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Le premiazioni dell’Automotoclub Storico Italiano a Milano AutoClassica

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È stata festa grande stamani allo stand dell'Automotoclub Storico Italiano, con la consegna delle Manovelle e dei premi speciali per le manifestazioni più significative organizzate quest'anno dai club federati

Nel padiglione 18 di Milano Autoclassica, la nona edizione della manifestazione fieristica del capoluogo lombardo dedicata alle auto storiche, si è svolta stamani, in oltre due ore e mezza, la cerimonia di consegna delle “Manovella d’Oro”, “Pedivella d'Oro”, “Manovella ad Honorem” e degli encomi. Riservati alle manifestazioni più significative organizzate dai Club nel 2019, i riconoscimenti sono stati consegnati dai consiglieri Asi ai presidenti e agli organizzatori in uno stand ampio e stracolmo di pubblico, delimitato fra l'altro da presenze a quattro ruote meravigliose targate Zagato, di cui si festeggia quest'anno il centenario.

Gli eventi top dell'anno. Tra le manifestazioni che hanno vinto la Manovella d'Oro, solo per citarne alcune, il Giro della Valle del Liri del Club Auto Moto Epoca Frusinate; la XXIV Rievocazione Storica Autogiro della Provincia di Ragusa del Veteran Car Club Ibleo; Valli e Nebbie, dell'Officina Ferrarese del Motorismo Storico; il XXIX Grand Prix Bordino del Veteran Car Club Pietro Bordino; l'XI Settimana Motoristica Bresciana, organizzata dal Musical Watch Veteran Car Club; la Penisola Sorrentina (Antiquariato Automoto Club).

Manovelle leggendarie. Otto le Manovella conferite ad honorem ad eventi tra i quali citiamo il Giro di Sicilia - Montepellegrino Revival “Vivere un sogno” (Veteran Car Club Panormus), Coppa della Perugina (Club Automoto Epoca Perugino), Circuito di Avezzano (Jaguar Drivers Club Italia), Sulle Strade della Pugliesità Doc - Trofeo Maurizio Isaia (Aste e Bilancieri Automotoclub Città di Bitonto, Sibillini e Dintorni (Scuderia Marche Club Motori Storici). Tra i contest, il Concorso di San Pallegrino Terme, a cura del Club Orobico Auto e Moto d'Epoca.

Gli speciali. Si sono aggiudicate la Manovella Internazionale la Vernasca Silver Flag (Circolo Piacentino Auto Moto Epoca) e la Leggenda di Bassano - Trofeo Giannino Marzotto (Circolo Veneto Automoto Epoca). Molti sono stati poi i premi speciali, come quello per il Trofeo Milano (Club Milanese Auto Moto Epoca) e gli encomi, conferiti, fra gli altri, alla Coppa Toscana (Club Auto Moto Epoca Toscano) e al Giro Notturno del Lario (Veteran Car Club Como).

Premiazioni Asi - Milano AutoClassica - 1Ruoteclassiche
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Kessel Classis: il restauro Doc a Milano AutoClassica

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L’atelier elvetico mostra alla kermesse milanese come rimette in forma le auto e come assiste i clienti più esigenti

In mezzo a tanti stand caotici, pieni zeppi di auto in vendita, lo spazio allestito da Kessel Classic si distingue nel padiglione 22 per come l’ordine regni sovrano. Nell’ampia superficie a sua disposizione, lo specialista di Lugano rinuncia infatti all’aspetto commerciale in senso stretto per mostrare al pubblico e agli addetti ai lavori il suo know-how in materia di restauro.Questione di metodo. Kessel Classic pone al centro dello stand una magnifica Lancia Aurelia B24 America che ha ripristinato completamente e la usa come biglietto da visita, per testimoniare di cosa siano capaci i suoi tecnici. I metodi di lavoro sono illustrati da una suggestiva serie di particolari, che rivelano in modo chiaro gli effetti della cura Kessel. Lamierati disastrati riacquistano la forma e lo splendore di un tempo, mentre i sedili sporchi e screpolati beneficiano di un lifting degno del miglior chirurgo estetico. Le competenze dell’azienda ticinese toccano però anche altri ambiti, come ricordano un motore, una sospensione e un impianto elettrico completo, esposto a mo’ di quadro di una galleria d'arte moderna.

Le corse nel sangue. L’altro lato dello stand è invece tutto per una strabiliante Ensign MN177 di Formula 1 con cui corse Clay Regazzoni e che oggi è di proprietà della Kessel. L’auto è l’emblema dell’anima racing dell’azienda svizzera, che partecipa con un suo team alle competizioni e che è in grado anche di assistere sul campo eventuali clienti dotati di auto proprie, in qualsiasi categoria. Il supporto si estende anche alla logistica e all’espletamento di tutte le pratiche relative alla partecipazione alle corse. 

Valentino al volante. E a proposito di partecipazione alle corse, dopo aver portato a termine con due equipaggi l'ultima 24 Ore di Le Mans, il team Kessel ha in programma una chiusura dell’anno in grande stile. Schiererà infatti due Ferrari 488 GT3 alla Gulf 12 Hours, la gara di durata che si svolgerà sullo Yas Marina Circuit di Abu Dhabi il prossimo 14 dicembre, e tra i suoi piloti ci saranno anche Valentino Rossi e Loris Capirossi. 

 

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Raduno Ruoteclassiche e Youngtimer a Milano AutoClassica

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Molti gli appassionati che con le loro vetture hanno partecipato al primo dei due raduni, organizzati in occasione della kermesse milanese

Il maltempo non ha fermato la passione: numerosi appassionati, infatti, hanno preso parte al primo raduno (il secondo si svolgerà domani) di Ruoteclassiche e Youngtimer a Milano AutoClassica 2019. La giuria, capitanata dal nostro direttore, David Giudici, ha passato in rassegna con estrema scrupolosità le candidate e le ha esaminate in differenti momenti, uno “privato” e uno “pubblico” con i proprietari, nel primo pomeriggio. Qualche ora più tardi, alle 16.30, è arrivato il tanto atteso momento delle premiazioni. Le vincitrici sono state selezionate, oltre che per le loro indubbie caratteristiche tecniche, anche per la loro storia personale e per la passione con cui sono state acquistate e accudite dai rispettivi proprietari.Una pioggia di premi. Il premio per “l’auto che arriva da più lontano” è andato a Giuseppe Gavazzoni, giunto a Milano da Ferrara con una Lotus Elan S2, comprata anni fa perché a suo dire  non riusciva a entrare nell’Elise. Conservata in ottimo stato, utilizzata spesso. Le finiture dell’abitacolo, molto fragili, non hanno subito danni. Il “premio fedeltà (abbonato Ruoteclassiche)” è andato a Carlo Marietti e alla sua stupenda Alfa Romeo GTA 1300 Junior, acquistata 26 anni fa. Ha una leggera preparazione Ermolli, ma è comunque stradale. Conservata e dotata di tutta la cronistoria ufficiale, è stata utilizzata al tempo anche da Sandro Munari. Nel suo curriculum anche un  viaggio su strada da Londra all’Italia. La Peugeot 205 T16 di Roberto Santero è risultata “la più rara” del gruppo. Arrivata dal Belgio da poco, non ha ancora le targhe. Pochissimi chilometri percorsi, in condizioni pari al nuovo. Ha ancora le sue prime gomme Michelin TRX. Roberto non la cercava, ma una volta vista non l’ha lasciata scappare. Il premio speciale Agip 900 per “lo stile non ha tempo” è andato invece alla Jaguar XK8 Convertible di Marco e Lorenzo Raso. Last but not least, la Fiat Uno 45 Fire di Alberto Savino ha vinto il titolo di “preferita dalla redazione”.

Raduno Ruoteclassiche e Youngtimer - Milano AutoClassica 2019 - 1Ruoteclassiche
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Auto Vergiate: youngtimer di pregio a Milano Auto Classica

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Lo specialista lombardo espone alla Fiera di Rho numerose sportive da intenditori, tante delle quali con chilometraggi molto bassi

Le youngtimer conquistano sempre più spazio nelle fiere delle auto d’epoca e hanno anche un successo crescente presso il pubblico. Forte di una grande esperienza sul mercato, Auto Vergiate cavalca questa tendenza e porta sulla passerella di Milano AutoClassica diverse proposte di alto livello prossime ormai a soffiare sulle fatidiche venti candeline.Tu mi turbi. Tra queste un posto di rilievo lo ha sicuramente una Porsche 911 Turbo 996 dell’inizio del 2001, con un’elegante livrea blu. Ciò che rende speciale quest’esemplare è il fatto di essere unico proprietario e di avere percorso appena 30.700 km. L’auto è corredata di tutti i manuali del caso e di service book, che attesta come sia stata tagliandata solo poche centinaia di chilometri fa. Interno pelle soft e caricatore CD fanno parte dell’equipaggiamento, assieme all’evoluto - per l’epoca -  sistema d’infotainment PCM.

Settebello. Il fatto di essere del 2001, uniproprietario e blu caratterizza anche una filante Aston Martin DB7, che sfoggia un raffinato interno in pelle bicolore, in cui il blu scuro si alterna a un beige molto tenue. Pure in questo caso le condizioni sono eccellenti e la presenza di manuali e service book rappresenta la proverbiale ciliegina sulla torta, anche in ottica investimento.

Purosangue. Auto Vergiate ha come tradizione un occhio di riguardo anche per gli appassionati del Cavallino, deliziati in questa edizione della kermesse milanese con una Testarossa. L’esemplare è del 1991 e ha dunque due specchi retrovisori e cerchi a cinque bulloni, mentre un tocco esclusivo viene dalla moquette rossa sul pavimento, sui cui spiccano i sedili in pelle color biscotto. L’ultima citazione è per un grande classico, una Mercedes 190 SL del 1961 con il raro abbinamento cromatico tra la carrozzeria rosso aragosta e l’interno in pelle totale beige. Certificata ASI Targa Oro, la scoperta di Stoccarda ha una meccanica molto fresca con il contachilometri che segna circa 26.000 km, solo 1000 in più della Testarossa che le sta vicino.

 

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Retro Classics porta eleganza e sportività a Milano AutoClassica

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Nello stand della fiera tedesca (di Retroclassic), a Milano AutoClassica, sono ospiti due importanti dealer, OM Automobile e HK-Engineering

Come ormai tradizione, a Milano AutoClassica è presente un’ampia area espositiva riservata a Retro Classics, l’importante fiera tedesca che ha in vista due importanti appuntamenti. Il primo è Retro Classics Bavaria, in programma dal 6 all’8 dicembre prossimi a Norimberga, e il secondo è Retro Classics Stuttgart, che si svolgerà invece dal 27 febbraio all’1 marzo 2020 e che giungerà alla sua ventesima edizione. Per richiamare l’attenzione dei visitatori su questi eventi, la società ha pensato bene di dividere lo stand in due e di ospitare in ciascuna metà una realtà di grande spessore del mondo delle classiche.Lo specialista della 300 SL. La scelta è caduta in primis su HK-Engineering, un’azienda che per diversi motivi rappresenta qualcosa di unico nel panorama internazionale. La sua sede si trova in un antico monastero a Polling, tra Monaco e Garmisch, e tutta la sua attività si concentra attorno ad unico modello, la Mercedes 300 SL, nelle due versioni coupé Gullwing, la leggendaria “ali di gabbiano”, e Roadster, entrambe esposte in fiera. Il titolare, Hans Kleissl, è giudicato tra i massimi esperti di quest’auto, sulla quale ha anche scritto un libro. HK-Engineering si occupa a 360 gradi della 300SL: oltre a darsi alla compravendita di esemplari su scala mondiale, fornisce servizi di restauro e manutenzione e schiera le 300 SL al via di gare di ogni tipo.

Passione vista lago. L’altro ospite di Retro Classics è OM-Automobile, commerciante di alto livello con due sedi, una in Germania, a Wendelstein, e una in Italia, a Sirmione, sulle rive del Lago di Garda. Nella sua porzione di stand sono esposte tante auto di pregio, tra cui spicca, anche per un fatto cromatico, una magnifica 356 Speedster nel raro colore Speedster Blue, rimasto a catalogo solo nel 1955. Molto vivace è anche la verniciatura di una bella 911 T, da sempre italiana e resa particolarmente appetibile da due caratteristiche: matching numbers e matching colour. 

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ENI: Agip Novecento a Milano AutoClassica

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Gli oli Eni con il marchio del cane a sei zampe sono in vetrina alla kermesse milanese accompagnati, sul loro stand, da un'auto d'eccezione 

Una corretta lubrificazione è fondamentale per assicurare una lunga vita ai motori, specie quando il passare degli anni e dei chilometri inizia a farsi sentire. Tra le aziende petrolifere più attente all’universo delle auto classiche e delle youngtimer c’è sicuramente Eni, che propone sul mercato una linea di prodotti chiamata Agip Novecento. È lei l’assoluta protagonista dello spazio allestito in occasione di Milano AutoClassica. Presso lo stand, situato nel padiglione 22, si può inoltre osservare da vicino una stupenda Alfa Romeo 6C 2500 SS Corsa Spider (carrozzeria Colli Milano) del 1947. Non solo: i visitatori possono ricevere anche spiegazioni tecniche sui vari articoli Eni e sulle loro proprietà specifiche.

Per tutte le esigenze. La gamma Agip Novecento si articola attorno differenti tipi di oli con formulazioni diverse, specifiche per le vetture delle diverse epoche. L’evoluzione subita nel corso del tempo dalle meccaniche sia a livello di materiali, sia in fatto di tolleranze, rende infatti raccomandabile l’utilizzo di lubrificanti ad hoc, gli unici in grado di garantire sempre un’adeguata protezione e prestazioni al top. Ad accomunare questi oli Eni è un’elevata viscosità anche alle temperature elevate, che permette di mantenere sempre un film protettivo tra i componenti soggetti ad attrito, riducendo l’usura e migliorando la longevità e le performance. Gli oli sono prodotti unendo il know how maturato attraverso storici rapporti di collaborazione con le Case e le più recente tecnologie, sviluppate con un lavoro di ricerca costante.

Una gamma articolata. In concreto il listino Agip Novecento vede presenti oli motori che coprono svariate epoche. Accanto a loro sono offerti anche oli per uso racing, per mezzi pesanti d’epoca (bus, camion e trattori), un lubrificante studiato per i motori destinati a lunghi periodi di inattività e un vasto assortimento di prodotti per gli organi della trasmissione.

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Un ricco programma Asi a Milano AutoClassica

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Programma intenso e pieno di eventi sabato sul palco dello stand Asi di Milano Autoclassica

Il presidente Asi Alberto Scuro l'aveva annunciato in apertura di giornata, ieri poco dopo le 9,30: “Questo Consiglio federale vuole essere un Consiglio di dialogo. Oltre all'incontro con Andrea Zagato che abbiamo in programma per domani (stamani alle 10, ndr), importantissimo, abbiamo voluto organizzare un dialogo aperto nel pomeriggio di oggi con gli appassionati di motorismo storico sulle tante problematiche che riguardano il nostro mondo: parlarne insieme è sicuramente un arricchimento”. E così è stato, con una successione fitta di eventi ed interventi che è iniziata subito dopo pranzo ed è andata avanti con dibattiti e presentazioni non-stop fino alle 18. A condurre l'intera giornata, la simpatia e lo charme di Savina Confaloni, immancabile volto noto dell'automobilismo italiano. Presenti anche i vice presidenti Asi Paolo Pininfarina e Antonio Verzera.

Sulla via della Cina. Dopo una mattinata celebrativa, in cui sono state consegnate le Manovella d'Oro agli organizzatori delle manifestazioni Asi più significative di quest'anno, il sabato nell'ampio spazio dell'associazione, per tutto il tempo gremito di spettatori e partecipanti, è proseguito con l’intervento di Antonio Durso, che ha presentato diverse attività solidali che nel 2020 vedranno l'impegno dell'Asi. Si è poi assistito al lancio del “Marco Polo Silk Road - Classic Raid 2020”, organizzato da Asi e FCCC (Federation of Classic Car China) per celebrare i cinquant'anni dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina con un evento motoristico da Venezia a Xi’an. Tratti distintivi del viaggio: costo contenuto e attenzione agli aspetti culturali dei luoghi attraversati, anche con viste guidate. Come ha spiegato il vice-chairman Tan Bo, la Federazione asiatica “ha già sei anni di organizzazione di rally in Cina, dove molti giovani amano le auto classiche”.

Zeta protagonista. Le auto selezionate nello stand per omaggiare i cento anni Zagato, in un perfetto parallelo tra passato e presente, sono l’emblematica Alfa Romeo 6C 1500 GS “Testafissa” del 1933, una delle nove TZ3 Stradale costruite dall’atelier milanese come evoluzione delle TZ e TZ2 degli anni Sessanta; una Fiat 8V del 1953 e una magnifica Lancia Hyena del 1993. Diverse le conferenze sul tema, in particolare oggi, domenica 24 (ore 10.00) con interventi di Andrea Zagato e Paolo Di Taranto (“Zagato, un secolo di design e innovazione”), con Giovanni Groppi e Massimo Grandi della Commissione Cultura ASI (“I tratti distintivi di Zagato”) e con Guido Portinari, presidente dello Zagato Car Club (“Una passione che unisce”).

Massiccia presenza internazionale. “Come presidente sono orgoglioso di avere una squadra così forte in Fiva”, ha detto Alberto Scuro presentando i rappresentanti Asi che fanno parte del Direttivo internazionale – Palmino Poli, Roberto Sarzani, Gianluigi Vignola, Giuseppe dell'Aversano, Franco Daudo, Francesco Tabacchino, Paolo Thaon de Revel. Della Federation internationale des vehicules anciens è stato presente nel pomeriggio di sabato anche il neo eletto presidente, l'olandese Tiddo Bresters, che ha evidenziato la necessità di creare una comunità internazionale sempre più compatta per rispondere agli interrogativi del futuro.

Opportunità da cogliere. Altro tema importante presente nel mondo Asi di Milano Autoclassica è stata la presenza di un corner incentrato sul corso di formazione per “Tecnico riparatore di veicoli a motore: auto e moto d’epoca”, che viene svolto dal CAPAC-Politecnico del Commercio e del Turismo di Milano con il supporto di Asi. Una importante realtà che permette ai giovani di cogliere i tanti sbocchi professionali offerti dal motorismo storico. Non sono mancati alcuni allievi che, alla presenza del loro docente di meccatronica Danilo De Santis, hanno dato dimostrazioni del loro apprendimento su un motore da restaurare.

Due ruote anteguerra. La sezione motociclistica dello spazio Asi è stata dedicata, nella kermesse milanese, alla produzione lombarda del periodo prebellico, con la Moto Guzzi 500 GT Norge del 1929, la Gilera 500 VL del 1932, la Bianchi 500 Freccia Azzurra e la Moto Guzzi 500 GTC, entrambe del 1937. Mentre il finale di giornata è stato riservato alle presentazioni della Squadra Corse Asi-Laverda dell’ASI MotoShow e di altri eventi Asi previsti per il 2020.

Programma Asi a Milano AutoClassica - 1Ruoteclassiche
Programma Asi a Milano AutoClassica - 2Ruoteclassiche
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Il futuro delle Euro 0 sotto la lente a Milano AutoClassica

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Lo stand di Aci Storico ha ospitato la tavola rotonda “Milano e le storiche: Euro 0 da bandire o capolavori da ammirare in città?”

Milano AutoClassica non solo una fiera all’interno della quale si possono ammirare auto meravigliose o magari chiudere affari interessanti. La manifestazione fa infatti anche da cornice a incontri sui temi delle auto classiche e della mobilità. Una tavola rotonda ha cercato di mettere assieme i due mondi affrontando domenica alle 12.30 presso lo stand di Aci Storico il tema “Milano e le storiche: Euro 0 da bandire o capolavori da ammirare in città?”. David Giudici, Direttore Responsabile di Ruoteclassiche, ha fatto da moderatore all’incontro, cui hanno partecipato Geronimo La Russa, Presidente dell’Aci di Milano, Marco Galassi, Presidente del CMAE e consigliere Asi, Andrea Martini, organizzatore di Milano AutoClassica, e Maurizio Cavezzali, Presidente del Comitato Organizzatore della Coppa Milano-Sanremo.Scatola nera.   Il primo a prendere la parola è stato Geronimo La Russa, che ha voluto sottolineare subito come il futuro delle storiche vada tutelato e quanto sia importante che Comune di Milano e Regione Lombardia abbiano trovato un accordo per regolamentare la circolazione delle auto classiche inquinanti con l’uso della scatola nera Move-in. “Restano ancora da definire in sede tecnica le modalità e Aci conta di poter avere voce in capitolo perché la norma non sia troppo restrittiva.” ha ricordato La Russa, rimarcando come a Milano sia stata trovata quella sensibilità mancata all’Amministrazione di Torino, che ha invece imposto un blocco totale alla circolazione delle auto storiche.

Un indotto da tutelare.   Marco Galassi ha invece richiamato l’attenzione sul fatto che ora si dovrà far sentire la voce del settore anche in sede europea, dove presto sarà definito un quadro giuridico comunitario, cui poi l’Italia si dovrà adeguare. “Bisogna superare una logica locale. Il nostro settore crea un indotto da 2,2 miliardi di euro all’anno e ci sono interessi importanti da tutelare. Non possiamo restare semplici spettatori di certe decisioni.” ha detto il Presidente del CMAE. 

Questione di cultura.   Dal canto suo, Maurizio Cavezzali ha invece messo l’accento su come le manifestazioni che hanno come protagoniste le auto d’epoca andrebbero promosse, mentre a volte, da organizzatore, ha avuto l’impressione la Coppa Milano-Sanremo fosse quasi contrastata. “La carovana delle auto in gara meriterebbe di fare passerella in piazza Duomo e invece fioccano multe ai partecipanti, che portano per la città veri a proprio capolavori di stile di meccanica.” ha sentenziato Cavezzali, trovando tutti d’accordo sul fatto che serva diffondere una cultura legata all’auto d’epoca.

Una passione condivisa.   Quale sia in fondo l’appeal delle classiche sulla popolazione lo ha ricordato un dato citato da Andrea Martini: “Oltre trenta milioni di italiani hanno avuto a che fare con le auto d’epoca nello scorso anno e il 40% di loro sogna di possederne una.”.

Il settore a un bivio.   Eppure il momento resta delicato. Nello scambio di vedute conclusivo è emerso come all’orizzonte si profili un bivio, con il settore che potrebbe consolidare l’espansione registrata negli ultimi anni oppure iniziare una fase di declino. Tutto dipenderà da quello che sarà deciso a livello normativo. Sicuramente sarà necessario che Aci e Asi sappiano fare fronte comune e presentarsi compatti quando saranno chiamati a pronunciarsi in sede istituzionale. Spesso la Pubblica Amministrazione non ha infatti una conoscenza specifica né una competenza effettiva per prendere decisioni che riguardano il mondo automotive e un’iniziativa corale potrebbe portare a provvedimenti più equi e sensati.


Secondo raduno Ruoteclassiche e Youngtimer a Milano AutoClassica

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Il secondo dei nostri raduni, organizzato in occasione della kermesse milanese, è stato un vero successo

Confermato il successo ottenuto dal raduno di ieri. Anzi, superato. Al meeting di oggi, infatti, nonostante il persistere di un tempo avverso si sono presentati ancora più partecipanti. Un parterre particolarmente articolato, composto da ricercate vetture del passato affiancate da modelli più recenti e popolari, ma capaci di suscitare comunque un buon livello d’interesse. Davvero apprezzabile, nel complesso, lo stato di conservazione originale delle varie vetture.Viva la passione per le auto. Un livello elevato, quindi, che ha messo in “difficoltà” la giuria, capeggiata dal direttore di Ruoteclassiche e Youngtimer, David Giudici, e dal vicedirettore, Carlo Di Giusto, nella scelta delle auto da premiare. Confermato, anche in questa occasione, il nostro metro di giudizio: le vincitrici sono state selezionate, oltre che per le indubbie caratteristiche tecniche, anche per la loro storia personale e per l’amore con cui sono state acquistate e accudite. Perché se una persona effettua un scrupolosa ricerca per trovare il modello che ha sempre sognato di possedere, lo compra con sacrificio e poi lo restaura con dedizione, dev’essere premiata a prescindere dal valore economico dell’auto in questione. In fondo, è la passione il vero elemento aggiunto che anima il settore (e non solo), ed è bene ricordarlo. Proprio per questo, anche per il futuro, se parteciperete ai nostri raduni, vi consigliamo vivamente di rimanere accanto alla vostra vettura durante il passaggio “ufficiale” della giuria, per raccontarci la storia e le particolarità delle vostra auto. I dettagli sono sempre importantissimi, anche quelli che magari tendete a considerare superflui o irrilevanti, magari potrebbero fare la differenza. Detto ciò, ecco di seguito le quattro prescelte.

L’auto che arriva da più lontano: Fiat Duna DS di Mauro Minetti del 1989, proveniente dalla provincia di La Spezia. Esemplare fotografato per il servizio di Ruoteclassiche di qualche tempo fa, in ottime condizioni, è stato autografato all’interno del bagagliaio nientemeno che da Giorgetto Giugiaro, durante la partecipazione alla trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio. Sicuramente oggi è una vera rarità.

La preferita della redazione: Alfa Romeo Spider 2.0 di Fabio Berardinello, del 1991. Una delle poche 2000 non catalizzate, ha solo 50.000 km all’attivo ed è tutta originale fin nel minimo dettaglio. Assolutamente perfetta come meccanica, carrozzeria e interno, ha a corredo anche l’hardtop originale ancora imballato.

La più rara: AMC Eagle di Gianluca Bondioli, del 1980. Il proprietario ha vissuto negli States per anni, ed era rimasto affascinato al tempo da questa prima proposta di station wagon a trazione integrale, formula poi divenuta di moda. L’ha trovata in Italia qualche anno fa, dov’è arrivata in un pugno di esemplari e non ha saputo resistere.

Premio speciale Agip 900 - lo stile non ha tempo: Mercedes-Benz 190 SL di Giuseppe Bellinzoni, del 1961. Auto nella livrea originale rosso corallo e nero, insolita su questo modello ma molto gradevole, è in condizioni esemplari e dotata dell’hardtop originale. L’interno in pelle nera, ancora in ottime condizioni, è originale. Decisamente in tema i proprietari, abbigliati con capi contemporanei dell’auto e decisamente eleganti. 

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Eberhard & Co. alla Winter Marathon 2020

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Eberhard & Co. si conferma main sponsor e official timekeeper della Winter Marathon, in programma a Madonna di Campiglio dal 23 al 26 gennaio 2020

Eberhard & Co. scandirà i tempi della competizione invernale di regolarità classica, riservata alle vetture costruite entro il 1968, alle quali si aggiungerà una selezione di modelli di particolare interesse storico e collezionistico prodotte fino al 1976. La maison sarà protagonista dell’atteso trofeo sul lago ghiacciato di Madonna di Campiglio. La sfida ad eliminazione diretta sarà dedicata ai primi 32 equipaggi classificati, che durante le 2 tappe precedenti avranno saputo cimentarsi meglio fra passi ghiacciati, curve e salite.Prestigiosi premi in palio. Verranno assegnati in premio gli orologi delle principali collezioni sia all’equipaggio vincitore del Trofeo Eberhard sia ai vincitori della classifica assoluta. La maison è presente in molti degli appuntamenti più significativi nel panorama delle corse per auto storiche, a livello nazionale e internazionale. Il suo legame consolidato con l’affascinante mondo della velocità e degli eventi motoristici affonda le proprie radici negli anni Novanta, quando l’azienda dedicò a uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, Tazio Nuvolari, una speciale collezione di cronografi.

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Cesare ed Enrico Rondinelli vincono il Campionato Italiano Velocità Autostoriche

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La vittoria del Campionato - IV raggruppamento – è arrivata a bordo di una Porsche 911 Carrera 2 Gruppo B

Nella giornata di ieri, l’ultima gara di due ore, decisa nelle battute finali, ha regalato a Cesare ed Enrico Rondinelli il Campionato Italiano Velocità Autostoriche 2019 - IV raggruppamento - per il terzo anno consecutivo, sempre a bordo della fedelissima Porsche 911 Carrera 2 Gruppo B. L’ottavo appuntamento del Campionato Italiano Velocità Autostoriche a Magione - svoltosi il 23 e 24 novembre - doveva sancire i vincitori del primo e del quarto raggruppamento, mentre il secondo e il terzo erano già stati conquistati nell’appuntamento di Imola.Una vittoria inaspettata. Per l’equipaggio composto da Cesare ed Enrico Rondinelli la classica 2 ore di endurance sul circuito umbro si apriva senza grandi aspettative, poiché il singolo punto di distacco nei confronti della potentissima BMW 323i IMSA, guidata da Ambroso e Jarach, appariva impossibile da conquistare, anche per la presenza del campione Danny Zardo, a supporto come terzo pilota sulla berlina bavarese. Per buona parte della gara i piloti della BMW hanno gestito il vantaggio cercando di indurre all’errore i Rondinelli, relegandoli ad un secondo posto che avrebbe impedito di conquistare il prezioso punto necessario per il Titolo Italiano. Improvvisamente, a dodici minuti dalla fine, Zardo ha vistosamente rallentato a causa della rottura del differenziale, permettendo alla Porsche 911 Carrera 2 di sopravanzare e vincere. Guadagnando così due punti che hanno permesso ai Rondinelli di chiudere in cima alla classifica riservata alle auto costruite tra il 1982 ed il 1990.

Non c’è il due senza il tre. La Sierra Cosworth di Gianni Giudici e Claudio Giudice, anche loro in lizza per il campionato, non è riuscita ad ambire al primo posto sul podio di Magione. Così per il terzo anno consecutivo - e per il secondo con la fedelissima 911 Gruppo B - i Rondinelli hanno portato a casa il Titolo Tricolore, grazie al team RS Historics, alla preparazione della Rennsport e al Circolo della Biella, con cui Cesare aveva già conquistato due titoli con le autostoriche nel 1991 e nel 1995.

Immagini di: Claudia Cavalleri

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Serata “Biscioni e Campioni” con Mauro Pregliasco

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Cherasco, nell’amena provincia cuneese terra di sapori e bellezze mozzafiato, la piovosa serata si tinge di rosso. No, non è il trailer di un film horror, ma il prologo dell’incontro organizzato dal gruppo “Biscioni Torino” con il campione di rally Mauro Pregliasco nella serata di giovedì scorso

Un incontro che ha visto il cortile dell’Hotel Somaschi “tinto” dal rosso delle Alfa Romeo Alfetta GTV che scortavano la GTV Turbodelta Gr. 2 vincitrice del Rally del Danubio. “Biscioni” è un gruppo di amici in primis, spiega Francesco Ceo (Project Manager in Italdesign) a capo del direttivo: c’è una grandissima passione di base, ma questa non basta per capire lo spirito di questa realtà, atta a condividere e vivere l’amore per le Alfa Romeo classiche a tutto tondo. Non si tratta solo di ritrovarsi ai raduni ed organizzare cene, la chiacchierata con Mauro Pregliasco ne è la dimostrazione, una serata in una splendida cornice, quella del Monastero di Cherasco in cui non ci si limita a ricordare i bei tempi andati quanto piuttosto condividere esperienze collegate con il fil rouge della passione.Il Prete. La scelta di questo luogo, un ex monastero, non è casuale visto che Pregliasco era soprannominato “Il Prete”. Mauro Pregliasco, nato a Millesimo l’11 dicembre 1944 ci spiega: “mi chiamavano così perché servivo la messa, anche tre volte al giorno. Ero educato e molto timido, sono un buono. Ma sulle piste quando c’era da castigare i campioni non guardavo in faccia nessuno”. La stoffa del campione si percepisce dal suo sguardo, dalla sua umanità e così tra le suggestioni anni ‘70 ripercorriamo la sua ascesa all’automobilismo, da quando ancora bambino rincorreva le auto che passavano per Millesimo (Sv) al suo primo incidente con una Fiat 500, sino al debutto fortunato con la 850 che nel 1969 lo vedrà vincere a Pistoia dinanzi alle mitiche Lancia Fulvia. “Ci vogliono le giuste coincidenze, il destino, oltre al talento” ci dice con franchezza, riferendosi al suo esordio in Lancia nel 1970. Questo e molti altri aneddoti vengono infatti raccontati nel libro scritto da Carlo Cavicchi (ex direttore di Autosprint e Quattroruote) in cui compaiono tra i tanti: Cesare Fiorio, Carlo Chiti,  Jean-Claude Andruet, Raffaele Pinto, Markku Alen oltre al “Drago” Sandro Munari a cui rivolge un saluto speciale.

Genio e sregolatezza. Dopo un 1976 conclusosi con un terribile incidente a seguito del quale perse la vita il copilota Angelo Garzoglio, nel 1977 nonostante  un ritardo di 4 gare, Pregliasco vince il Campionato Italiano ma a seguito dell’accorpamento dei team Lancia e Fiat-Abarth lui e Raffaele Pinto vengono tagliati fuori nell’ottica di un ridimensionato della squadra corse ma il 28 dicembre del 1977 Nino Vaccarella lo invita alla Fiera dei Motori di Palermo, dove conosce  Carlo Chiti che lo invita a correre per l’Autodelta. Pregliasco ricorda Carlo Chiti per la grande simpatia, un uomo che definisce a tratti istrionico e spregiudicato ma dalla grandissima competenza e generosità: “Dopo la proposta mi ha fatto penare per tre mesi prima di farmi firmare il contratto, poi dopo avermi chiesto quanto mi pagassero in Lancia mi offrì il doppio di quanto percepivo prima”.

Escalation di successi. Nel 1978 Pregliasco conquista il titolo Turismo Gruppo 2 con l’Alfetta GTV 2.0 ma l’anno seguente la nuova Alfetta GTV Turbodelta equipaggiata con 2.0 turcompresso da 230 cv stenta a imporsi per via di innumerevoli guasti, l’unica vittoria fu quindi al Rally del Danubio in Romania. In quell’anno l’Autodelta preparava anche un’ evoluzione dell’Alfetta Turbodelta accreditata di ben 400 cv ma considerati i limitatissimi fondi forniti dall’IRI (che all’ epoca era proprietaria dell’ Alfa Romeo) il progetto venne accantonato pregiudicando così una possibile ascesa dell’Alfetta GTV Turbodelta Evoluzione nelle competizioni. Nel 1981 l'Autodelta annuncia il ritiro dal Campionato Rally dando la priorità allo sviluppo di vetture da Formula 1 ma la carriera sportiva di Pregliasco continua con una Porsche Carrera con la quale arriva 2° al Rally Quattro Regioni e vince il Giro di Sicilia. L’anno seguente è nella Squadra Corse di Ford Italia dove rimane fino al 1984 mentre dal 1985 al 1987 è alla guida della Lancia 037 del Team West con la quale vince due volte il Trident Challenge.

Una grande carriera. Dopo le ultime due vittorie del 1987 Mauro Pregliasco lascia definitivamente le competizioni dedicandosi alla consulenza nell’ambito motoristico. Questa in breve la storia di un campione, che ci dice “datemi del tu, per piacere” perché così merita di essere chiamato Mauro, un uomo che con determinazione e perseveranza ha saputo trasformare la sua passione in una leggenda per l’automobilismo. 

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Maximilian Busser & Friends Legacy 101 Palladium

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Bilancere e scappamento sono sospesi… al centro del quadrante. Creano una visione mistica. E il palladio ci mette l’altissimo valore della preziosità. 18 esemplari

La Legacy Machine 101 di MB&F, nata nel 2014 (primo movimento completamente ideato, progettato e sviluppato “in casa”), ha voluto immaginare l’attività di design e produzione di orologi come un secolo fa, quando ancora lo scenario era pressoché monopolizzato dagli orologi da tasca. A questo oggetto la piccola casa Svizzera si è ispirata applicando i principi della creatività che diventa arte e introducendo particolarità che la rendono un capolavoro del settore. L’LM 101 si è proposta in varie versioni (oro bianco, rosa, giallo, platino…). In questa ultima declinazione si presenta in palladio (metallo appartenente al gruppo del platino, scoperto agli inizi dell’800 e divenuto oggi più prezioso di quest’ultimo). Alla vista si presenta con un effetto bianco-argentato che ne aumenta ancora di più l’effetto di lucentezza.

Movimento “sospeso”. L’aderenza alla tradizione dell’LM 101 Palladium di Maximilian Busser & Friends si ferma alla forma della cassa, con un diametro di 40 mm. In questo LM 101 è perfettamente convenzionale. La sua principale specificità è la tridimensionalità della visualizzazione del tempo. L’organo regolatore, infatti, si trova al centro dell’orologio, sospeso, in una condizione che lo allontana da qualsiasi legame con la normale tradizione di un segnatempo. Il grande bilanciere (1,4mm di diametro) oscilla a 2,5 Hz/18.000 alternanze l’ora ed è posizionato sopra il quadrante, in una straordinaria posizione, sollevata in un piccolo vuoto che eleva lo spessore a ben 16mm (i due archi sono realizzati partendo da un blocco metallico unico). In questo ampio spazio il bilanciere si anima, oscilla e prende vita, stabilisce con il suo indossatore un rapporto intimo e complice che si riempie di unicità.

Riserva di carica. Il grande quadrante dell’LM101 Palladium si presenta con un effetto laccato che varia tra il grigio, il verde e l’azzurro a seconda dell’orientamento della luce. La visualizzazione del tempo è affidata a due piccoli contatori più piccoli: alle due troviamo ore e minuti su un contatore con piccoli indici a numeri romani. A ore 6 l’indicazione della riserva di carica del movimento (45 ore) su un quadrante con piccoli numeri in stile retrò. A ore 4 è posizionata la corona e sul fondello si può leggere il nome di Kari Voutilainen, che ha collaborato con MB&F per realizzare le finiture. Questo prezioso orologio si indossa al polso con un cinturino in pelle nera con fibbia in palladio. Prezzo: 51000 euro.

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Armin Strom Gravity Equal Force

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La factory indipendente di Bienne introduce un nuovo modello con movimento “a rilascio costante di energia” secondo il principio del meccanismo “Croce di Malta”

Si usa spesso affermare che oggi l’Orologeria non abbia registrato grandi rivoluzioni rispetto alla all’affermazione dei suoi principi fondanti. Ci sono state (e ci sono tuttora), figure che hanno fatto tanto per il settore sia in epoca pionieristica come anche oggi. Questi personaggi hanno lasciato/lasciano un segno profondo con l’introduzione di innovazioni o grazie a capacità creative uniche. Uno di questi è Armin Strom, genio incontrastato della decorazione. L’artista di Burgdorf, classe 1938, ha iniziato nel ’67. Alla normale vendita di orologi ha affiancato un laboratorio per la riparazione e la decorazione. Oggi il marchio indipendente Armin Strom è leader nella scheletratura e nella capacità di farci vedere ogni particolare tecnico di un orologio.

Il problema della forza. L’ultima creazione del marchio indipendente di Bienne è il Gravity Equal Force, primo modello della collezione System 78. Il principio informatore che ne ha retto lo sviluppo è la ricerca della massima ottimizzazione della coppia generata dal movimento.

Una delle maggiori preoccupazioni dell’orologeria, fin dagli inizi, è stata l’individuazione di un sistema in grado di gestire il rilascio di energia da parte della molla. Quando questa è alla massima carica la rilascia inizialmente con molta forza. Gradualmente questa cala, rallenta e nascono problemi di segno opposto: emergono errori di funzionamento, perdita di coppia, il movimento aumenta lo sforzo per superare le frizioni interne e continuare a funzionare. Il problema di un orologio, quindi, è gestire (equilibrare, uniformare) il rilascio di energia così da rendere omogeneo il suo funzionamento.

Coppia costante. Il Gravity Equal Force è stato ideato da un orologio da tasca portato nei laboratori Armin Strom per essere restaurato. Esso realizza un funzionamento “a forza costante” sfruttando il principio del meccanismo Croce di Malta, in cui il movimento funziona rilasciando forza in modo progressivo ed evitare problemi con il diminuire della carica. L’orologio, di conseguenza, garantisce qualità omogenea nella misurazione del tempo fino a che il bariletto non sia completamente scarico.Il calibro ASB19 (72 ore di autonomia di marcia), è ospitato in una cassa in acciaio da 41 mm di diametro. Sul quadrante scheletrato è riportato, in posizione decentrata sulla sinistra, un piccolo contatore con ore e minuti mentre ancora più a sinistra Armin Strom ha posizionato un piccolo quadrante con la misura dei secondi continui. A destra, sulla porzione inferiore, è visibile il micro rotore con indicatore della riserva di carica. È proposto in due versioni, nera o blu, con cinturino in pelle e fibbia in acciaio. Prezzo: 16900 CHF.

Armin Strom Gravity Equal Force - 1Ruoteclassiche
Armin Strom Gravity Equal Force - 2Ruoteclassiche
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Natale e Capodanno nel segno delle 8V, su Ruoteclassiche di Dicembre

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Ruoteclassiche chiude il 2019 con un menù ricco di prelibatezze, come si conviene a un numero festaiolo: dalle Fiat 8V alla Miura del film “The Italian Job”, passando per un interessantissimo faccia a faccia tra presidenti dell’Aci e dell’Asi…

Puntiamo sull’8. Sono le Fiat 8V, preziose, rare e ricercatissime dai collezionisti, il piatto forte di Ruoteclassiche di dicembre: il modello è stato prodotto in soli 114 esemplari, “vestiti” da diversi carrozzieri di grido. Ne abbiamo portati in pista (e in copertina di numero) ben otto.Quante Fiat. Altra Fiat ambitissima tra le “Regine del passato”: una 508 Sport Spider del 1933, vettura da corsa frutto dell’estro creativo di Mario Revelli di Beaumont messo al servizio di Ghia. Tra i “Ritrovamenti” spazio ancora a una Fiat, in condizioni da suggestivo “Barn find”.

Un Toro molto particolare. Un capitolo a parte merita la Miura P400 (1968) che prese parte alle riprese del film “The Italian Job”, di cui quest’anno ricorrono i cinquant’anni dall’uscita nelle sale; l’esemplare è stato splendidamente restaurato dal Polo Storico Lamborghini. Chiudono la sezione “Auto” del numero, il punto sull’accordo PSA - FCA e la Ford Mustang Bullitt, sotto il cappello “Classiche domani”. Torna lo spazio “Tuttoclassico” con la presentazione di un veicolo commerciale che ha fatto la storia del segmento: il Ford Transit.

Presidenti on air. Il Contenitore “Fatti e Persone” è ancora una volta ricchissimo di eventi e spunti di riflessione: si parte con un serrato “faccia a faccia” tra Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci, e Alberto Scuro, presidente dell’Asi, su temi che spaziano dai blocchi alla circolazione per le classiche ai criteri di certificazione per le vetture storiche (ma le cinque domande che abbiamo rivolto a entrambi sono un concentrato di argomenti sui quali i nostri lettori attendono da tempo posizioni chiare e possibilmente condivise).

Ultimi fuochi di stagione. Moltissimi gli eventi sotto la lente, a cominciare dalla recente edizione di Auto e Moto d’Epoca di Padova, l’ennesima da record, per poi proseguire con l’Audrain’s Motor Week, il Classic Eleganza a Stresa e l’esclusiva cena di gala a margine della kermesse padovana per festeggiare i cent’anni (con relativo rilancio) della testata Autoitaliana e gli 80 della sede Maserati di Modena.

Tutto cominciò così… Di Corrado Lopresto il nostri lettori conoscono quasi tutto, a cominciare dalla sua pluripremiata attività di ambasciatore del Made in Italy motoristico nel mondo. Noi vi raccontiamo l’“incontro” che diede la stura alla sua carriera di collezionista: la storia del suo primo restauro.

Cronometri e mercato. Nella sezione “Gareclassiche” occhi puntati sulle ultimissime competizioni di stagione: Targa Florio Classica e Coppa Franco Mazzotti. Il Mercato, nella sua rinnovata forma di contenitore allargato, si sofferma sull’analisi degli ultimi tre mesi, sulla Rolls-Royce Silver Shadow e Bentley T e su quattro aste di queste settimane: Finarte a Padova, RM Sotheby’s e Bonhams a Londra e Artcurial a Parigi.

Calendario da collezione 2020. Chi non ne avesse ancora a sufficienza può approfittare dell’ultimo Ruoteclassiche dell’anno per acquistare il nostro nuovo calendario da collezione, dedicato alle sportive Alfa marcate dal Quadrifoglio.

Buona lettura!

Ruoteclassiche di Dicembre (2019) - 1Ruoteclassiche
Ruoteclassiche di Dicembre (2019) - 2Ruoteclassiche
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BMW 320i Touring, station di carattere

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Sul finire degli anni ottanta la BMW produce la 320i Touring, pensata per distinguersi dalle concorrenti grazie a uno stile personale

La personalità marcata è una peculiarità che da sempre contraddistingue la BMW, indipendentemente dalla tipologia del modello specifico preso in questione. Un nitido esempio di tale asserzione, per esempio, può essere rappresentato dalla 320i Touring prodotta verso la fine degli anni ottanta. In quel periodo la Casa decide infatti di produrre un’originale station, contaminata in alcune linee dagli stilemi tipici di una coupé e dedicata a un pubblico che vuole distinguersi non a bordo di una “semplice” familiare alla moda, ma di un veicolo brillante, compatto e con una discreta disponibilità di spazio. In altre parole, la Touring rappresenta una vettura particolarmente versatile: elegante e - allo stesso tempo- sportiva, si prefigura come un’auto adatta a (quasi) ogni situazione.Un “abito” interessante. Il suo aspetto, derivato dalla Serie 3 convenzionale, ha una forma gradevole, specialmente al posteriore, dove assume un andamento morbido e ben raccordato con il resto della carrozzeria. Gl’interni si contraddistinguono per l’elevato livello di finitura e la qualità dei materiali impiegati per la componentistica. L’impostazione della plancia è quella classica del marchio, con la console avvolgente rivolta verso il conducente. La dotazione è completa, così come la lista degli accessori. Ben fornito, l’elenco degli optional per personalizzare a piacimento la vettura comprende, tra l’altro, interni in pelle, differenziale autoblocante, tetto apribile elettricamente, sedili riscaldabili e vernice metallizzata. Omologata per cinque persone la 320i Touring risulta comoda soltanto per quattro, perché il quinto passeggero è disturbato dall’ingombrante tunnel centrale. Il bagagliaio non è troppo capiente, ma si avvale di un pratico portellone e della possibilità di abbattere i sedili posteriori, anche separatamente, per ottenere un grande piano di carico (capacità massima di 1125 dm3) la cui accessibilità, però, è poco agevole a causa del bordo alto e irregolare. Ai lati del vano, ricoperto di moquette, due grossi cassettoni accolgono rispettivamente la batteria e gli attrezzi.

Meccanica collaudata. La 320i Touring mantiene la classica impostazione BMW a motore anteriore longitudinale, trazione posteriore e sospensioni a quattro ruote indipendenti. Il propulsore, 6 cilindri in linea di due litri, sviluppa la stessa potenza delle altre versioni di pari cilindrata (129 cv) ma eroga una coppia massima di 164 Nm a 4300 giri/min. La novità più interessante, adottata per altro da tutte le versioni di Serie 3, riguarda il sistema di accensione e iniezione elettroniche integrate (Bosch Motronic) che assicura una migliore erogazione di coppia e un funzionamento più regolare. Per il resto la struttura del motore rimane inalterata col monoblocco in ghisa, la testa in lega leggera e le valvole a V sfalsate e comandate da un asse a camme in testa per mezzo di piccoli bilanceri. In termini di prestazioni la 320i Touring accelera da 0 a 100 km/h in circa 11 secondi (10.9, per l’esattezza) e raggiunge una velocità massima di 196 km/h.

La prova di Quattroruote. Il comportamento della vettura, nel complesso, viene giudicato decisamente soddisfacente. In particolar modo, convince il motore (quattro stelle) capace di girare rotondo e regolare a tutti i regimi. L’unico appunto riguarda una progressione un po' lenta al di sotto dei 3500 giri/min. Sopra tale soglia, invece, il comportamento diventa più brillante e la lancetta del contagiri sale rapidamente. Positivo anche il comportamento del cambio manuale, con innesti dolci e precisi, e la tenuta di strada. Seppur caratterizzato da una scarsa progressione, lo sterzo morbido viene ritenuto sufficientemente preciso, mentre l’impianto frenante vanta spazi d’arresto abbastanza contenuti. Non convincono (due stelle) l’accelerazione, penalizzata dal consistente peso in gioco (1339 kg), e il consumo. Nella categoria delle due litri, infatti, risulta tra le meno parsimoniose.

La quotazione attuale. La valutazione odierna per una BMW 320i Touring (1988-1991) va da un minimo di 1300 a un massimo di 3800 euro, per un modello in perfette condizioni.

Diteci la vostra. E voi, cosa ne pensate della 320i Touring del 1988? Vi piaceva oppure preferivate modelli di altri marchi? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete una storia interessante sul suo conto, potete scriverci una mail all’indirizzo di posta redazione@ruoteclassiche.it.

BMW 320i Touring - 1Ruoteclassiche
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Milano AutoClassica: in archivio un’edizione record

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Auto d’epoca, instant classic, youngtimer? Cercatele o chiamatele come volete, sono state tutte di casa nella nona edizione di Milano AutoClassica

Il successo dei visitatori (76.553) conferma che gli italiani continuano ad aumentare il classico che non passa di moda, in un settore magari fermo a livello di prezzi dal punto di vista commerciale, ma in aumento esponenziale di interesse. Soprattutto da parte dei giovani, che nelle scelte dettate anche e soprattutto dal budget riescono a precorrere i potenziali trend di domani. In questo, le oltre tremila vetture offerte nei padiglioni 18 e 22 e nelle aree esterne della Fiera Milano a Rho hanno costituito un parterre di grande varietà. Anche se non ha ancora il peso specifico di manifestazioni come Padova, tanto per non fare nomi, Milano AutoClassica ha saputo proporre un parco auto di livello medio-alto e una serie di eventi che hanno incluso ogni ambito del panorama d’epoca.Ferrari eccezionali. Dopo RM Sotheby’s e Cambi, ha debuttato la Casa d’aste italiana Wannenes con una quarantina di lotti fra auto e moto storiche e da collezione. La “sorellanza” con Retro Classics di Stoccarda ha portato una bella selezione di tedeschine, mentre a pochi metri è andato in scena il restauro dal vivo di una Lancia Aurelia B24 Spider America nello stand di Kessel Classic. intorno all’area Lounge, un viaggio nelle Ferrari GT degli anni 50 e 60 da togliere il respiro, selezionate dall’esperto Paolo Olivieri: una Ferrari 246 GTS verde smeraldo, una Ferrari 275 GTB in livrea nera; la Ferrari 342 America carrozzata da Pininfarina nel 1951 in blu pavone; una Ferrari 330 GTC nera, una 250 GT Pininfarina Cabriolet grigio canna di fucile; più le due celesti apparizioni della Ferrari 250 Europa GT e di una 246 GTS.

Le Case auto. Altre vetture d’eccezione sono state presentate dai club e dai grandi marchi che, come consuetudine, hanno approfittato della kermesse meneghina per fare passerella con auto non sempre d’epoca, ma di punta. Parliamo di Abarth Club Milano (con Abarth 695 1.4 T-Jet col logo del 70° Anniversario), Alpine cars (con Alpine A110 S, Alpine A110 Pure, Alpine A110 Legende), Bentley Motors (Continental Gt e Continental GT Convertible), Jaguar (con Jaguar F Pace SVR), Land Rover (con Range Rover Sport Mild Hybrid), Lotus (con Elise 220 Sport, Elise CUP 250, Exige 350 Sport, Exige CUP 430 ed Evora GT410), McLaren (con McLaren GT e McLaren 600LT), Musei Ferrari (con Ferrari 125 S del 1947, Ferrari 250 GT Berlinetta Passo Corto, F2002 e la straordinaria Ferrari Monza SP1), Pagani con Zonda (Zonda Roadster, Zonda Cinque Roadster e Zonda F), Porsche Classic Partner Milano Est e BMW Auto Club Italia (con BMW 2002 Cabriolet del 1973, BMW M Roadster del 1997 e BMW 503 Cabriolet del 1956).

Anniversari importanti. Milano AutoClassica è stata anche un’occasione per spegnere candeline importanti: Horacio Pagani lo ha fatto di persona per i 20 anni di Zonda e per l’occasione si è portato tre Zonda uniche come la Roadster, la Cinque Roadster e la F, la supercar in omaggio a Juan Manuel Fangio. A Pagani anche il tributo Veloce Milano AutoClassica 2019. In occasione dei 90 anni della Scuderia, i Musei Ferrari hanno esposto tre regine straordinarie nella hall della kermesse: la Ferrari 125 S del 1947, il primo modello a riportare il marchio Ferrari, prodotto in soli due esemplari; la Ferrari 250 GT Berlinetta “Passo Corto” disegnata da Pininfarina e presentata per la prima volta al Salone di Parigi del 1959; la F2002 con 15 vittorie su 17 Gran Premi disputati, 9 doppiette e 10 pole position all’attivo che valse il 5° titolo Piloti per  Michael Schumacher. Un secolo tondo per la Bentley, che ha mostrato agli appassionati le Continental GT e Cabriolet, accanto agli orologi in edizione limitata Breitling Premier Bentley Centenary. Festeggiato letteralmente in casa – ha la sede a pochi chilometri dalla Fiera di Milano – l’atelier Zagato, i cui 100 anni di ricerca e innovazione nel deseign sono stati celebrati dall’ASI. Nel suo stand, per l’occasione, la Alfa Romeo 6C 1500 GS “Testafissa”.

Le nostre attività. E ancora dibattiti, confronti, presentazioni di gare, finali di Trofei, premiazioni nell’area incontri ACI Storico. Da non perdere i raduni di Ruoteclassiche e Youngtimer aperti a tutte le macchine pre-2000. Nonostante la pioggia battente vi siete iscritti in oltre 135 e ci ha fatto un piacere enorme. Sono state premiate la Mercedes Benz 190 SL del 1961 di Giuseppe Bellinzoni e signora per “lo stile non ha tempo”; il premio “la più rara” è andato alla AMC Eagle di Gianluca Bondioli, mentre l’Alfa Romeo Spider 2.0 del 1991 di Fabio Bernardinello è stata “la preferita dalla redazione”. Nota di merito per “l’auto che viene da più lontano”: una Fiat Duna DS (autografata da Giorgetto Giugiaro) guidata da La Spezia da Mauro Minetti nonostante il bagno. Quello di folla invece “conferma che il collezionismo di vetture d’epoca sia un settore sempre più in espansione come confermano gli eccezionali dati di  presenza di pubblico giovanile, una nicchia importante che noi desideriamo far crescere”, queste le parole di Andrea Martini, Presidente di Milano AutoClassica. Appuntamento, dunque, alla prossima edizione già fissata dal 20 al 22 novembre 2020.

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L’Alfa Romeo “Soffio di Satana” di d’Annunzio torna al Vittoriale

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Dopo oltre settant’anni l'Alfa Romeo 6C 2300 T di d’Annunzio, diventata celebre per il suo particolare soprannome, ritorna al Vittoriale

Nella primavera del 1932 una gradevole chiacchierata con Tazio Nuvolari, seduto sul predellino di un’Alfa Berlina 6C 1750, accende in d’Annunzio una fervida passione per le Alfa. In poco più di due anni, infatti, oltre alla 6C 1750 quarta serie acquista una 6C 1750 GT quinta serie e una 6 cilindri 2300 T carrozzeria berlina Touring 4 posti. Quest’ultima, per via della sua linea leggerissima, viene soprannominata “Soffio di Satana”.Un gradito ritorno.  In seguito alla morte del Poeta, nell’estate del ‘46, viene venduta alla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio dall’allora commissario straordinario della fondazione il Vittoriale degli Italiani, per appianare parte dei debiti accumulatisi durante il periodo di guerra. Dopo molti anni, e un ulteriore passaggio di proprietà, nel settembre 2017  riappare in uno dei lotti di punta dell’asta di “Auto classiche” organizzata da Pandolfini, con una base d’asta di mezzo milione di euro. Un’azione della magistratura, però, riconosce Soffio di Satana come un bene inalienabile del Vittoriale, disponendone il sequestro e il ritorno a casa. Pertanto, la vettura potrà ora essere nuovamente ammirata presso il museo “l’automobile è femmina” - allestito all’ingresso del Vittoriale degli Italiani- insieme alle sue “sorelle”.

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Arcaido: nasce un nuovo marchio (italiano)

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Si comincia il 15 dicembre con la campagna su Kickstarter di Primo. Cassa in bronzo, movimento Sellita, ampia personalizzazione possibile

Primo è il modello d’esordio del nuovo brand Arcaido. La denominazione dell’azienda nasce da “arca”, metafora di contenitore di conoscenze passate e idee innovative. La sfida è realizzare orologi ad arte pensati, sviluppati e prodotti sulla base di essenziali concetti chiave: legame forte con l’Italia, elevato livello di qualità grazie alla fabbricazione svizzera e possibilità di personalizzare molti componenti. L’utilizzo del bronzo per la cassa di Primo si spiega con il suo antico legame con il mare. È un metallo “vivo”, la cui naturale ossidazione dà un senso di cambiamento e, quindi, di trasformazione. L'acciaio, naturalmente, non è stato tralasciato ma questo riguarda progetti futuri.

Solo tempo o GMT. Primo è disponibile in due versioni: solo tempo o GMT. La cassa in bronzo ha un diametro di 42,5 mm e 14 di spessore, protetta con corona a vite in bronzo dotata di vistosi rigonfiamenti sulla carrure. La lunetta è integrata con ghiera girevole unidirezionale in ceramica nera opaca (con 120 scatti). È equipaggiato con calibro Sellita, meccanico a carica automatica. A seconda della versione visualizza sul quadrante, protetto da vetro in zaffiro, ore, minuti, secondi e, sulla versione GMT, il secondo fuso orario con una lancetta più corta. Sulla parte terminale questa presenta un triangolo bianco. Nella finestrella a ore tre è riportato il datario. Il fondello, serrato a vite e decorato, ha un’apertura con cristallo in zaffiro che consente di osservare la massa oscillante del movimento. Entrambe le versioni sono impermeabili fino a 300 metri di profondità.

Il “mio” Primo. Primo è contraddistinto da un’ampia possibilità di personalizzazione. Questa inizia già all’atto dell’acquisto giacché il cliente può scegliere fra le tre tinte standard del quadrante: nero, blu o verde. Ma giocando con la fantasia, il desiderio di individualismo o le proprie passioni si può andare lontano. Ciò è possibile con la tecnica della tampografia. L’acquirente può inviare ai laboratori Arcaido un'immagine, una scritta, una firma, le proprie iniziali o un messaggio. Questa fantasia viene stampata sul quadrante e rende l’esemplare completamente personalizzato

Facile sostituzione del cinturino. L’architettura strutturale di Primo rende possibile la sostituzione del cinturino in modo semplice e rapido: il cofanetto in legno contiene gli attrezzi base per cambiarlo (sono inclusi un cinturino pelle e uno in gomma). Attraverso semplici operazioni è possibile svitarlo ed effettuare la modifica. Tramite la goffratura, inoltre, si possono stampare a caldo le proprie iniziali. La campagna di lancio di Primo inizierà il 15 dicembre su Kickstarter con un prezzo molto favorevole. Con l’avvio della normale commercializzazione Primo solo tempo avrà un prezzo di 965 euro. Il GMT costerà 1.185 euro. Saranno disponibili a catalogo numerosi accessori.

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Alfa Romeo Alfasud Super 1200, miglioramenti di sostanza

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A quasi sette anni dal debutto in società, nel 1978, l’Alfasud risulta una delle più interessanti proposte della sua classe. I miglioramenti apportati al modello sono tangibili nella rinnovata versione Super

Fin dalla sua presentazione, avvenuta nel 1971, l’Alfasud è stata una delle automobili italiane più discusse. La sua produzione doveva rappresentare una sorta di simbolo per l’industria automobilistica italiana, nonché un progetto cardine per l’economia del Sud. Nonostante i buoni propositi, però, all’atto pratico i risvolti ottenuti non furono così rosei come le aspettative iniziali. La vettura fu sottoposta a numerose critiche, inerenti soprattutto a dei difetti di finitura della carrozzeria. Proprio per questo motivo, verso la fine degli anni Settanta, un upgrade del modello introduce nuovi trattamenti delle lamiere e della scocca, mirati a eliminare l’annoso problema della ruggine. La versione Super, inoltre, viene affinata in alcuni particolari, per elevare la qualità complessiva del prodotto. Così aggiornata l’Alfasud ha, tecnicamente, le carte in regola per reggere dignitosamente il confronto con le dirette rivali, anche di produzione più recente.Upgrade mirato. Disegnata da Giugiaro, segue la formula delle “medie” dalle dimensioni contenute, con linea aerodinamica e coda tronca. Ancora valida stilisticamente nella parte anteriore, che si distingue per la sua personalità, non convince a pieno nella zona posteriore. La coda, infatti, rappresenta il punto debole, sia dal punto di vista stilistico (apparendo poco armoniosa) sia della visibilità: il lunotto alto e inclinato e i grossi montanti disturbano parecchio in manovra. Gl’interni vantano una buona abitabilità, specialmente per quattro persone. Nella Super, particolare cura è stata posta nelle finiture. I sedili sono meglio profilati, più imbottiti e rivestiti con tessuti migliori. La moquette sul pavimento è robusta. La plancia è funzionale e ben imbottita in poliuretano morbido. Le parti metalliche sono bene rivestite. La dotazione rientra nella norma. Per quel che riguarda l’aspetto tecnico, l’auto è una trazione anteriore, con motore boxer (1.2 litri, 63 cv) ad albero a camme in testa e cambio a cinque rapporti.  L’impianto frenante presenta inoltre uno schema raffinato, da vettura di classe superiore. Ci sono infatti quattro freni a disco, con servofreno e dispositivo anti-bloccaggio al retrotreno.

La prova di Quattroruote. Decisamente soddisfacente l’esito della prova su strada, effettuata dalla “nostra” rivista. La potenza fornita dal motore boxer Alfa è notevole per un 1.2 litri da famiglia. Rispetto alla precedente versione, appare meglio distribuita: si ha perciò una gamma di utilizzo maggiore e una discreta potenza anche alle basse velocità. In definitiva viene considerato come un buon motore. Anche il cambio dell’Alfasud mantiene le ottime caratteristiche dei cambi Alfa. Buona la sincronizzazione della trasmissione: unita all’ottima manovrabilità e precisione d’innesti della leva consente cambi veloci, tipicamente sportivi. A freddo, a volte s’indurisce un po', ma basta percorrere qualche chilometro per ritrovare la sua manovrabilità ottimale. Particolarmente positivo pure il giudizio dello sterzo, pronto e preciso, definito come uno dei migliori della classe.

La quotazione attuale. Indipendentemente dalla versione scelta, le Alfasud prodotte dal 1972 al 1984 hanno una valutazione che può variare da un minimo di duemila euro a un massimo di seimila, per un modello in perfette condizioni.

Diteci la vostra. E voi, cosa ne pensate dell’Alfasud? L’avreste comprata oppure avreste preferito un altro modello del marchio? Cambiando costruttore, invece, quale sarebbe stata, secondo voi, una valida alternativa all’italiana? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete una storia interessante sul suo conto, potete scriverci una mail all’indirizzo di posta redazione@ruoteclassiche.it.

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