È un prototipo costruito in due esemplari (di cui uno andato in qualche modo perso) la protagonista di copertina del numero di ottobre: si tratta della Citroën DS Rally Tap (1972), nata sulla base del progetto usato per sviluppare la SM e pensata per disputare i Rally del Portogallo del 1972 e ’73. La vettura, accorciata di 60 centimetri rispetto al modello di serie, sarà presente nello stand di Ruoteclassiche ad Auto e Moto d’Epoca di Padova (20-23 ottobre).
Le fanno compagnia tra le pagine la Daimler V8 250 (1967), in veste di “Regina del passato”, e un’autentica chicca ascritta alla sezione “Prototipi”: la Dino Berlinetta Speciale Pininfarina del 1965, che sarà battuta all’asta il prossimo febbraio a Rétromobile (Parigi), dopo essere stata esposta per anni nel museo di Le Mans.
Tre le “Impressioni”: la coda su strada della Daimler, ma anche la Trabant 601 S De Luxe (1988) e la Fiat 525 N Torpedo (1929). Sotto il cappello “Veicoli speciali”, presentiamo la staffetta delle vetture della Cea (il servizio anticendio sulle piste), che dall’Alfa Romeo 75 3.0 V6 America, in servizio alla fine degli anni Ottanta, è passata alla 156 GTA, schierata anche durante l’ultimo Gran Premio di Monza. Il “Test a test” è affare interamente tedesco, tra Mercedes-Benz 560 Sec (1991) e Porsche 928 S4 (1987). La nostra “Classica domani” è un’altra Citroën: la E-Mehari.
Corposa, come sempre in questo periodo, la sezione “Eventi” e “Gareclassiche”. Si comincia con due anniversari tondi, entrambi per i cinquantanni: quello del Centro Prove Opel di Dudenhofen e quello dell’Asi, celebrato in pompa magna con una serie di iniziative tra Torino (sede dell’ente) e Bardolino (VR), dove l’Automotoclub Storico Italiano è nato nel 1966. Si prosegue con i quarant’anni della mostra-scambio di Imola e le ultime edizioni della Monterey Car Week in California (per la prima volta il titolo di “Best of Show” è andato a una Lancia), del Gran Premio Nuvolari e di Passione Engadina.
Un cenno a parte meritano le sei pagine, firmate Giorgio Terruzzi, dedicate alla carriera di pilota di Paul Newman. La lettura emozionante di una “doppia vita” sul filo del divismo e della velocità.
Il “Fai da te” si occupa del maquillage delle parti meccaniche in alluminio, la sezione “tecnica” dell’alternatore. In chiusura le nostre “Aste” (ci sofferemeo su quelle di Parigi, Londra e Goodwood), il “Flashback” dedicato a James Hunt, a quarant’anni del suo titolo mondiale, la rubrica “Fatti e Persone”, il nostro mercato e le nostre preziose quotazioni.
Rircordiamo in edicola con Ruoteclassiche di ottobre, a 4,40 euro in più rispetto al prezzo della sola rivista, troverete l’allegato “Affari e Mercato” dedicato alle quasi trentenni.
Buona lettura!
Uno sguardo a Ruoteclassiche di ottobre
Paul NewmanPrototipiNate per correre1200_RCL AffariMercato Cover
Appuntamento per circa 60 equipaggi questa domenica, il 2 ottobre, a Melfi per la dodicesima edizione della Coppa d’Autunno – Memorial Francesco Solimena.
La gara è la rievocazione storica della competizione automobilistica più antica della Basilicata ed è dedicata a Francesco Solimena (nella foto), storico presidente dell’AC di Potenza morto lo scorso 5 settembre.
La tradizione del volante in questo angolo di Basilicata non è solo sportiva. Il polo industriale di San Nicola di Melfi, sorto nei primi anni novanta, ospita la fabbrica automobilistica Sata, il più avanzato stabilimento del gruppo Fiat in Italia, basato su sistemi innovativi d’automazione delle fasi produttive.
La competizione automobilistica, valida per il Primo Campionato Regionale “Raduni di precisione – Fiat Maffei Group”, è organizzata dal Club Amici Auto e Moto d’Epoca di Melfi, con il patrocinio dell’AC di Potenza, dell’Aci Storico, della Regione Basilicata, del Comune di Melfi, dell’Apt, e della Pro Loco di Melfi.
Il programma della manifestazione è stato presentato qualche giorno fa a Potenza. Presenti alla conferenza stampa il presidente dell’Automobile Club di Potenza, Moni Bevilacqua, il presidente di Aci Storico, Mario Cigliano, il presidente del club organizzatore, Felice Mallano, la rappresentante dell’Apt, Maria Teresa Lotito, e l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Melfi, Clemente Cesarano. Bevilacqua, secondo quanto scritto in una nota ha annunciato che “in occasione del primo Memorial Francesco Solimena, sarà consegnata una targa al pilota più giovane che parteciperà alla gara”, in ricordo del motto dello storico presidente dell’AC potentino, secondo cui “l’automobilismo è giovane”.
Si è conclusa con una maggiore affluenza di pubblico rispetto allo scorso anno l’edizione 2016 della mostra scambio modenese. Un evento che, oltre a contenere tutti gli ingredienti delle manifestazioni di questo tipo, punta a distinguersi come promotrice delle eccellenze locali nel campo delle auto storiche.
A cominciare dalla mostra dedicata alla “Straordinaria Motor Valley” nella quale, su 1200 metri quadrati, sono state presentate le aziende più famose della Motor Valley dell’Emilia Romagna, associazione promossa da APT Emilia Romagna. Per continuare con la presenza di alcune vetture speciali appartenenti alle collezioni private Righini, Umberto Panini e Stanguellini. A quest’ultimo costruttore il Circolo della Biella ha dedicato una mostra con un paio di vetture di grande valore collezionistico come la Colibrì del 1963, vettura da record disegnata da Francesco Scaglione, e della Eleven Type 11, vettura da corsa ideata da Colin Chapman con carrozzeria disegnata da Frank Costin nel 1961.
Celebrazioni anche per Ferruccio Lamborghini e i 50 anni della Miura, mentre la Ducati è stata celebrata con una ricca esposizione di moto. Il Museo Ames ha curato invece la mostra sulle Bubble Cars e sulla “Isetta, l’ovetto volante”. E i Musei Ferrari di Modena e Maranello hanno offerto una ulteriore presenza di rarità ai visitatori.
Rispettata anche la tradizione di Modena Motor Gallery di riservare uno spazio d’onore agli artigianidel settore. Presenti molti delle migliori firme del restauro locali mentre, per la prima volta, alcuni giovani artigiani della storica Carrozzeria Autosport di Bastiglia hanno mostrato in diretta come si batte e modella una lastra e come si salda.
La domenica è stata la volta dell’Asta benefica di automobilia in collaborazione con ACI Storico nazionale, il cui ricavato andrà all’Istituto Dino Ferrari di Maranello, per sostenere le attività di ricerca e progettazione di veicoli ad emissione zero e al Comune di Amatrice così colpito dal recente terremoto. Sempre nella giornata di domenica si è tenuta in anteprima mondiale la proiezione del lungometraggio “La Fabbrica Blu” (La straordinaria avventura delle Bugatti Automobili). In galleria era esposta una Bugatti EB110 blu.
Altra attrazione è stata la mostra “Il “garagista inglese”, Colin Chapman vs Enzo Ferrari, curata da Matteo Panini (Circolo della Biella) nella quale sono state ripercorse le evoluzioni tecniche e sportive di Ferrari e Lotus.
Miglior regalo per il suo decimo compleanno il Club Milanese Auto e Moto d’Epoca non avrebbe potuto desiderarlo: si è infatti concluso con l’ennesimo successo l’edizione 2016 del Trofeo Milano, evento che il Cmae organizza dal 2007. La formula è quella della gara di regolarità, ma gestita con un ingrediente che ormai è raro da trovare in questo tipo di manifestazioni: il piacere di guidare le proprie vetture lungo tranquille strade di campagna senza l’assillo del cronometro. Le prove di abilità e cronometriche ci sono state in occasione delle soste, ma su tutto è prevalsa la bellezza dei percorsi e l’esclusività dei punti di partenza, arrivo e di sosta.
Il via alle 95 auto partecipanti (costruite tra il 1914 e il 1973) e alle 36 moto (prodotte tra il 1926 e il 1973) è stato dato sabato primo ottobredal Galoppatoio di San Siro, alla volta di Vigevano (Pavia). Il tracciato prevedeva il passaggio da Assago, Zibido San Giacomo, Noviglio, Pasturago, Bereguardo, l’attraversamento del fiume Ticino su un tradizionale ponte di barche galleggiante (passaggio reso difficoltoso dalla magra del fiume che ha abbassato di molto il livello stradale e costretto i concorrenti a percorrerlo a passo d’uomo per non rischiare, all’ingresso e all’uscita, di “toccare” sotto alle macchine). Quindi il proseguimento per Parasacco, Borgo San Siro e Vigevano con sfilata nella splendida piazza Ducale, una delle più belle e famose d’Italia. Lungo il tracciato era prevista una ‘caccia fotografica’.
Pranzo e ripartenza verso Milano lungo l’alzaia del Naviglio Grande. L’arrivo alCastello Sforzesco nel capoluogo lombardo è avvenuto a partire dalle 16. Tra le auto, da segnalare la presenza di modelli di inizio Novecento, come la Lancia Theta Torpedo del 1914, il Fiat 15 Ter Autopompa dei Vigili del Fuoco (in divisa d’epoca) del 1916; di modelli degli anni 20 e 30 (Lancia Lambda VIII serie del 1930, Fiat 508 S Balilla Coppa d’Oro del 1934, Bentley Derby 3 ½ Park Ward del 1935, Cord 812 Sportsman del 1937); degli anni 40 (Alfa Romeo 6C 2500 Sport Pininfarina e Fiat Topolino del 1947, Lancia Aprilia del 1948) e degli anni 50 e 60 (moltissime, tra le altre una Osca MT4 del 1952, una MG TD del 1953, una Lancia Aurelia B24 Spider America del 1955, una Mercedes 300 SL Ali di Gabbiano del 1956 oltre a varie Alfa Romeo Giulietta berlina, spider, Sprint e Super Sprint). E poi Aston Martin DB5, Panhard 24 CT, Porsche 356 e 912, Ford Mustang, Alfa Romeo Duetto, Autobianchi Primula Coupé S e altre ancora. Molta curiosità ha destato la Lancia Flaminia berlina del 1962 con gancio di traino e, sul carrello, una barca a vela Dinghy d’epoca.
Vincitore assoluto della gara, l’equipaggio composto da Marco Stella e Cristina De Albertis su Lancia Flaminia Convertibile Touring del 1964, che conquista il diritto di conservare per un anno, fino cioè all’edizione successiva un “vero fiocco in marmo” di unaguglia del Duomo di Milano che, logorato dal tempo, dopo oltre 300 anni di onorato servizio è stato smontato da una guglia della cattedrale e concesso dalla Veneranda Fabbrica dl Duomo in comodato d’uso al C.M.A.E. Oltre al fiocco, la coppia Stella-De Albertis ha vinto l’orologio Breitling messo in palio dalla Casa orologiera sponsor della manifestazione. Al centro del cortile spiccava il Cinemobile del 1936, un veicolo speciale che all’epoca portava i film nelle piazze e assegnato da Regione Lombardia alla Cineteca Italiana di Milano e al C.M.A.E. per la sua valorizzazione.
Gli altri premi assegnati:
CATEGORIA VETERAN Giulio Caimi e Elena Rosnati
Lancia Theta Torpedo del 1914 n. di gara 1
CATEGORIA VINTAGE
Franco Dameno e Giovanna Rota
Ford A Roadster De Luxe del 1930 n. di gara 8
CATEGORIA POST VINTAGE Ewan Gallie e Orla Signorotto
Bentley Derby 3 ½ Litre Park Ward del 1935 n. di gara 15
CATEGORIA CLASSIC Enrico e Ilaria Bassani
Abarth 750 Zagato del 1957 n. di gara 42
POST CLASSIC Marco Stella e Cristina De Albertis
Lancia Flaminia Convertibile Touring del 1964 n. di gara 68
MODERN Giovanni Besana e Eugenia Fassati
Fiat 500 R del 1973 n. di gara 95
COPPA DELLE DAME Anna e Giannina Airaghi
Alfa Romeo Giulia SS Bertone del 1963 n. di gara 64
COPPA GIOVANI Andrea Galassi
Volkswagen Maggiolino Cabriolet del 1970 n. di gara 94
Torna a ottobre l’appuntamento in edicola con lo Speciale “Affari & Mercato”. In 96 pagine, un bouquet di temi che vanno dalle opportunità offerte dalla Brexit agli effetti della delicata vicenda delle auto ultraventennali (che in alcune regioni pagano il bollo e in altre no), dalle vetture in procinto di diventare storiche nel 2017 ai 30 modelli su cui puntare oggi occhi e portafogli perché prossimi a decollare nelle quotazioni.
Questi sono soltanto alcuni dei tanti temi che troverete all’interno della terza edizione di “Affari & Mercato”, disponibile dai primi di ottobre a 4,40 euro in più rispetto al prezzo della sola rivista. Un appuntamento imperdibile per avere una situazione chiara e puntale sull’andamento dei trend collezionistici e disporre di tutti i consigli utili per comprare o vendere bene la propria auto storica. O anche solo per scoprire i “trucchi” per far crescere la quotazione di quella o quelle che si racchiudono nel garage. Come? Seguendo i suggerimenti dei più importanti collezionisti per mettere insieme una storia certificata e credibile del proprio esemplare.
E poi, l’utilità della perizia per la propria auto e come ottenerne una, le indicazioni utili per scegliere una Casa d’aste a cui rivolgersi e come farlo. Concludono le pagine del volume speciale l’analisi delle Case automobilistiche presenti ad Auto e Moto d’Epoca a Padova quest’anno e l’agenda di Ruoteclassiche con tutti gli indirizzi utili degli specialisti.
Ottobre, arrivano l’autunno, le castagne, i funghi e… le moto storiche. Sì, perché per gli appassionati delle due ruote il mese appena iniziato prevede il più classico degli appuntamenti: l’Autumn Stafford Sale, in programma il 16 ottobre e i cui numerosi lotti sono gestiti da Bonhams. Vediamo, nella grande quantità di moto offerte a prezzi piuttosto accessibili, quali sono le vere perle. Ve ne proponiamo sette, le nostre magnifiche sette.
1973 HEALEY 1000/4
Perfettamente conservata, questa Healey 1000 è stata la prima moto a lasciare la fabbrica della Healey, il piccolo costruttore inglese nato alla fine degli anni 60 per la volontà dei fratelli George e Tim Healey. I quali usarono i fondi di magazzino del gruppo Bsa, che non aveva più intenzione di usare i motori quattro cilindri della Ariel, e i telai Egli in concessione per il Regno Unito a Roger Slater. Le Healey divennero così moto speciali, preparate a mano e su richiesta del cliente, dai prezzi inaccessibili ai più. Questa chicca ha un valore di base di 29mila euro.
1924 CROFT-CAMERON 996CC SUPER EIGHT
La moto più inaccessibile tra quelle battute all’asta: il suo prezzo di partenza è di appena 190mila euro. Una sorta di unicorno motociclistico dato che la fabbrica che l’ha prodotta (la misconosciuta Croft-Cameron di Coventry) è rimasta in attività solo dal 1923 al 1926. Era equipaggiata con un V-Twin da 996 cc con quattro valvole per cilindro (da qui il nome “Super eight”) e vantava soluzioni tecniche da vera superbike, per quei tempi. Una vera perla la ciclistica, affidata a un curioso doppia culla che letteralmente circondava il motore.
1978 MV AGUSTA 750 AMERICA MAGNI
Quotata tra 52 e 64mila euro, questa MV Agusta America è stata elaborata da Arturo Magni(ex capo meccanico del reparto corse della Casa varesina, poi preparatore di successo) nei primi anni 80. Rispetto alla versione di serie, vanta un telaio al cromo-molibdeno, cilindri rialesati (tanto che non è nota la sua reale cilindrata) e uno scarico realizzato dallo stesso Magni. Nel 2008 la stessa moto è tornata sotto le sapienti mani di Magni, che le ha cambiato corona e pignone, montato cerchi in magnesio e realizzato una semicarena dedicata.
1976 SUZUKI RG500 XR14 EX-TEXACO HERON TEAM
Stessa quotazione notevolissima per questa rarissima moto da gara con motore due tempi, misure vitali di 56×50.5 millimetri e cilindro a sette travasi, con specifiche dedicate a Barry Sheene, che in quegli anni era il pilota più forte del mondo e correva con questo mezzo. La moto vanta moltissime ed eccezionali modifiche messe in atto dal reparto corse Suzuki, prima tra tutte i cerchi al magnesio e pinza freno a quattro pistoncini.
1996 DUCATI 955 SPA
La sigla nel nome di questa Ducati sportiva piuttosto recente sta per “Sport Production America”. Si tratta di una serie limitatissima – solo poche unità – prodotte e completate per ottenere l’omologazione stradale in territorio statunitense e poter partecipare quindi alle competizioni Ama Superbike. La sua rarità, oltre che nell’esiguo numero di esemplari esportati al di là dell’Atlantico, sta nella particolare cubatura del motore, leggermente diversa dal 916 che equipaggiava le Sport Production europee. Il prezzo è già piuttosto elevato per essere una modern classic: si parte da 17mila euro.
1999 HONDA CBR900RR FIREBLADE EVOLUTION TT100
Nel 1998 la Honda vinse la sua centesima gara della sua storia al Tourist Trophy. L’anno seguente la filiale inglese di Honda, visto che la nuova versione della Fireblade era di là da venire, commissionò un’evoluzione del modello esistente per poter competere con la Yamaha. Il risultato è questa Evolution TT100, una delle dieci prodotte. Questo esemplare, per cui all’epoca non si badò a spese per componentistica e lavorazioni sull’elettronica, oggi viene battuto all’asta a poco meno di 10mila euro.
1977 DUCATI 905CC
Elaborata da quello che allora era il reparto corse ombra di Ducati, la bolognese NCR, questo esemplare (uno dei 25 prodotti) era pensato per la gare di durata e venne usato da Roger Nicholls (compagno di team di Hailwood nel 1978). La sua particolarità – al di là delle vittorie inanellate nelle gare di Endurance dell’epoca – sta nelle pregiate elaborazioni fatte sul motore dall’officina felsinea: albero motore alleggerito, cilindri rialesati, pistoni ad hoc, teste dei cilindri con valvole disposte a 60 gradi, sfiato dell’olio in alluminio invece che in plastica, forcella Marzocchi, cambio completamente rifatto e rapportato per le esigenze delle gare di endurance, alleggerimento complessivo della moto sin nei minimi dettagli. Un valore storico e tecnico che si riflette nel prezzo di partenza: 64mila euro.
Da oggi e fino a domenica 9 ottobre, la Repubblica di San Marino sarà il centro della passione rallystica d’Europa. Il Rally Legend 2016, giunto alla sua 14esima edizione, è un vero festival della disciplina, che promette e cercherà, come sempre, di appagare la grande passione del suo pubblico.
È partito oggi (il via è stato dato alle 19) il Rally Legend 2016: 160 macchine da rally, dagli Anni 70 alle vetture moderne; circa 60 piloti stranieri e 18 nazioni rappresentate. Lancia schiera ben 19 Delta Integrale, sei esemplari di 037 e cinque S4, oltre a due Stratos e una Fulvia. Ci saranno, poi, cinque Audi Quattro, otto Ford Escort, nove Bmw M3 e le Fiat 131 Abarth, cinque le Porsche. Attesi i più famosi piloti degli ultimi 40 anni. Otto sono le Volkswagen Golf presenti, vettura di cui si celebrerà, a Rallylegend, il 40° anno dal debutto nei rally
Al centro del weekend il rally riservato alle più amate vetture da corsa (e ai loro piloti) che hanno fatto la storia dei rally, che tornano ad esibirsi in prova speciale con al volante le stesse mani di tanti campioni indimenticabili.
In gara, anche quest’anno, le tre categorie regine di Rallylegend: “Historic”, “Myth” e “Wrc-Kit”. E per la categoria “Legend Stars” sono in programma molte novità. Tra le teste di serie che infiammeranno le strade all’ombra del Monte Titano ci saranno Miki Biasion (il due volte campione del mondo rally è con una Lancia 037 “vestita” Eberhard&Co con Gigi Pirollo al suo fianco); Juha Kankkunen (con la Lancia Delta 16V K-Sport); Gustavo Trelles (Lancia Delta by MRT Nocentini); Armin Schwarz, già pilota ufficiale Toyota (Celica St 165); “Lucky” Battistolli (Lancia Delta 16V); Andrea Navarra (Subaru Impreza “555”); Piero Longhi (Toyota Celica ST 205). Non mancheranno, come apripista, i campioni dei rally di oggi: Marcus Gronholm la Volkswagen Polo R Wrc; Hayden Paddon, con la Hyundai i20 Wrc Hmi, e Gilles Panizzi, in gara con la Peugeot 306 Maxi.
QUANDO ALITALIA VOLAVA NEI RALLY
Quest’anno la grande storia della livrea bianco-rosso-verde dell’Alitalia, legata indissolubilmente ai travolgenti successi delle vetture Fiat e Lancia negli anni ‘70 e ’80, rivive la sua epopea a Rallylegend: Lancia Stratos, Beta Coupè, Fiat Ritmo e Fiat 131 Abarth arricchiscono ancora di più un parterre già straordinariamente ricco. Alla berlina del Lingotto, in particolare, sarà dedicata un’attenzione particolare: nell’anno della sua quarantesima “stagione”, all’interno di 40° Fiat 131 Abarth, è organizzata una suggestiva esposizione di un gruppo di “centotrentuno” in varie livree ufficiali. Durante la Parade delle 131 sfileranno i monumenti che le hanno consegnate alla storia: Sandro Munari, Markku Alen e Timo Salonen. Con loro, alla festa Alitalia, anche Maurizio Verini, Mauro Pregliasco, Cesare Fiorio, Daniele Audetto e Tony Carello.
Torna alla sua funzione originale un mezzo che rappresenta non solo una rarità collezionistica ma anche uno spaccato storico sociale dell’Italia che va dagli anni ’30 a tutti gli anni ’50. Martedì 11 ottobre il Cinemobile, un camion Fiat 618 del 1936 attrezzato per la proiezione all’aperto di pellicole cinematografiche, inizierà la sua seconda vita dopo circa 55 anni di abbandono e inattività.
Questo particolare cinema ambulante acquistato nel 1996 dalla Regione Lombardia e restaurato a proprie spese, verrà consegnato in custodia per cinque anni al C.M.A.E. (il Club Milanese Automotoveicoli d’Epoca) e alla Fondazione Cineteca italiana di Milano nel corso di una cerimonia che si svolgerà presso il Palazzo Regionale di via Melchiorre Gioia.
Pochi giorni dopo, sabato 15 ottobre, il Cinemobile sarà esposto al M.I.C., il Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121 a Milano) e dalle 19:00, dopo un brindisi di benvenuto, tornerà a proiettare pellicole con l’accompagnamento di musica dal vivo di pianoforte e flauto. Si comincia con Fast and Furious del 1927. L’ingresso sarà libero fino ad esaurimento dei posti.
Compito del C.M.A.E. e della Cineteca Italiana, sarà quello di valorizzarlo mostrandolo al pubblico in occasione di eventi e di fiere di importanza internazionale, come Auto Moto d’Epoca di Padova e Autoclassica di Milano.
Il Cinemobile nasce nel 1936 su telaio e meccanica del camion Fiat 618 con motore a benzina di due litri e viene costruito dalla Carrozzeria Viberti su disegno di Revelli di Beaumont. Al suo interno ci sono un proiettore per pellicole da 35 mm e degli altoparlanti. La sua missione: portare il cinema nelle piazze italiane e nei luoghi privi di strutture cinematografiche.
Grazie a un apparato sonoro “Balilla” e un cine-proiettore “Victoria V” per pellicole 35 mm, propone cinegiornali, documentari e film. Le immagini erano visibili grazie a uno schermo posizionato davanti al cofano motore e inserito all’interno di un telaio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Cinemobile dovette interrompere la sua attività e nel 1944 fu utilizzato dalla Repubblica di Salò. Dopo la Liberazione tornò a Roma, e riprese la sua attività per tutti gli anni ’50 e i primi anni ’60. Nel 1964 viene abbandonato in un cimitero di auto alla periferia di Roma dove sarà recuperato soltanto diversi anni dopo da un collezionista di veicoli d’epoca.
Nel 1996 lo acquista la Regione Lombardia che, nel 2000, ne inizia il restauro completo nel pieno rispetto delle caratteristiche d’origine. Oggi il Cinemobile è dotato di moderne apparecchiature di proiezione digitale e di impianto sonoro amplificato, ma al suo interno esiste ancora l’arredamento originale con tanto di proiettore costruito dalla Cinemeccanica. Sulle fiancate, un tempo, il Cinemobile portava lo stemma sabaudo e i fasci littori, poi, dopo la guerra, le scritte sono cambiate in “Presidenza del Consiglio dei ministri – Servizio informazioni – Istituto Nazionale Luce”, scritte che sono state ripristinate durante il restauro del mezzo.
Nelle giornate del 23-24 settembre, lo stabilimento di Cassino (FR) ha ospitato due eventi distinti, che hanno però avuto un identico comune denominatore: l’Alfa Romeo Giulia, un’icona che ancora oggi scalda la passione del popolo degli alfisti. A distanza di quasi sessant’anni dalla prima Giulia prodotta, ancora oggi Cassino si pone come testimone della storia Alfa Romeo e di un’emozione mai sospita per uno dei suoi modelli più conosciuti e apprezzati nel mondo.
Per l’occasione, il Registro Italiano Giulia e il Cassino Classic Car si sono dati appuntamento per una visita guidata dello stabilimento, esempio di professionalità, modernità e innovazione da sempre fulcro dei prodotti del Biscione. Le auto dei partecipanti sono state esposte al pubblico (30 vetture) lungo i viali dell’impianto produttivo in occasione del “Family Day”, che ha coinvolto circa 16.000 persone. Un successo transgenerazionale, merito non solo degli organizzatori ma anche del “Cassino Plant” e di “FCA Heritage”.
Il Rally Legend 2016 ha dovuto concludersi anzitempo a causa di un incidente mortale verificatosi ieri, domenica, nella tarda mattina durante la Prova Speciale San Marino 1. La corsa, bloccata dall’organizzazione, si trovava nelle sue battute finali.
C’erano tutti gli ingredienti per fare del14esimo Rally Legend un’altra edizione da record, sia come presenze di vetture e piloti, sia per l’affluenza di pubblico. Il minuto “regno” di San Marino, grazie alle ripide sponde del Monte Titano, aveva creato un altro copioso itinerario di avvincenti prove speciali su asfalto e sterrato, con tornanti, staccate, curve a gomito e brevi rettilinei dove le storiche e le classiche (unitamente a qualche moderna che ha fatto da apripista) potevano cimentarsi tra due ali di folla. Protagonista di questo vero e proprio festival della specialità una parata di 160 auto che hanno fatto la storia della disciplina: Ford Escort RS, Porsche 911, Talbot Simca Sunbeam Lotus, Lancia Stratos e, naturalmente, le maestose Gruppo B: Lancia 037, Delta e Delta S4, Audi Quattro e Peugeot 205 Turbo 16. Nelle parole dei partecipanti, intervistati sulla pedana di partenza, il leit-motiv della manifestazione aveva da subito preso le sembianze di un vero e proprio “obbligo”: divertirsi e, soprattutto, divertire il pubblico.
INVECE… Invece ieri mattina, ultimo giorno del Rally Legend, nelle battute finali della gara di rally iniziata venerdì sera con le prove speciali in notturna, l’imprevedibile: la Renault Clio Maxi numero 44, guidata dalla coppia formata da Enrico Bonaso e Alice Palazzi, in un punto in cui una curva a sinistra è anticipata da un dosso, forse anche a causa dell’asfalto viscido dalla pioggia, è andata dritta alla staccata invadendo la via di fuga, centrando le balle di fieno e finendo la corsa contro un trattore. Ma per quella che – almeno per ora – è stata anche una tragica fatalità, nove persone sono state investite dalle rotoballe. Il bilancio è stato pesante: una vittima (il commissario di percorso Enrico Anselmino di Asti) e nove spettatori feriti (tra cui una donna attualmente ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Cesena).
Dopo la conclusione della speciale San Marino 1, al riordinamento, le prove successive sono state annullate e la gara è stata dichiarata conclusa.
All’immediata conferenza stampa indetta dall’organizzazione la Direzione di gara ha parlato di “un errore di guida dell’equipaggio anche se le conseguenze sono andate, per una tragica fatalità, al di là anche delle pur severe misure di sicurezza adottate nel luogo del sinistro. È stato condotto tutto con grande professionalità da parte degli organizzatori perché questa importante manifestazione si svolgesse come sempre in totale sicurezza. Purtroppo, però, il mondo delle competizioni automobilistiche è rischioso, sia per chi lo pratica sia per chi vi assiste, e questi drammatici eventi sono imponderabili e imprevedibili”.
LA GARA
Al momento della competizione, la corsa, suddivisa in tre categorie – Historic, Myth e WRC/Kit – vedeva al comando, rispettivamente, Salvatore Riolo e Gianfranco Rappa con l’Audi Quattro, “Lucky” e Fabrizia Pons con la Lancia Delta Integrale, Luca Pedersoli e Anna Tomasi con la Citroën C4 WRC.
Come tradizione del Rally Legend, anche quest’anno la categoria Legend Stars (piloti fuori classifica) aveva aperto le danze della competizione vera e propria. Così, tra le stelle del rally mondiale di oggi e delle edizioni passate, gli appassionati si erano trovati a gareggiare in una atmosfera dal sapore speciale: da Sandro Munari al pilota ufficiale Hyundai Hayden Paddon passando per Miki Biasion, Markku Alén, Timo Salonen, Juha Kankkunen, Armin Schwarz, Marcus Grönholm, Gustavo Trelles, Andrea Navarra, Piero Longhi, Maurizio Verini, Mauro Pregliasco.
La storia della Ford Fiesta iniziò nel 1972 con il varo del progetto Bobcat, fortemente voluto da Henry Ford II che considerava strategico produrre (e vendere in tutto il mondo) una piccola utilitaria. La progettazione interessò sia Ford America sia la branch europea abbracciando tutti gli aspetti del futuro nuovo modello: caratteristiche tecniche, design e strategia di posizionamento sul mercato.
BOBCAT
L’intenzione di creare una vettura efficiente fu rinforzata con lo scoppio, nel ’73, della crisi petrolifera: ci voleva un’automobile piccola, pratica e parca. Il Board of Directors di Ford diede il via alla realizzazione della “Bobcat”. L’anno successivo iniziarono a Valencia i lavori per la costruzione di un grande stabilimento di produzione oltre al sito tedesco già esistente, una realtà produttiva di 2,7 milioni di metri quadrati e dove, a partire dal ’75, iniziò la costruzione di motori. Nel frattempo, alla nuova macchina ancora mancava una spiccata identità, caratteristica che avrebbe potuto conquistarsi solo con il nome giusto. Ci pensò Henry Ford II stesso, che scovò il nome Fiesta, risultato di una serie di valori molto precisi che il prodotto avrebbe dovuto comunicare: l’assonanza con “Ford”, spirito giovane e il nuovo legame con la Spagna.
Frattanto l’11 maggio 1976, 4 anni dopo il lancio del progetto, dall’impianto produttivo di Saarlouis, in Germania, uscì il primo esemplare della nuova Fiesta 1.1 (qui, a fine anno, si sarebbero raggiunte già 84.000 unità) mentre la produzione a Valencia iniziò il 18 ottobre con una grande cerimonia officiata da Henry Ford II e dal Re Juan Carlos. Contemporaneamente, l’attività più squisitamente markettara attorno alla nuova Ford Fiesta veniva inaugurata con la presentazione, al Salone di Torino, dei prototipi Corrida e Prima realizzati dalla Ghia.
Nel 1977 la produzione fu allargata alla nuova versione con cilindrata 1.3 ma, soprattutto, a un nuovo stabilimento produttivo a Dagenham, in Inghilterra e alla commercializzazione anche sul mercato americano. Il successo della Fiesta cominciò a portare i primi riconoscimenti: Car of the Year in Spagna nel ’77 e British Design Council Efficiency Award ’78 in Inghilterra.
Con la produzione a pieno ritmo giunse il momento di rafforzarne la posizione sul mercato creando quella magica allure e quell’interesse che solo il mondo delle corse sa produrre: iniziò così lo sviluppo della versione Gruppo 5 per le gare rally che avrebbero avuto il loro traguardo con l’esordio della versione da competizione al Rally di Montecarlo del ’79: non solo fu l’esordio nelle corse ma anche l’embrione della FiestaXR2 stradale. Questa arrivò sul mercato nel 1981: design reso più aggressivo con un trattamento stilistico dedicato, motore 4 cilindri 1.6, assetto sportivo, cerchi in lega di disegno specifico, fari fendinebbia e una punta massima di 160 km/h. Ma l’annata registrò anche due importanti traguardi: la milionesima Fiesta “spagnola” prodotta a Valencia e l’esemplare numero due milioni della Fiesta “europea”, prodotto a Saarluis.
1983: LA SECONDA SERIE
Per il restyling della piccola Ford le novità sono tante: maggiori dimensioni, più spazio per i passeggeri e una gamma prodotto decisamente più ampia. Al motore 1.1 litri si aggiunsero, il 1.0, il 1.3 con cambio a 5 marce e l’importante 1.6 Diesel con valvole in testa e iniezione elettronica. Il “lato oscuro” della Fiesta fu esaltato nel 1984 con l’introduzione della nuova XR2 sportiva: motore monoalbero in testa, cambio a 5 marce, assetto più rigido e freni potenziati.
Le vendite crebbero fino al raggiungimento dell’esemplare numero 3 milioni e, nella logica dell’allargamento della base di clientela, ecco arrivare una serie di novità tra cui un nuovo motore 1.4 a combustione magra (1986) e il cambio automatico CXT a variazione continua (1987).
1989: TERZA SERIE
Seguendo la strategia del miglioramento del prodotto la Ford Fiesta MK3 si presentò al mercato con un nuovo design, nuove dimensioni (più lunga, più larga, passo maggiorato) e tecnologia migliorata: motori “lean burn” da 1 e 1,1 litri, ABS (prima utilitaria in Europa a disporne) e, per la prima volta, la configurazione a cinque porte. Oltre alle motorizzazioni standard non poteva mancare la XR2 con motore 1.6 bialbero, cambio a 5 marce, passaruota allargati, paraurti in tinta e assetto e pneumatici in un set-up specifico.
Quest’ultima fu superata dall’altisonante RS Turbo, presentata nel 1990 al Salone di Torino: al 1.6 dell’XR2 venne aggiunto un turbocompressore Garrett, per complessivi 130 Cv che la rendeva più veloce di 1″6 sul tempo da 0 a 100 km/h. Nel ’92 fu sostituita dalla la RS 1800 con un nuovo 4 cilindri 16 valvole denominato Zetec e potenza analoga. Dal ’93, infine, su tutte le Fiesta l’airbag per il guidatore fu offerto come dotazione standard. Per le annate ’94 e ’95 la Fiesta registrò dati complessivi di vendita superiori a 540.000 esemplari.
1996: FORD FIESTA MK4
La quarta generazione dell’utilitaria dell’Ovale portò al debutto un design di rottura con il modello precedente. Al suo ingresso sui listini la Fiesta era disponibile con quattro motorizzazioni: 1.250, 1.400 e 1.600 benzina a cui si aggiungeva il 1.8 a gasolio. Su tutte airbag anteriori di serie. Nel ventennale dall’inizio della produzione, ecco un nuovo importante traguardo: l’esemplare numero 4 milioni.
Nel ’97, sul pianale della Fiesta, la divisione europea di Ford sferrò l’attacco alla Opel Tigra: la Ford Puma, piccola coupé 2 porte e con 4 posti, si proponeva a una clientela giovane e alla ricerca di un modello sfizioso dal costo accessibile.
LE SERIE SUCCESSIVE
La veloce obsolescenza del prodotto automobilistico e la concorrenza sempre più sfrenata portarono anche in casa Ford a una rapida evoluzione del prodotto. Così nel 1999, al Salone di Francoforte, fu presentata la Fiesta MK5 e dopo solo due anni, a Francoforte 2001, la sesta serie con nuovissimi motori benzina della famiglia “Duratec” e Turbodiesel di genealogia “Duratorq”, con cilindrate comprese tra 1.3 e 1.6. Iniziata la produzione (primi mesi del 2002) l’evoluzione portò in listino tante novità tra cui il cambio meccanico robotizzato Durashift EST e – nel 2005 – la nuova Fiesta ST da 150 Cv (figlia del modello che aveva animato la Fiesta ST Cup in Germania). Nel 2007, per festeggiare 30 anni sul mercato, Ford Europe lanciò la Fiesta Zetec S 30th Anniversary riconoscibile per la tinta Radian Yellow con tetto contraddistinto dal motivo a scacchiera.
Al Salone di Ginevra 2008 ha debuttato la settima generazione della Fiesta. Il nuovo modello, prodotto a Valencia, a Colonia e a Nanjing (Cina) esibisce una nuova personalità per effetto della filosofia Kinetic Design, approccio che le vale il prestigioso premio Red Dot (2009). Dal punto di vista più “pratico”, la nuova ST con motore 2 litri da 150 Cv sfiora 210 km/h di velocità. Lo sviluppo in chiave sportiva, del resto, produce ulteriori esiti nella nuova Fiesta RS World Rally Car (Parigi 2010), che debutta al Rally di Svezia 2011 ottenendo un onorevole podio finale. Lo stesso anno, la milionesima Fiesta MK7 esce dalle catene di montaggio di Colonia e la produzione complessiva dall’inizio della produzione (35 anni!) raggiunge quota 15 milioni.
Nel 2012 è entrata in commercio la generazione attuale della Ford Fiesta, numero otto.
Uscirà a febbraio nelle sale italiane il film su Tazio Nuvolari. La pellicola, intitolata “Quando corre Nuvolari”, prende spunto dalla Mille Miglia del 1948, che il pilota mantovano, ormai cinquantaseienne, minato nella salute ma non ancora pago, corre su una Ferrari 166 SC. A pochi chilometri dal traguardo, a Gualdo Tadino, in Umbria, Nuvolari – impersonato dall’attore italo-inglese Brutius Selby – è costretto a sbarazzarsi del cofano (che non si chiude) per correre a motore aperto. Quel pezzo finisce nelle mani di un ragazzino, che diventato nonno (l’attore Alessandro Haber) racconta al nipotino, in un lungo flashback, le imprese del suo idolo.
Fin qui il plot, sintetizzabile in una frase: una storia d’amore, coraggio, amicizia e tradimenti, nella quale non è il più forte a vincere, ma il più coraggioso. Il regista Tonino Zangardi l’ha raccontata incrociando episodi della carriera sportiva del campione con frammenti di vita vissuta.
Le curiosità ce le racconta Lorenzo Montagner, recentemente nominato dall’AC Mantova nuovo Conservatore del locale Museo Tazio Nuvolari, autore del volume “Nuvolari, il genio della velocità”, pubblicato proprio quest’anno da Tre Lune Edizioni (MN): “All’interno della struttura museale sono state girate diverse scene. Senza contare che la produzione ci ha chiesto di poter replicare alcuni cimeli in esposizione per adoperarli sul set: un orologio Eberhard presumibilmente appartenuto al pilota, una copia della Coppa Vanderbilt (l’originale, che quest’anno compie ottant’anni, è al Museo Nicolis, n.d.r.) e soprattutto il famoso cofano della Ferrari 166 SC, che gioca un ruolo importante nello sviluppo della sceneggiatura. E che in copia è più piccolo dell’originale, perché dimensionato per una Fiat 1100, sulla base della quale è stato costruito dalla Carrozzeria AutoLario il clone della Ferrari”.
In questi giorni, la produzione ha ufficializzato la locandina definitiva, sulla quale campeggia una celebre frase del campione mantovano: “L’importante non è raggiungere il limite ma superarlo“.
“Laboratorio Italiano Cosmetici Auto”: un nome che è già un programma. Ambizioso e sicuramente destinato a rivoluzionare, anche in Italia, la cura estetica dei veicoli d’alta gamma, moderni e storici. È nato ufficialmente il 14 ottobre, davanti a una platea di giornalisti e detailers provenienti da tutta Italia, il primo Detailing Center Ma-Fra. L’occasione, il lancio ufficiale nella moderna sede Ma-Fra di Baranzate, alle porte di Milano, di “Lobocosmetica”, gamma di 15 prodotti specificamente sviluppati per la cosmesi dell’automobile: dal lavaggio alla lucidatura, dalla correzione degli inestetismi della carrozzeria ai trattamenti di protezione di lunga durata, dall’eliminazione di macchie di calcare e di acido alla pulizia di tutte le superfici interne ed esterne, come pure del vano motore, delle ruote, delle plastiche e dei vetri.
Con questa linea, l’azienda di Baranzate, attiva sul mercato Italiano dal 1965 e oggi presente con i suoi prodotti in un cinquantina di Paesi (il 48% del suo fatturato deriva dall’estero), intende ritagliarsi un ruolo importante nel mondo del cosiddetto “detailing”, parola di origine inglese che – secondo il mini glossario redatto proprio dagli specialisti di Ma-Fra – può essere sintetizzata nell’“arte della pulizia e della lucidatura delle auto, portata ai massimi livelli di perfezione, al fine da ottenere un risultato da concorso”.
“Lobocosmetica” è solo la fase finale di un percorso iniziato parecchi anni fa al fianco di Lamborghini e Alfa Romeo. Oggi la gamma contraddistinta dal marchio “Laboratorio Italiano Cosmetici Auto” (che rimarrà scritto in italiano anche sui mercati esteri) rappresenta la punta di diamante della produzione Ma-Fra in termini di qualità delle materie prime, ma è soprattutto la più tecnologicamente all’avanguardia in fatto di efficienza e durata.
Il Car Detailing Center Ma-Fra di Baranzate non è che il primo di una serie di strutture che nasceranno sul territorio nazionale, per le quali l’azienda ha già avviato un processo di formazione specialistica.
Qualcosa si sta muovendo nell’annosa querelle che coinvolge Aci e Asi in merito al presunto monopolio Aci nell’organizzazione di gare di regolarità non agonistiche. Un recente comunicato dell’Autorità Generale della Concorrenza e del Mercato, sollecitata in merito da dieci club aderenti all’Automotoclub Storico Italiano, sostiene infatti che “L’Autorità ha valutato i fatti denunciati e le loro possibili implicazioni rilevanti dal punto di vista della tutela della concorrenza e ha ritenuto di inviare a Governo, Parlamento e al Ministero competente una segnalazione ex art. 21 della legge n. 287/90 riguardante i problemi concorrenziali riconducibili all’articolo 9 del Codice della Strada e alla prassi applicativa rappresentata dalle Circolari Ministeriali annuali (da ultima la circolare 806/2016). In particolare sono state evidenziate le criticità derivanti dal coinvolgimento dell’Aci nell’iter autorizzatario disciplinato dalla richiamata disposizione, in ragione del conflitto di interessi connesso al duplice ruolo di parte attiva nel processo di autorizzazione e di organizzatore, tramite le proprie articolazioni locali, di eventi sportivi automobilistici”.
Nella sostanza, l’Autorità della Concorrenza rileva la presenza di un potenziale conflitto d’interessi su questo argomento da parte dell’Aci, e gira il tutto a chi ha la competenza per emettere un giudizio definitivo. Tutto rinviato quindi, anche se i tempi si allungano. Resta il fatto di una “pronuncia” importante per gli organizzatori delle gare di regolarità Asi che per lo meno ottengono un riconoscimento ufficiale al loro ricorso.
A tale proposito, in un loro comunicato, i club che hanno presentato ricorso all’Autorità constatano con una punta di polemica come si sia notata in questo ricorso l’assenza proprio dell’Asi: “il mancato appoggio ufficiale dell’Asi, che ben poteva intervenire ad adjuvandum nel ricorso presentato dal gruppo di club federati, i quali si sono fatti carico da soli delle relative spese di lite quando invece la questione trattata era di interesse comune a tutti i club federati Asi”. Questi i Club ricorrenti: Club Orobico Auto Moto D’epoca; VAMS – Auto Moto Storiche Varese; CMAE – Club Milanese Automoto veicoli d’epoca; Gams – Gallarate Auo Moto Storiche; VCCC – Veteran Car Club Carducci; VCCC – Veteran Car Club Como; CAMEF – Circolo Auto e Moto d’epoca Frusinate; Antiquariauto; Vcc Ligure; Amams.
È scomparso pochi giorni fa a Mantova, dove risiedeva, Giorgio Lucchini, 78 anni, costruttore di auto da competizione e grande protagonista dello sport motoristico non solo italiano. Per lui parlano oltre 150 sport costruite, due titoli mondiali vinti, 34 titoli di velocità in pista e quattro in salita, e un palmares di 750 vittorie. Un altro mantovano volante che con le sue auto ha dato filo da torcere a marchi blasonati sulle piste di tutto il mondo.
Geometra, ma con il genio e la passione per i motori, inizia la sua avventura motoristica elaborando Fiat 500 e costruendo kart. È l’impiego alla Dallara, dove si costruiscono auto da corsa, a cambiargli la vita. Imparato il mestiere si mette in proprio nei primi anni 80 dove inizia a sfornare prototipi al ritmo di uno ogni due mesi. Tra questi la LmP2 del 2004 (telaio in carbonio e motore Judd di 3400 cm³ e 550 cavalli di potenza) con il quale riuscì a cogliere la qualifica per la 24 Ore di Le Mans, salvo poi dover rinunciare alla gara.
La vittoria più bella è a Spa, nel 2000, con il primo posto assoluto davanti a Cadillac e Ferrari. L’altra a Le Mans nel 1993, primo di classe. Nel 2010 il ritiro dalle corse e dall’attività.
L’ottava edizione della gara organizzata dal Club della Mille Miglia, in memoria dell’indiscusso leader dei fondatori della Mille Miglia, Franco Mazzotti, ha superato le attese degli stessi organizzatori. Il cambio di formula, con l’evento allungato per la prima volta di un giorno, ha ottenuto l’incremento delle iscrizioni, che sono state ben 102. Alfredo Coppellotti, presidente del Club Mille Miglia, ha dichiarato: «Le peculiarità della nostra gara sono la raffinata ospitalità, la qualità degli omaggi agli equipaggi, la tecnicità delle prove cronometrate, alternate a tratti squisitamente turistici attraverso magnifiche località e il pregio e la quantità dei premi».
La gara ha preso il via, sabato 8 ottobre, dal Museo Mille Miglia di Brescia. Le prime prove sono state disputate nel Parco del Montenetto, a sud di Brescia, prima tappa lungo la Strada dei Vini e dei Colli Longobardi. Per ricordare le imprese aeronautiche di Franco Mazzotti, caduto in guerra alla cloche del suo aereo, le prove successive sono state disputate sulle piste dell’Aeroporto Militare di Ghedi, con il pranzo servito negli hangar dei Tornado del Sesto Stormo, i “Diavoli Rossi”. Di seguito, dopo la Strada dei Vini dei Colli Morenici, i concorrenti hanno disputato il Trofeo Roberto Gaburri, presidente di 1000 Miglia Srl recentemente scomparso, a Pozzolengo, suo luogo natale.
L’arrivo davanti al Castello di Sirmione ha concluso la prima tappa: a sventolare la bandiera d’arrivo c’era Paolo Rossi, che ha invitato tutti a visitare la sua mostra, dedicata al successo ai Mondiali di calcio del 1982 in Spagna, aperta nel nucleo antico della penisola lacustre. Il mattino seguente, dopo la Valtenesi, il passaggio sul settecentesco ponte di Pontenove, e alcune prove al Museo Mille Miglia, le vetture in gara sono entrate in Franciacorta da Cellatica, disputando una decina di prove sul circuito ricavato intorno al Centro Sportivo di Gussago. Da lì dopo il passaggio ai castelli di Passirano e Bornato, la gara dedicata a Franco Mazzotti ha reso omaggio al suo grande amico e cofondatore della Mille Miglia, Aymo Maggi, facendo terminare una prova proprio davanti al cancello di Villa Maggi, a Calino, frazione di Cazzago S. Martino.
Passati Rovato e Adro, sfilando tra chilometri di vigneti, i partecipanti hanno potuto degustare il celebre spumante, che deve essere chiamato semplicemente Franciacorta, presso Villa Torquata di Capriolo. Le ultime sette prove cronometrate sono state disputate nel Parco di Villa Mazzotti, la casa natia di Franco; nella splendida villa dei Mazzotti a Chiari si sono svolti pure il pranzo di chiusura e le premiazioni.
Si è trattato di gara di regolarità tecnicamente impegnativa, in virtù di 89 Prove Cronometrate e 3 Prove di Navigazione, distribuite sui 154 Km della prima tappa, tra Brescia e il Lago di Garda, e i 124 Km da Sirmione a Chiari, attraversando la Franciacorta, della seconda tappa. La sfida per aggiudicarsi la Coppa e i vari Trofei in palio, ha visto come protagonisti alcuni dei migliori top driver italiani, con in testa Andrea Vesco (come sempre con il fido Andrea Guerini) e Giovanni Moceri; il giovane valtrumplino e il pediatra siciliano quest’anno si sono affermati nelle quattro grandi competizioni italiane: Mille Miglia e Gran Premio Nuvolari per Vesco e Targa Florio e Coppa d’Oro delle Dolomiti per Moceri.
Tra gli altri, da segnalare la presenza di piloti del calibro di Giuliano Canè, Ezio Salviato, Gianmario Fontanella, Armando Fontana, Gianmario Fontanella, Alessandro Gamberini, Sergio Sisti, Osvaldo Peli e Lorenzo Turelli. La Coppa Franco Mazzotti ha fatto da palcoscenico al ritorno alle gare, dopo quasi quindici anni di assenza, di un altro grande regolarista: Roberto Vesco – padre di Andrea – ha corso con Valerio Bocelli, il Direttore Sportivo della Brescia Corse; insieme, i due bresciani vinsero la Mille Miglia del 1993.
Dopo i due veterani, è da citare un equipaggio all’esordio: il comandante del 6° Stormo, il colonnello pilota Davide Re, insieme al colonnello Diego Costantini, invece di un Tornado piloterà uno Spitfire, anche se in questo caso non si tratta del celebre aereo da caccia britannico ma dello spider costruito dalla Triumph negli anni Sessanta. Di rilievo è stata anche la partecipazione di un grandissimo pilota di F1, popolarissimo anche per le sue vittorie nella categoria Sport, in pista e nelle cronoscalate: Arturo Merzario è tornato a guidare una vettura con sulla fiancata lo scudetto della Scuderia Brescia Corse, con la quale trionfò nel Campionato Marche per vetture Sport nel 1973.
Alla fine, i due Andrea, Vesco e Guerini, con la loro Fiat 508 S Coppa d’Oro hanno preceduto Ezio e Maria Caterina Salviato, Lancia Aurelia. Sul terzo gradino del podio sono saliti Giovanni Moceri, per l’occasione in copia con Gianfranco Gentile, manager dell’Heritage di FCA, su Lancia Fulvia 1.3 Rallye.Himara Bottini e Rosemary Boscardin, su Triumph TR 3, hanno vinto la Coppa delle Dame.
Chi è stata la prima donna italiana a guidare un’automobile? Il primato è molto conteso. Ecco come sarebbero andate le cose secondo la ricostruzione dell’Acais di Messina
Torniamo indietro di 110 anni: non c’era molto traffico per le strade, un’automobile era una rarità ed erano pochissimi gli uomini che sapevano guidare. Eppure allora, nel lontano 1907, Ernestina Prola ottiene la patente (allora denominata licenza) e passa alla storia come “la signorina al volante”.
“Gli automobilisti che devono circolare sulle strade ordinarie saranno sottoposti alle opportune prove”: recita il primo regolamento che fa riferimento all’autorizzazione alla guida, contenuto nel regio decreto del 28 luglio 1901 n. 416. Niente scuola guida allora, ma la certificazione di un’abilità, attestata dal rilascio di un “libretto”, sul quale dovevano essere annotate le eventuali contravvenzioni.
E se il primo italiano a superare la prova ed ad ottenere il rilascio del libretto è il torinese Bartolomeo Tonietto, detto Alberto, noto chauffeur di casa Savoia, a sorpresa per l’epoca, solo sei anni dopo, lo stesso libretto viene rilasciato ad una donna, anche lei di Torino, Ernestina Prola. Siamo in un periodo storico in cui le donne non possono votare, difficilmente riescono a studiare e pochissime tra loro hanno un lavoro fuori casa: il suo è un traguardo non da poco. Dalla foto storica che sembrerebbe testimoniare l’abilità al volante dell’antesignana automobilista, pare che la stessa fosse stata nominata chauffeuse della scuola di Torino, probabilmente della sezione femminile.
Dalle poche notizie che è possibile reperire, pare che la sua patente sia stata rinnovata a lungo: si dice che guidò tutta la vita, quindi addirittura fino a 78 anni. Per quei tempi, aveva fatto davvero tanta strada.
Secondo l’Acais, l’Associazione Cultori Auto di Interesse Storico di Messina, in realtà la prima patente tecnicamente tale sarebbe quella rilasciata a Francesca Mirabile Mancuso di Caronia, a cui è stato intitolato un tratto di lungomare vicino Messina; lei ottiene il “certificato di idoneità a condurre automobili con motore a scoppio”, il 5 giugno 1913, dalla prefettura di Palermo, in base al regio decreto n. 798 del 30 giugno 1912.
Ernestina Prola nel 1907 invece aveva conseguito la licenza per la conduzione di veicoli rilasciata dalla Prefettura con il controllo del Genio Civile dopo una prova seguita da una normale visita medica ( regio decreto n. 416 del 28 luglio 1901 ).
Secondo l’associazione, analoga licenza sarebbe stata rilasciata nello stesso anno a Franca e Giovanna Florio di Palermo, nel 1906 alla marchesa Adriana Bosurgi di Messina, nel 1903 alla signora Frangiapane Maria di Roma e alla contessa Corinaldi Treves Emma di Padova, nel 1902 alla principessa Cassini Sforza Carolina di Roma e alla contessa Del Verme Jitte di Milano.
Al via la 33ma edizione di Auto e Moto d’Epoca, la più grande e importante delle mostre scambio italiane: 4500 auto storiche in vendita, oltre 400 commercianti presenti e altrettanti ricambisti specializzati. Ai quali si aggiungono 16 marchi ufficiali e ben 500 moto d’epoca. Sarà presente anche Ruoteclassiche con una iniziativa speciale.
Sono numeri da record quelli previsti per la 33ma edizione di Auto e Moto d’Epoca a Padova in programma dal 20 al 23 ottobre. A cominciare dalla presenza delle Case automobilistiche ufficiali che oltre ai miti del passato proporranno i nuovi modelli in arrivo sul mercato Italiano. Citroën, per esempio, proporrà in anteprima nazionale la nuova C3, mentre la Land Rover l’ultimo nato del modello Discovery esibito fianco a fianco della Jaguar F-Type SVR, la più performante della serie e non ancora circolante in Italia. Altri protagonisti saranno il Levante, primo SUV di Maserati, la nuova Abarth 124 Spider e l’Audi R8 Spyder. E poi DS con la nuova DS 5 Hybrid; quindi Mercedes, Pagani, Porsche, Tesla, Volkswagen (con il modello Clubsport realizzato per celebrare i 40 anni della Golf GTI), Volvo con le sue station wagon (dalla Duett alla nuova V90).
“La crescente importanza dell’Heritage non è una moda rétro” spiega Mario Baccaglini, patron della manifestazione, “È la chiave del futuro, perché permette di trasferire nel presente, reinterpretandoli, i valori e le caratteristiche che hanno plasmato ogni singolo marchio, rendendolo unico e immediatamente riconoscibile”. A fianco di queste novità si potranno infatti ammirare miti su ruote come la Fiat 124 Abarth Gruppo 4; la Auto Union D-Type di Tazio Nuvolari; le DS 19 e DS 21 Prestige Chapron; le Peugeot 205 Cabrio e la 402 Eclipse; le Mercedes W196 e 450 SLC ‘Bandama’; la Porsche 911 SC Safari che gareggiò nell’East African Safari Rally del 1978; le Lamborghini storiche e i capolavori del Registro internazionale Touring Superleggera presente due capolavori assoluti: la Ferrari Sport 166 MM Barchetta, e la prima Lamborghini di serie, la 350 GT.
Decine, inoltre, i club storici partecipanti, ognuno con un mito da condividere. Tra questi le Lancia in rappresentanza dei 110 anni di storia di questo marchio. Il Fiat 500 Club Italia proporrà invece una rassegna completa di tutte le serie: N del 1957, D del 1965, F del 1968, L del ’71 ed R del ’73 come anteprima per 60esimo anniversario di questo modello in calendario il prossimo anno.
Il Museo Nicolis di Villafranca, dedicherà la sua presenza ai ruggenti anni cinquanta, esponendo una Ford “Thunderbird” del 1955 e una Corvette. Presso lo stand del Circolo Patavino Autostoriche si potrà ammirare la prima vettura costruita in Italia: il motociclo Bernardi del 1894, concesso dall’università di Padova, mentre l’A.A.V.S. porterà una Diatto 150S del 1925, la prima a sospensioni indipendenti; la Chiribiri del 1925, che introdusse il motore a doppio albero a camme in testa, e la Cord L29 del 1929, prima vettura a trazione anteriore.
Presso lo stand della Galleria Pananti Casa D’Aste si potranno ammirare una cinquantina di supercar storiche, tra le quali la Ferrari 308 CARMA FF Gruppo 5, un’auto da competizione nata dalla collaborazione di Carlo Facetti e Martino Finotto che, nel 1981, decisero di sfidare la Porsche nel campionato mondiale. L’Asta di Pananti si terrà sabato pomeriggio a partire dalle 15.00 all’interno della Fiera.
Come al solito, anche Ruoteclassiche sarà presente all’edizione 2016 di Auto e Moto d’Epoca (troverete il nostro stand nel padiglione 4). Quest’anno ci sarà una ragione in più per venirci a visitare: Ruoteclassiche ha messo a punto con Federperiti una nuova certificazione peritale che sarà in grado di documentare con estrema precisione il valore economico e storico delle vostre auto d’epoca e youngtimer. Rispetto alla perizia convenzionale, che è stata lanciata lo scorso anno con successo, il documento che si potrà ottenere a Padova sarà semplificato, ma altrettanto valido a tutti gli effetti sia per gli scopi assicurativi sia per quelli legali.
I periti dell’associazione, in team con i nostri esperti, saranno dunque a disposizione nello stand di Ruoteclassiche per tutti gli operatori del settore che vorranno ottenere la perizia light, che potrà essere redatta al momento. I destinatari di questo importante documento non sono soltanto coloro che vogliono vendere la propria vettura (collezionisti privati o commercianti) ma anche chi è interessato ad acquistarne una. Oppure chi vuole sottoporre un determinato veicolo al vaglio degli esperti, in modo da essere supportati durante l’acquisto. Le vetture che saranno periziate da Ruoteclassiche e Federperiti saranno riconoscibili grazie a uno speciale bollino che verrà applicato sul parabrezza.
La 33ma edizione di Auto e Moto d’Epoca sarà anche ricordata per la presenza massiccia delle due ruote, una novità che per la prima volta apre gli spazi della Fiera di Padova a oltre 500 esemplari d’epoca: dalle moto artigianali alla fioritura degli anni ’70. Nei 1800 metri quadrati della galleria 78 e nel corridoio centrale del Padiglione 8, verrà dato spazio non solo a singole moto e modelli rari, ma ad intere produzioni, con aree riservate ai marchi e alla loro evoluzione con, a fianco, moltissimi ricambisti specializzati. La parte del leone la faranno le moto degli anni ’70 con intere serie di Kawasaki, Honda, Triumph, Norton, Yamaha e Suzuki. Grande spazio anche alle maxi moto italiane degli anni ’60 e ’70 con un’importante collezione di Benelli a fianco di Ducati, Guzzi, Laverda.
Tra le anteprime anche le moto anteguerra, soprattutto francesi, raccolte dai fratelli torinesi Bretti, due esperti di questo settore. La grande epoca delle moto artigianali italiane da competizione categoria 175 sarà invece rappresentata dai modelli Mondial, MV, Morini e Rumi. Mentre per le fuoristrada da non perdere l’esposizione delle moto del collezionista Paolo Torta. E poi le Maico, le KTM le tre spagnole Montesa, Bultaco, Ossa, e le grandi moto artigianali italiani: Ancillotti, Gori e TGM.
I cancelli aprono giovedì 20 dalle 9.00 alle 18.00. Per la giornata di anteprima il biglietto è unico (non sono previste riduzioni) e costa 40 euro. Da venerdì a domenica l’orario passa dalle 9.00 alle 19.00. Il biglietto intero costa 22 euro e il ridotto 18 euro. L’abbonamento per due giorni 40 euro mentre per tre giorni è di 57 euro. Per tutte le altre informazioni pratiche: www.automotodepoca.com.
Auto e Moto d’Epoca a Padova: va in scena dal 20 al 23 ottobre uno dei più importanti appuntamenti italiani per gli appassionati di motori. La trentatreesima edizione si presenta con numeri importanti, oltre 3000 auto e 1000 moto esposte, 16 Case automobilistiche presenti con gioielli storici e auto nuove, una marea di ricambi e automobilia. Più dei numeri e delle parole possono le immagini, per cui vi rimandiamo al nostro video.
Tra tantissime chicche da non perdere, ve ne segnaliamo dieci per cui vale proprio la pena visitare quest’anno Padova.
ll settore dell’auto da collezione ha avuto il suo tradizionale weekend trionfale ad Auto e Moto d’Epoca, punto di incontro di passione, cultura e mercato. Mancando – ormai da troppo tempo – un “VERO” salone dell’automobile nuova, la fiera espositiva di Padova cerca di portare all’attenzione del pubblico anche qualche piccolo scorcio sulle novità di settore. Il che, da un certo punto di vista, è un pregio: calate in una atmosfera classic o vintage, le auto nuove riescono – per un weekend – a uscire dalla banale dimensione di elettrodomestico cui questi tempi frenetici le hanno costrette.
Copiosa, come sempre, la presenza di club e registri di marca o modello che, grazie alla passione e all’impegno dei proprietari permettono ogni anno al pubblico di ammirare vetture di grande spessore storico e collezionistico. Ma ad Auto e Moto d’Epoca è stato possibile fare il punto sulla situazione di mercato, sui prezzi e sull’andamento delle quotazioni.
LE PRESENZE UFFICIALI
Anche quest’anno il contributo delle Case Madri ufficiali ha creato un’ottima occasione per “fare cultura” intorno all’automobile e valorizzare la sua storia. Mercedes, nel raccontare il suo impegno nelle corse, ha esposto una serie di gioielli di grande valore: dalla W196 del ’54 guidata da Juan Manuel Fangio, alla 300 SL Gullwing. Dalla 450 SLC Pagoda per le sabbie alla 190 per il DTM, dalla AMG GT GT3 alla monoposto che corre in F1. Chiave di volta l’affascinante C111 con motore Turbodiesel, una straordinaria recordcar. Sulla stessa lunghezza d’onda l’Audi, presente con una Auto Union Type D “Sanction II”, due esemplari da rally (una 80 e una quattro) e gli ultimi modelli da corsa per GT3 ed Endurance.
Si è percepito il valore storico del brand anche da Volkswagen (in occasione dei 40 anni della Golf GTI esposta tutte e sette le generazioni), da Alfa Romeo (un memorabile parterre di berline degli Anni 20, 30 e 40 circondavano la nuova Giulia), da Lamborghini (due Miura e la Concept S) da Porsche (sullo stand di Porsche Italia quasi 10 esemplari tra 356, 914 e 911 degli Anni 70 e 80, oltre a una magnifica SC da rally proveniente dal Museo di Stoccarda), da Volvo (la Amazon, la 245 Polar e la 250 T5 R), da Citroen (le “mitiche” 205 CTI e la Eclipse del ’35, prima auto con hardtop metallico ripiegabile), da Abarth (la 124 Rally con i due nuovi modelli recentemente presentati, stradale e da corsa), da Citroën (2Cv, Mehari e un trionfo di DS), da Jaguar (C-Type, D-Type ed E-Type) e da Volvo (fascinose station wagon: la Amazon, la 245 Polar e la 250 T5 R). Anche Pagani Automobili ha dato il suo piccolo contributo all’heritage portando, tra le 4 vetture presenti nello stand, la prima C12S del 2004.
IL MERCATO
Abbiamo intervistato le aziende attive del commercio di vetture classiche e da collezione per registrare gli umori della fiera. Il responso è pressoché unanime: si respira una certa aria di crisi o, in altri termini, di calo dell’euforia che ha caratterizzato gli ultimi anni. Ciò al netto di alcuni exploit di mercato che, tuttavia, non spiegano il settore nella sua completezza. Abbiamo visto, quest’anno, una copiosa penuria di cartelli “venduta” e un nutrito campionario di toni di grigio sui volti di molti titolari di attività dedicate al commercio di auto di prestigio.
Una prima considerazione riguarda l’offerta: la proposta di automobili classiche è sempre più ampia, soprattutto con riferimento agli esemplari restaurati. L’appassionato e/o il collezionista si presentano ad Auto e Moto d’Epoca con le idee sempre più chiare su quello che cercano e, soprattutto, con un livello culturale sempre maggiore. L’obbiettivo, per tornare a casa con una classica, è saper individuare i punti critici di un esemplare o saper analizzare un restauro per valutarne la qualità o, nel caso di automobili conservate, le condizioni di originalità.
OK IL PREZZO E’ GIUSTO
Gli operatori del settore parlano di una generalizzata stagnazione delle quotazioni, finanche con una tendenza al ribasso per quei modelli che negli ultimi anni hanno registrato vere e proprie impennate ma solo a causa del fenomeno speculativo (naturalmente le Porsche 911 ma anche nel reame Ferrari all’indirizzo di Testarossa e la famiglia delle 208 e 308). Si parla di valori medi inferiori del 15 – 20%. Si vociferava che quest’anno la “fiera delle Porsche” sia andata alquanto maluccio e che un numero piuttosto esiguo abbia trovato un nuovo compratore. La vivacità maggiore, secondo le opinioni, si è vissuto a livello delle vetture italiane (soprattutto Alfa Romeo) e nella fascia di mercato fino a 30.000 euro. Oltre questa soglia e fino a 100.000 euro il mercato appare stagnante, ingessato da una condizione di incertezza e dalla consapevolezza che i prezzi siano troppo elevati rispetto al reale valore collezionistico.
Al di sopra di 100.000 euro di prezzo, ormai vige una feroce selezione: si compra solo il meglio, ovvero esemplari in condizioni perfette, in stato di conservazione di alto livello o con un restauro classificabile come perfetto nell’esecuzione (rispettando tutti i crismi dell’originalità). Vale l’ulteriore considerazione che laddove la vettura è molto rara, ciò costituisce un premio alla desiderabilità e una certezza della preziosità della vettura.
Già nei giorni di Auto e Moto d’Epoca, comunque, le riflessioni chiamavano in causa il prossimo importante appuntamento di fine novembre per l’analisi del barometro del mercato: la prima edizione “autunnale” di Milano Autoclassica (25 – 27 novembre) proporrà, infatti, l’asta 2000 ruote organizzata da RM Sotheby’s, con oltre 430 lotti per tutti i prezzi e tutti i gusti.