (Toyota Celica), Petter Solberg (Subaru Impreza WRC). Tra i Campioni di casa nostra – stelle del rally di ieri e di oggi – hanno sfilato Sandro Munari, campione nel 1977 e nel 1978, con la Lancia Stratos, Tony Fassina (Lancia Stratos), Piero Longhi (Toyota Corolla), Andrea Aghini (Citroen Xsara), Simone Campedelli (Ford Escort),  Riccardo Errani (Lancia Delta 16V), Marco Bianchini (Lancia 037), Giuliano Calzolari (Ford Escort Rs) e Davide Cesarini (Ford Escort Rs 1600)

LA CORSA
Per tre giorni il Rally Village è stato il punto di incontro di appassionati, aziende, piloti e macchine, suggellando il successo dell’iniziativa con la competizione per le strade della Repubblica. In gara, anche quest’anno, le tre categorie regine di Rallylegend: Historic, Myth e Wrc-Kit. E con le “Legend Stars” a incrementare il già alto tasso di spettacolo.

Partita nella serata di venerdì alle 19 dal Rallylegend Village, la corsa ha visto, tra le storiche, la supremazia nella prima tappa di Marco Bianchini, navigato da Daiana Dardieri, a bordo della Lancia 037 del 1985. Dopo un bel duello con Giuliano Calzolari, con Costa a fianco (Ford Escort Rs del 1981), la coppia sanmarinese ha vinto la categoria dedicata alle vetture Historic. Davide Cesarini, con Gabrielli, su Ford Escort Rs del 1973 e Stefano Rosati, con Toccaceli, su Talbot Lotus del 1979 hanno completato la “mini classifica” tutta di equipaggi di San Marino al traguardo finale.

Nella categoria Myth Simone Romagna e Dino Lamonato, con la Lancia Delta Integrale del 1990, hanno dominato tutta la corsa, mai veramente insidiati dagli inseguitori. Al secondo posto hanno concluso Loris Baldacci, con Magnani, con la Renault Clio Williams del 1998 e, sul gradino più basso del podio, l’uruguaiano Gustavo Trelles, con Del Buono, su Lancia Delta Integrale del 1990.

Luciano Cobbe, con Fabio Turco (Ford Focus WRC del 2002) è invece il vincitore della categoria WRC-KIT, davanti al danese Kristian Poulsen, con Niels Iversen, a bordo di una Toyota Corolla WRC del 1998 che, nel rush finale, superava la Renault Clio Maxi del 1993 di Nico Signorini e Leonardo Marraccini

COLIN MCRAE TRIBUTE
Quest’anno il Rally Legend ha reso omaggio alla memoria del grande campione scozzese (scomparso nel 2007 a soli 39 in un incidente aereo, campione del mondo nel 1995 con la Subaru Impreza e secondo nel ’96, ’97 e 2001), a dieci anni dalla sua prematura e tragica scomparsa. Per Colin Mc Rae c’erano a San Marino anche Derek Ringer, il navigatore con cui il compianto pilota scozzese ha vinto il titolo Mondiale 1995, e Nicky Grist. Al ricordo del grande pilota si è unita la compagine dei suoi storici “amici-avversari”, che si sono esibiti, nella giornata di domenica, in una speciale parata – la Champions for a Champion parade – organizzata durante la prova speciale “The Legend”, ognuno a bordo della vettura da lui portata al titolo iridato.

Alvise-Marco Seno

Mitteleuropean Race, ennesimo trionfo di Vesco-Guerini

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La manifestazione ha avuto il suo baricentro in Trieste, il cui golfo fa già da cornice a un altro avvenimento storico di fama internazionale, la regata velica Barcolana. Esattamente una settimana dopo, venerdì 13 ottobre, la località di Portopiccolo di Sistiana ha ospitato le verifiche sportive e tecniche. Presenti numerose Alfa Romeo 4C, iscritte alla Mitrace Cup, con classifica dedicata, voluta dalla Casa del “Biscione”, main sponsor dell’evento. La giornata è stata allietata non solo da temperature decisamente primaverili, ma anche da una conferenza tenuta dal collezionista italiano Corrado Lopresto sul tema del restauro e della conservazione di alcune delle sue autovetture, tutti esemplari unici. Alla Mitteleuropean Race, Lopresto ha partecipato, con la compagna di una vita, Elena Maggiore, a bordo di un’Alfa Romeo 6C 1759 GS Aprile del 1931.

Ma è stata la partenza dalla centralissima Piazza Unità d’Italia, considerata il salotto di Trieste, ad attirare un folto pubblico e tantissimi appassionati nella giornata di sabato 14 ottobre. Da questa location unica affacciata sul mare, ha preso il via ufficiale la competizione: 330 chilometri per un totale di 81 prove cronometrate e 2 prove di media in due giorni. I Colli orientali del Friuli Venezia Giulia sono stati il terreno di gara della prima giornata. Dal centro di Trieste a Portopiccolo di Sistiana, per poi proseguire alla volta di Cormons, gli equipaggi hanno affrontato le prime prove cronometrate sul Monte Calvario, una collina a ovest di Gorizia, sulla sponda destra del fiume Isonzo, ricordato come uno dei monti delle battaglie dell’Isonzo durante la prima guerra mondiale.

Il secondo settore si è consluso a Cormons, bella cittadina di stampo asburgico, e centro principale dell’incantevole zona collinare dei vini del Collio. Percorrendo la Strada dei Vini del Collio, con passaggi nei comuni di Ruttars, Vencò e Scriò, la carovana poi trovato ristoro nell’azienda agricola di Venica&Venica, a Dolegna del Collio. Nel rientrare a Trieste, gli equipaggi si sono dapprima sfidati in una serie di prove cronometrate, molto tecniche, poi in un controllo a timbro a Giassico e infine sono tornati in Piazza Unità d’Italia. La prima giornata della Mitteleuropean Race si è conclusa al Castello di San Giusto, con vista spettacolare su Trieste, sul golfo e sull’entroterra, dove i figuranti in costume della Compagnia de Tergeste, hanno ricreato un’atmosfera mitteleuropea molto coinvolgente.

La seconda giornata di gara, che già vedeva in testa la coppia Vesco-Guerini, dopo le prime 59 prove cronometrate, davanti ai friulani Amedeo Cicuttini e Lia Castellano su Alfa Romeo Giulia TI, e a Fabio Salvinelli e Guido Ceccardi, su Lancia Aprilia, si è spinta, come da programma, fino alle località balneari più belle della Slovenia. Le prove iniziali della mattina, tutt’altro che facili, hanno risvegliato gli equipaggi lungo la salita del Boschetto, poco prima di sconfinare in Slovenia e non prima di aver reso omaggio alla Foiba di Basovizza diventata, dopo anni di lotte, Monumento Nazionale in ricordo dei martiri delle foibe.

In terra slovena, si sono poi consumate le due prove di media, parecchio impegnative, con stradine molto suggestive compleamente immerse nella natura, tra saliscendi che hanno accompagnato gli equipaggi fino a Portorose. Località turistica slovena, dalla fine del XIX secolo è diventata uno dei centri balneari più noti del litorale altoadriatico, nonché apprezzata stazione termale. Da Portorose, dove le prove cronometrate di questa gara si sono concluse all’interno del kartodromo, i concorrenti hanno raccolto una serie di controlli a timbro nelle località di Pirano d’Istria, città natale del violinista e compositore italiano, Giuseppe Tartini, che svolse un ruolo importante nel dar forma all’eredità culturale della città, tanto da meritarsi un monumento alla memoria nella piazza principale, a lui dedicata.

E poi ancora ci sono stati dei controlli a timbro nelle località balneari di Isola d’Istria, ancora in Slovenia, e di Muggia, il comune più a sud del Friuli-Venezia Giulia, all’estremità settentrionale della penisola istriana, fino al rientro definitivo in Piazza Unità d’Italia a Trieste. Vesco e Guerini hanno mantenuto la loro leadership per tutta la durata della gara, mentre si è insediata in seconda posizione la coppia Fontanella-Covelli, su Lancia Aprilia del 1939 seguita, dopo un bel duello, da Gatta-Piccinelli su Amilcar CGSS del 1926.

Himara Bottini

Uno sguardo a Ruoteclassiche di novembre

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AU FERRARI 250 MM okE sono trent’anni! Con il numero in edicola questo mese, Ruoteclassiche raggiunge un traguardo che nel nostro settore equivale al titolo di “storicità”. Era infatti il lontano novembre 1987 quando uscì il primo numero della rivista destinata ad accompagnare tanti appassionati. Per celebrare la “raggiunta maturità” abbiamo quindi pensato a un fascicolo speciale, che riproponesse lo stesso sommario del debutto, aggiornato però con la sensibilità – e i mutamenti del collezionismo – di oggi.

Ecco quindi ricomparire in copertina la stessa Alfa Romeo 8C 2900 B Le Mans Touring di allora, ma restaurata e riportata al suo rosso scuro d’origine. Torna anche la sfida, allora non era stato ancora coniato il contenitore “Test a test”, tra due icone della sportività Made in Italy: Dino 246 GT e Lancia Stratos. Tra le “Regine del passato” nuovo spazio anche per la Ferrari 250 MM Spider Vignale, oggi riproposta in un esemplare diverso dei soli 15 costruiti.

AU DINO STRATOSChi ricorda il primo Ruoteclassiche non può ignorare il ritorno anche della Lancia Fulvia Coupé, qui nella versione Safari, che appartiene oggi a un grande campione, quel Miki Biasion che conquistò due Mondiali Rally nei primi anni di vita della nostra testata. Una mezione a parte, nel nostro fascicolo celebrativo, merita la panoramica delle nostre copertine più belle e degli articoli di cui andiamo più fieri, accompagnati dal ricordo dei direttori che si sono succeduti nella conduzione della rivista.

Ovvio però che la memoria “autoreferenziale” non potesse occupare ogni spazio della rivista. Nella rubrica di attualità “Fatti e persone” si ricorda anche la storia dell’Innocenti e i settant’anni di uno dei suoi prodotti di punta: la Lambretta. Così come alcuni degli eventi motoristici più recenti: Modena Motor Gallery, Arona-Stresa-Arona, Lamborghini & Design, Asi AutoShow, Great Wall International Classic Rally e, per quanto riguarda le gare di regolarità e i raduni, Raid dellEtna, Tropée des Alpes, Valli Biellese – Trofeo Oasi Zegna, Parma-Poggio di Berceto, Rally Elba Storico e Trofeo Milano.

Storia RuoteclassicheIl car designer della nuova “Copertina d’autore” – la penultima della serie – è Lorenzo Ramaciotti, papà tutte le Ferrari, Maserati e Alfa Romeo degli ultimi trent’anni-.

La “Tecnica” si sofferma sui freni a disco, la sezione “Vendite all’asta” sul recente evento Pandolfini a Firenze. Impossibile citare tutto di un numero che è una piccola… festa, nostra e vostra. Chiudiamo segnalando che allegato al fascicolo troverete anche l'”Indice generale” che mancava sulle nostre pagine da sette anni.

Buona lettura.

Uno sguardo a Ruoteclassiche di novembre

Storia Ruoteclassiche
RCL 30 ANNI
AU DINO STRATOS
AU FERRARI 250 MM ok
COVER INDICE

Coppa Franco Mazzotti, in 141 al via. E vincono…

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Per una volta, la quantità è stata pari alla qualità, con circa cinquanta vetture anteguerra e altrettante costruite prima del 1960. In più, al via erano presenti quasi tutti i più forti Top Driver italiani; dai siciliani Francesco Di Pietra, Nino Margiotta, Giovanni Moceri e Mario Passanante, ai lombardi Alberto Aliverti, Bruno Ferrari, Osvaldo Peli, Ezio Salviato e Lorenzo Turelli, senza scordare Gianmarco Fontanella, Alessandro Gamberini e Sergio Sisti.

Il programma, tra sabato 21 e domenica 22 ottobre, prevedeva un tour alla scoperta dei fondatori della Mille Miglia, con partenza da Brescia, pranzo in Franciacorta e pernottamento a Sirmione, sul lago di Garda.

«Ricevere, il giorno dopo la gara, decine di email di complimenti e ringraziamenti da parte dei concorrenti della Coppa Franco Mazzotti, ci ha davvero commossi, perché testimoniano i risultati della nostra passione e del nostro impegno» ha commentato il presidente del Club Mille Miglia Alfredo Coppellotti.

Come lo scorso anno e nelle più importanti gare del 2017, la vittoria ha arriso al duo bresciano, meglio valtrumplino, formato da dai due Andrea, Vesco e Guerini, su Fiat 508 S Balilla sport.

Dietro a loro sul podio, i bergamaschi Aliverti-Maffi su Fiat 508 C e i bresciani Turelli-Turelli, padre e figlio, su Fiat 508 S Balilla S. La Coppa delle Dame è stata meritatamente vinta, nonostante la nutrita concorrenza, da Federica Bignetti-Bighetti e Cristiana Cherubini, su Alfa Romeo Giulietta Spider Veloce.

A ricevere il maggior numero di applausi lungo il percorso, in ogni caso, è stato uno dei più grandi talenti espressi dall’automobilismo sportivo italiano: il grandissimo Arturo Merzario che, come sempre su Alfa Romeo, è tornato a correre per i colori della Scuderia Brescia Corse, come fece quando vinse cinque gare del Campionato Europeo Marche 1972, in compagnia di Giorgio Taglietti.

Gli organizzatori del Club Mille Miglia gli hanno fatto la sorpresa di fargli trovare sulle piste dell’Aeroporto di Ghedi – dove si sono svolte le prove finali, il pranzo di chiusura e le premiazioni – l’Alfa Romeo 33 SC 12 Campione del Mondo Sport Prototipi con la quale Merzario corse nel 1977.

Le classifiche sono disponibili sul sito www.clubmillemiglia.eu

Coppa Franco Mazzotti, in 141 al via. E vincono...

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Al via Auto e Moto d’Epoca (con la festa per i nostri 30 anni)

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Per questa trentaquattresima edizione, i numeri sono da record: 90 mila i metri quadrati di spazio espositivo, oltre 5000 automobili (e moto) esposte, provenienti da ogni parte del mondo, 16 le Case presenti ufficialmente. Solo per citarne alcune, Audi, offrirà una panoramica fino ai giorni nostri del suo impegno nel motorsport; Citroën, coronerà idealmente i 50 anni della storica Dyane con il nuovo Suv compatto C3 Aircross (anteprima nazionale); Jaguar porterà la famiglia dei Suv Pace e il suo impegno nel Campionato mondiale di Formula E; Mercedes festeggerà il suo mezzo secolo di vita esponendo le iconiche SLS AMG Coupé e CLK 63 AMG BS; Peugeot offrirà il suo tributo alla sigla 3 con una 309 GTI 1.9 degli anni 80 e il prototipo unico della 305 V6 degli anni 70; Volvo che rivisiterà i cardini della sua filosofia dei primi anni 90 – sicurezza, slancio verso la propulsione elettrica, ricerca dell’efficienza energetica – attraverso alcuni modelli di ieri (come la P1800) e di oggi (XC60 e Serie 90).

Enorme spazio avrà comunque il Made in Italy, grazie alla presenza di FCA Group con tutti i marchi della sua galassia: Abarth, Alfa Romeo, Fiat e Lancia. Rinnovato, con una “Classic Square” dedicata, il focus della kermesse verso il mercato, con 5000 auto e moto d’epoca portate da grandi dealer stranieri e da privati. Nella Galleria 78 le migliori aziende italiane ed europee offriranno un caleidoscopio di prodotti personalizzati. Oltre 600 i ricambisti/accessoristi che hanno già annunciato la loro partecipazione.

Un capitolo a parte merita la novità del ritorno in Italia, dopo quasi quarant’anni di assenza, della casa d’aste Bonhams, che sabato 28 ottobre metterà all’incanto 60 gioielli, tra i quali due Lancia di grandissimo pregio, come una Flaminia Zagato e una Touring Convertibile.

Quest’anno (più del solito) Ruoteclassiche giocherà un ruolo da protagonista: per il suo trentennale, abbiamo preparato un programma di eventi molto riccco, che culminerà alle 14.30 di sabato 28 con il taglio della torta di compleanno (siete tutti invitati!). Al nostro stand sarete accolti da un’atmosfera anni 80 e una valanga di pocorn, che degli “Eighties” furono in qualche modo il simbolo. Altri appuntamenti importanti saranno il “Question time” con i nostri esperti della redazione e il ciclo di dimostrazioni pratiche denominato “Restauro d’autore”, con specialisti che affronteranno ogni tema del ripristino dell’interno e della carrozzeria di una vettura d’epoca (anche questo al nostro stand).

In esposizione, la Lancia Fulvia Coupé Safari del 1976 del grande Miki Biasion (che ritroverete su Ruoteclassiche di novembre) e la Maserati Biturbo SI del 1987 di Alessandro Marcacci, selezionata dalla redazione come “Miss Copertina 1987″ a Verona Legend Cars, e che comparirà sulla cover del numero di dicembre.

Vi aspettiamo!

 

Mercato, andamento lento per le classiche

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Dopo anni di crescita record a doppio digit (percentuali a doppia cifra) le auto classiche confermano la tendenza del 2016 e rallentano anche nel 2017: in base ai dati rilasciati nell’ultimo report dell’operatore immobiliare Knight Frank, che periodicamente aggiorna il suo “Luxury index” confrontando un paniere di vari beni, nei primi 6 mesi il valore medio è cresciuto solo del 2%.

Un dato che, se non ci saranno grandi scostamenti nel secondo semestre dell’anno, porterà a un nuovo ribasso rispetto al 2016, quando la crescita su base annua si era fermata al 9%, già in deciso calo rispetto al 16% del 2015.

IMG_0276okOltre ai freddi numeri poi ci sono i confronti con altri beni da collezione: le auto d’epoca avevano perso la leadership già nel 2016, cedendo il primato dei beni da collezione con più alta rivalutazione annua ai vini da collezione. Ora il quadro però è peggiorato ancora e, in una ideale griglia di partenza nel primo semestre del 2017, sono precedute non solo dai vini, ma anche da arte, orologi, monete e gioielli.

Guardando questi dati si sarebbe portati a vedere le cose con troppa negatività influenzati solo dagli ultimi anni in decrescita, ma non si può non ricordare e tenere conto intanto che sempre di crescita si tratta e inoltre che, allungando il periodo di osservazione, le classiche rimangono negli ultimi dieci anni il bene che di gran lunga ha sovraperformato qualsiasi altro oggetto da collezione, con pochi rivali anche allargando lo spettro ad altri settori di investimento.

Allargando la scala di analisi su base decennale le auto svettano con +362% che ancora adesso distaccano il vino, secondo, che registra sulla stessa scala un comunque notevole +231%. Al terzo posto le monete con una rivalutazione del +182%.

Scorrendo il report si trovano altre notizie o spunti e considerazioni interessanti sia in ottica di investitore che di collezionista. Il primo riguarda l’andamento 2017 negli Usa, basandosi su dati Hagerty e Hagi, dei tre marchi di riferimento nelle storiche come Ferrari (-4%), Porsche (-2%) e Mercedes (-5%) che hanno tutti il segno negativo di fronte alla performance annua.

Tra le righe del report, che riporta anche considerazioni di Mr. Hatlapa ed esperti di Hagi (la società che fornisce i dati relativi alle auto a chi confronta i risultati) si legge di una maggiore attenzione alla selezione da parte dei clienti che si spostano da auto “prezzate a pieno” verso auto magari più commerciali ma con più potenziale di crescita.

Tra queste vengono citate auto vicine al gusto del cliente americano come Corvette o Mustang e addirittura camioncini vicino al mondo Suv come il Ford Bronco o classiche economiche come la Jeep CJ7 degli anni ’80. Vedremo se nel tempo si registrerà la stessa tendenza anche in Europa.

Anche qui occorre valutare tutto avendo ben presente il quadro complessivo: le auto del Cavallino o di Stoccarda forse stanno ritirando il fiato dopo anni di crescite record. E andando a vedere i risultati delle aste, proprio le auto di Maranello sono sempre tra le mattatrici nel segmento delle aggiudicazioni milionarie con una percentuale che supera il 60% del totale. Come dire che tutte le Ferrari vendute ad aste milionarie superano il numero di auto vendute dagli altri marchi e si tratta di una proporzione che parla da sola.

Sempre secondo questi dati il mercato sarebbe sostenuto anche dalle massicce attività di comunicazione dei costruttori nel settore che puntano a valorizzare l’heritage e le storiche. Infine, al di là dei numeri appare sempre più chiaro che a determinare il valore di un specifico modello concorrono storia e stato particolarmente pregiati. Vedi la valutazione milionaria della McLaren F1 a Monterrey o della Aston DBR1 guidata da Stirling Moss, rispettivamente per 15,6 e 22,5 milioni di dollari.

Forse la classica media statistica del pollo indica per le valutazioni delle storiche un tempo tendente al nuvoloso ma in realtà, a saper scegliere (cosa che appassionati, operatori professionali e collezionisti dovrebbero saper far meglio di investitori mordi e fuggi) ci sarà spazio ancora per ulteriori soddisfazioni.

Luca Pezzoni

Mercato, andamento lento per le classiche

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Auto Moto d’Epoca, un salto di qualità

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Non è stata semplicemente un’edizione “migliore” dell’anno scorso. Quest’anno si è respirata un’aria diversa: la sensazione dominante – che supera lo stesso giudizio positivo sulla quantità di veicoli presenti riguarda l’atmosfera. Auto e Moto d’Epoca è sempre meno “fiera” e sempre più “Salone del veicolo storico e da collezione”. Ma questa volta ha voluto darsi un contegno ancora più elevato e ha presentato al pubblico un’organizzazione della manifestazione caratterizzata da maggiore cura, contegno, eleganza.

I PADIGLIONI ESPOSITIVI
Le case ufficiali e i club/registri di marca hanno affollato di capolavori i primi tradizionali tre padiglioni di Padova Fiere, con il padiglione riservato all’Aci chiamato a fare da chiave di volta con una superba mostra di auto da Grand Prix e monoposto di tutte le epoche (dalla Bugatti 35 del 1927 a una Ferrari F399 del 1999). FCA Group (Fiat, Alfa Romeo, Abarth e Maserati), Mercedes-Benz, Porsche, Pagani Automobili, Audi, Peugeot-Citroën, Jaguar-Land Rover e Volvo hanno saputo ancora una volta creare una riuscita armonia tra sapore della tradizione e listino contemporaneo. Ce n’era per tutti: dall’Alfa Romeo 33 3 litri alla Maserati 5000 GT, dalla Porsche 911 GT1 stradale alla Mercedes 300 SL Roadster Prototipo, dalla Pagani Zonda all’Auto Union Type D, dalla Citroën Dyane alla suggestiva Peugeot 305 V6 Sport Prototipo (“uccisa” nella culla da Jean Todt per sviluppare la 205 Turbo 16 per i rally), dalle Lancia Flaminia Sport e Super Sport dello Zagato Car Club alle Alfa Romeo (tra cui un esemplare conservato appartenuto a Ferruccio Lamborghini e modificato da Scaglietti) del Registro Touring Superleggera.

MERCATO 
Dal punto di vista dell’offerta il salone padovano ha nuovamente stupito i presenti per la quantità di veicoli in offerta: dai rottami da restauro totale alle vetture classiche in condizioni “nuove” e con una manciata di chilometri percorsi (come una Volkswagen Maggiolino – relativamente moderna – con appena 70 chilometri di tachimetro, una Fiat Barchetta in condizioni “KM 0″, una Lamborghini Murcielago LP640 con 670 km percorsi o una Fiat Coupé Turbo 20V con 20.000 km), le proposte dell’aziende commerciali hanno ancora una volta coperto tutte le possibili sfumature del grado di conservazione di un veicolo. L’ampia varietà di vetture presenti, di tutti i marchi e di tutte le versioni, ha creato un portfolio multiforme di varietà davvero straordinaria e con opportunità per tutte le tasche. Analizzando lo scenario, tuttavia, l’impressione è che ormai sia pressoché impossibile fare buoni affari e chei prezzi siano tali che – non appena si scende a livelli leggermente più “umani” (ma comunque molto elevati rispetto al buon senso) – sia facile farsi ingolosire (naturalmente molti dei cartelli “VENDUTA” sarebbero stati da sottoporre a una rigorosa verifica!).

Auto e Moto d’Epoca ha messo in scena di tutto: dai persistenti prezzi folli per le vetture Porsche (le 356 – qualsiasi famiglia, A, B o C – viaggiano pressoché stabilmente sopra € 140.000, le 993 e 964 difficilmente sotto 60.000 anche se con chilometraggi importanti, le 911 Carrera 3.2 possono superare 70.000 e le 996 sono oggetto di notevoli tentativi di speculazione) ad alcuni esemplari offerti a cifre sensazionali (una Mercedes 560 SEC con 140K Km a 25.000 €, una De Tomaso Pantera GTS a 250.000 €).

La mania delkle richieste “irragionevoli” riguarda anche le vetture Alfa Romeo (57.000 € richiesti per una 75 Turbo Evoluzione con meno di 20.000 km) e, in proporzione, il Salone non sembra aver premiato le Ferrari, proposte a prezzi tutto sommato in linea con le attese del brand.

LO STAND DI RUOTECLASSICHE
Il grande stand di Ruoteclassiche ha ospitato la Lancia Fulvia 1.3 Coupé Safari e una Maserati Biturbo SI, che hanno fatto da reginette al taglio della torta per festeggiare 30 anni della rivista. La prima, esemplare di proprietà del rallysta Miki Biasion, è la protagonista del numero di novembre attualmente in edicola. Il campione vicentino della Lancia si è lasciato conquistare dalla coupé torinese per il suo allestimento semplificato che le ha dato un gusto particolare di essenzialità, caratteristica propria di una macchina da rally.

La seconda vettura, che sarà immortalata sulla cover di Ruoteclassiche del prossimo dicembre 2017, è l’auto selezionata dell’iniziativa Miss Copertina 1987 lanciata in occasione di Verona Legend Cars tenutasi a Verona lo scorso maggio. Ma non solo il passato è stato protagonista delle attività di Ruoteclassiche: nell’ambito di MyFirstClassic, la community under 35 lanciata da Intermeeting e Auto e Moto d’Epoca dedicata ai giovani appassionati, la rivista ha partecipato – attraverso il nostro Direttore David Giudici, membro di giuria – a un contest che ha visto coinvolti oltre 60 ragazzi di istituti tecnici e università nel lancio di proposte per nuovi modelli di business e soluzioni di promozione dell’auto epoca. Alcune delle idee proposte hanno già destato l’interesse delle case automobilistiche presenti.

Alvise-Marco Seno

Auto Moto d'Epoca, un salto di qualità

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McLaren F1, spunta (in vendita) un esemplare nuovo

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Lo scenario ha tutto il gusto del tanto sognato barn find (l’incommensurabile piacere di scovare – come un tesoro nascosto – un’auto dimenticata in una cantina o in un fienile dopo decenni di oblio) se non fosse che, in questo caso, si tratta di un capolavoro automobilistico ormai moderno e, particolare che rende la situazione ancora più surreale, completamente nuovo, ancora con gli imballi applicati dal costruttore all’abitacolo per salvaguardare pelle, tessuti e plastiche da indecorosi graffi prima della consegna. Perché, infatti, il proprietario della McLaren F1telaio 060 – di queste immagini ha effettivamente preso in consegna la sua vettura, salvo non averla mai targata.

Il cliente, un giapponese, nel 1997 acquistò la macchina (colore giallo Dandelion e interni in pelle grigia) ma con un unico (folle o intelligente?) obiettivo: conservarla nel suo stato originario e attendere che, con il trascorrere del tempo, la vettura acquisisse valore. Sicché il proprietario non ha percorso nemmeno un metro sull’asfalto (laddove, dichiara il dealer che ha in vendita la vettura) i 239 chilometri di tachimetro corrispondono unicamente a un test pre-consegna.

Inutile dire che lo stato della macchina è immacolato (non è mai stata immatricolata) e la sua dotazione è semplicemente eccezionale e, probabilmente, irripetibile. L’F1 telaio 060, infatti, oltre ad essere ancora ricoperta con gli imballi originali che proteggono l’abitacolo, è corredata di tutti gli accessori che venivano inclusi all’atto della consegna:

– elegante libretto istruzioni e tagliandi ancora “vergine”;
– orologio Tag-Heuer con il numero di telaio impresso sul quadrante;
– scatola degli attrezzi con componenti in titanio;
– set di valigie (rigorosamente imballato) che prendevano posto nei piccoli vani davanti al passaruota posteriore.

L’unicità dell’esemplare si completa con una serie di particolari di allestimento speciali richiesti dall’acquirente (ancora imballati):

– scarico di scorta in stile LM;
– volante di scorta in stile F1 GTR;
– sovra-tappetini;
– sedile in fibra di carbonio con logo F1 e cuscini aggiuntivi rimovibili;
– firma del progettista Gordon Murray sul fianchetto posteriore destro.

CONDANNATA A NON ESSERE MAI GUIDATA?
All’epoca avrebbe potuto essere considerato un gesto folle: privarsi del piacere di guidare un oggetto del desiderio di simile levatura, un capolavoro ingegneristico considerato tuttora, da molti, insuperato non avrebbe potuto giustificarsi in alcun modo.

Eppure, a venti anni di distanza, oggi la decisione dell’acquirente potrebbe aver generato la McLaren F1 più preziosa del mondo. Quanto potrebbe valere una McLaren F1 “nuova”? Senza dubbio “tanto”: le condizioni sono senza dubbio incoraggianti per produrre cifre anche irragionevoli.

Nel settore del collezionismo, dove anche i fondi di investimento creano collezioni milionarie e ne attendono la crescita di valore, l’indice di desiderabilità si fonda su rigorose: originalità dell’esemplare, chilometraggio più basso possibile. E quale migliore affare di una McLaren F1 che deve ancora essere targata per la prima volta a distanza di 30 anni?

L’unico aspetto “negativo” di un simile oggetto è che, ormai, il suo destino è segnato. Quest’automobile, probabilmente, rimarrà vergine per sempre per non intaccarne il valore collezionistico ed economico.

SCHIAFFO ALLE RECREATION?
Questo esemplare, inoltre, si rapporta inevitabilmente (almeno dal punto di vista della variabile “temporale”) con la moda degli ultimi tempi delle Continuation Series, “repliche originali” di storici modelli del passato, costruite ex-novo dalla Casa Madre secondo i crismi (processi artigianali, tecniche di produzione…) del progetto primigenio. L’elenco, a tal proposito, inizia ad essere consistente: Jaguar E-Type Lighweight Continuation e XK-SS ContinuationLand Rover Series IAston Martin DB4 GT ContinuationToyota Land Cruiser 70 ContinuationLister Knobbly Continuation, tutta la gamma Alvis e altre ancora).

Alvise-Marco Seno

London-Brighton, un’italiana partirà in pole

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Da Piccadilly a Oxford Circus, l’intera via verrà chiusa al traffico – dalle 10.30 alle 16 e si riempirà di auto storiche, come succede ogni anno dal 2005, in un’esposizione che ripercorrerà oltre un secolo di storia dell’automobile. Le macchine saranno innanzitutto pre 1905, dato che molte verranno giudicate al concorso d’eleganza della London to Brighton Veteran Car Run 2017. In tante sono anche iscritte alla corsa, in programma per domenica 5. La famosa galoppata dal centro di Londra fino al mare (97 km) sarà come sempre l’evento conclusivo della kermesse settimanale.

Partiranno più di 400 macchine da tutto il mondo mondo – fra le quali l’Isotta Fraschini del 1901 del nostro opinionista Corrado Lopresto, già premiata all’evento nel 2015, e una Fiat del 1899. Una novità non da poco, perché di solito ad avere il numero 1 allo start è sempre la Peugeot del 1895 della Collezione Louwman dell’Aja, mentre in questa 121esima edizione della Run sarà per la prima volta un museo italiano, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, a mettere in pole l’auto più antica. La vis-à-vis con motore Daimler è stata fra l’altro la primissima vettura a circolare nella Penisola e sarà guidata da Alessandro Rossi di Schio, pronipote del primo proprietario. Intanto l’automobile si farà anche ammirare come pezzo forte della mostra, dove si troverà in compagnia di altre “nonnine” dal Belpaese, anche loro in concorso: due De Dion Bouton, del 1898 e del 1901, e tre mezzi del consigliere Asi Domenico Paterlini, una George Richard e un triciclo Rochet, entrambi del 1900, oltre a una rarissima Aster guidata dal coordinatore Lombardia della Commissione tecnica Asi Gianluigi Vignola. Neanche a farlo apposta, le marche sono tutte d’Oltralpe, in linea con il tema della manifestazione dedicata quest’anno alla Francia.

Non ci saranno soltanto locomobili e veterane, però: al “Regent Street Motor Show” uno spazio è sempre riservato anche alle storiche da corsa e a youngtimer di particolare appeal. Non solo: dopo le parate al “Silverstone Classic” e al “Goodwood Revival Meeting”, i club britannici di riferimento raduneranno una nutrita schiera di Fiat Cinquecento anche nel centro della capitale inglese per festeggiare ancora una volta i sessant’anni dell’amatissima utilitaria Fiat. Per informazioni qui.

Venerdì 3 precederà gli eventi la consueta asta di Bonhams in Bond Street, collegata alla London to Brighton, con in vendita anche alcune vetture anciènne già pronte per prendere parte alla cavalcata. Chi comprerà avrà poi a disposizione un’area per le prove prima della Run, sabato mattina.
Laura Ferriccioli

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