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Renault 4 Export, semplice ma funzionale

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Al Salone di Parigi del 1967 viene presentata l’aggiornata versione della 4 Export, dotata di un nuovo cambio e una serie di miglioramenti a carrozzeria e abitacolo 

Negli anni Sessanta la Renault 4 rappresenta, indubbiamente, una delle vetture più riuscite del marchio francese. Fin dal suo esordio riesce a raccogliere ampi consensi da parte del pubblico, grazie alle linee originali corredate da una dotazione semplice ma funzionale. Nei primi anni di produzione si susseguiranno una serie di aggiornamenti, per innalzare progressivamente la qualità generale del modello. Nel 1967, per esempio, in occasione del Salone di Parigi debutta la rinnovata versione 4 Export, pensata per accontentare una clientela sempre più esigente.   Modifiche mirate. Rispetto alla progenitrice le sue linee, nel complesso, rimangono fondamentalmente invariate. Le principali modifiche riguardano il frontale, meno spartano, dove svetta una nuova grigliatura con presa d’arie maggiormente pronunciate. Ad essa si abbinano paraurti a lama con rostri in gomma, di maggiori dimensioni e più funzionali. Sulla fiancata, sotto alla battuta delle portiere, corre un profilo lucido che snellisce (lievemente) la linea della carrozzeria. Praticamente invariata la coda.

Abitacolo più curato. Gl’interni si contraddistinguono per una serie di dettagli aggiornati: plancia, volante, specchietto retrovisore (di dimensioni maggiori), imbottiture dei sedili, pomello della leva del cambio e rivestimenti. Modifiche in grado di conferire all’abitacolo un aspetto più attuale, senza cambiarne però la struttura, caratterizzata da quattro comodi posti e un bagagliaio dalla capienza soddisfacente. Il grado di finiture è proporzionale alla tipologia di vettura, mentre la strumentazione è completa, nonostante l’assenza del manometro dell’olio e del termometro dell’acqua. Prendendo in considerazione l’aspetto tecnico, la 4 Export si rifà direttamente al modello del 1964. La differenza sostanziale rispetto alla precedente 4 consiste nel cambio a quattro rapporti, invece di quello a tre. L’impostazione meccanica è la stessa: motore praticamente identico (845 cc, 30 cv sae), trazione anteriore, sospensioni a quattro ruote indipendenti e freni idraulici a tamburo sulle quattro ruote.

La prova di Quattroruote. Nel 1968 la “nostra” rivista sottoponte l’auto a un test approfondito, ottenendo dei risultati soddisfacenti. Il motore, pur non avendo caratteristiche sportive, risulta abbastanza potente, all’altezza della categoria.  La frizione progressiva e resistente all’uso si abbina a una trasmissione di nuovo tipo, a quattro rapporti, migliorata rispetto a quella precedente (a tre marce). Lo sterzo ha un buon ritorno, però è mediocramente rapportato e non ha molta reazione. I freni sono progressivi e resistenti all’uso. In conclusione, la 4 Export appare migliorata in alcune prestazioni: nell’accelerazione, nella ripresa e nella marcia in salita. Tali miglioramenti sono dovuti - secondo il nostro collega giornalista - al nuovo cambio, che permette di sfruttare meglio la potenza erogata dal motore.

La quotazione attuale. Indipendentemente dalla versione, tutte le Renault 4 prodotte dal 1967 al 1974, attualmente, hanno una valutazione compresa tra un minimo di 3000 e un massimo di 9000 euro, per un esemplare in perfette condizioni.

Diteci la vostra. A questo punto, come di consueto, la parola passa a voi. Siamo curiosi di sapere cosa ne pesate della Renault 4 Export e, più in generale, della 4. L’avreste comprata oppure vi sareste affidati a modelli di altri marchi? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete una storia interessante sul suo conto, potete scriverci una mail all’indirizzo di posta redazione@ruoteclassiche.it.

 

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Nomos Tangente blu Notte

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Per Natale il classico modello del marchio di Glashütte si veste di blu. Disponibile con cassa da 35 o 38 mm

Classe, raffinatezza, eleganza e distinzione contraddistinguono la nuova versione del Tangente. Il classico modello Nomos questo Natale è disponibile con un quadrante blu notte. Si può scegliere tra due versioni di cassa, realizzata in acciaio inossidabile: 35 cm (per lei) e 38 mm (per lui). Il Nomos Tangente blu Notte può quindi rivelarsi, quando non apprezzato singolarmente dall’appassionato individualista, un riuscito regalo per la coppia che desideri dare un ulteriore significato importante alla propria unione puntando sullo stile inconfondibile del marchio di Glashütte.

Stile teutonico. La cassa tonda è un omaggio allo stile rigoroso e minimalista, tipicamente di scuola teutonica, che da sempre lo caratterizza. A dare una così speciale caratterizzazione contribuiscono alcuni dettagli inconfondibili, studiati per dare perfetta definizione alla personalità degli orologi Nomos: forma sottile, indici del quadrante snelli e sottili, corona, con finitura raggi di sole, con uno stile che suggerisce leggerezza, anse lunghe e slanciate, cinturino scamosciato che aggiunge un tocco ulteriore di eleganza ma con un accento informale, ideale per dargli una punta di sportività.

La versione più piccola è impreziosita da lancette, numeri e indici in oro che si abbinano perfettamente al cinturino scamosciato. Il Tangente blu Notte 38 mm punta, invece, sui dettagli in argento che risplendono sul quadrante scuro; qui il cinturino è sempre scamosciato, ma color antracite.

Carica manuale. Entrambe le misure di cassa sono equipaggiate con il calibro Alpha, meccanico a carica manuale, realizzato interamente da NOMOS a Glashütte. Questo movimento, caratterizzato da uno spessore di 2,6 mm, è dotato di funzione stop dei secondi e offre fino a 43 ore di riserva di marcia. È visibile sul lato fondello grazie all’apertura. Sul quadrante, caratterizzato da questo colore così affascinante e particolare, studiato per infondere una riconoscibilità speciale all’occhio attento dell’appassionato o allo sguardo severo di chi punta al rigore dell’eleganza, visualizza ore minuti e, attraverso il piccolo contatore al 6, secondi continui. È garantita l’impermeabilità fino a tre atmosfere di profondità. Prezzo: 1.660 euro (versione con cassa da 35 mm) oppure 1.840 euro (cassa da 38 mm).

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Aste: il debutto di Wannenes a Milano AutoClassica

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Sabato 23 novembre MilanoAutoclassica ospiterà la prima vendita all’incanto di auto storiche della Casa d’aste genovese, già presente dal 2001 nel campo dell’antiquariato

Da quando nel novembre 2016 RM Sotheby’s tenne a MilanoAutoclassica l’asta Duemilaruote, passata alla storia come la  più sensazionale delle aste nel settore delle auto da collezione, non c’è più stato incanto all’interno della mostra-scambio milanese che si sia avvicinato all’eccezionalità di quell’evento. I fattori che ne decretarono il successo furono così particolari che una vendita come quella difficilmente potrà riproporsi.Una nuova sfida. Tuttavia tentare quantomeno di avvicinarsi ai risultati di quell’asta è una operazione che continua a stimolare gli operatori del settore. Lo scorso anno tentò l’impresa la genovese Cambi, che proprio a Milano debuttò tra le auto storiche. E come si ricorderà, non andò molto bene  una serie di imprevisti e i tempi stretti di preparazione ne compromisero il successo. Quest’anno il compito di organizzare un’asta all’interno di MilanoAutoclassica è stato affidato a un’altra Casa genovese, la Wannenes, che proprio a Milano segnerà anch’essa il proprio debutto nel settore delle auto da collezione. Nata nel 2001, la Wannenes (dal nome della famiglia di mercanti d’arte di origine fiamminga presente a Genova dagli inizi del Seicento) “affonda le sue radici nel solco della tradizione antiquaria” prima di trasformarsi in Casa d’aste.

45 lotti. In vendita a Milano ci saranno 45 lotti di cui 35 di auto, cinque di moto e cinque di automobilia. Tra questi ultimi sono da segnalare due assolute rarità che dovrebbero scatenare una forte competizione tra i cultori del genere: due rarissimi disegni tecnici di Giovanni Michelotti del 1953 raffiguranti il progetto di carrozzeria aperta per la Bugatti 252, vettura poi realizzata nel 1957 in esemplare unico e oggi esposta al museo di Mulhouse. Entrambi i disegni sono valutati 2.600 – 3.000 euro. Quanto alle auto, la selezione comprende vetture di ogni epoca, tra le quali una Ceirano De-Dion Bouton del 1903 proveniente da una importante collezione torinese, rimasta sempre in Piemonte. Perfetta per la London-Brighton e per le altre manifestazioni di Centenarie italiane (vedi elenco) viene proposta in asta per la prima volta, con una stima di 70.000 – 90.000 euro. Il pezzo più pregiato del catalogo è invece un’Alfa Romeo 8C Competizione del 2010 in colore Blue Notturno (colore extraserie) e interni neri, la numero 176 di 500 prodotte (solo 84 vendute in Italia), con una percorrenza di 44.000 chilometri. La stima per lei è di 240.000 – 400.000 euro.

Auto prestigiose. Numerose le auto con valutazioni a cavallo dei 100.000 euro, tra le quali sono da segnalare una Giulietta Sprint 1300 del 1957 completamente restaurata, con solo 2000 km percorsi dopo il restauro (stimata 80.000 – 130.000 euro); una Jaguar XK 120 SE OTS del 1952, anch’essa completamente restaurata e con una percorrenza di solo 1000 km dal restauro (140.000 – 200.000 euro); una Porsche 911 2.2 T del 1970 restaurata di recente e con solo 300 km percorsi dopo il restauro (95.000 – 120.000 euro); una Ferrari 308 GTB del 1980 a carburatori e carter secco, perfettamente conservata (90.000 – 110.000); una Porsche 911 (993) Turbo del 1996 con quasi 138.000 km di percorrenza in 23 anni (110.000 – 160.000); una Jaguar E-Type I Serie OTS del 1961 completamente restaurata (130.000 – 200.000), e una Ferrari F430 Spider del 2006 con solo 46.000 km di percorrenza da nuova (140.000 – 220.000). Tra le anteguerra, piuttosto rara una Bianchi S9 Viareggio del 1937, berlina di segmento medio, l’ultima Bianchi prodotta prima di diventare Autobianchi (30.000 – 40.000 euro). A seguire una Lancia Aprilia del 1938 in larga parte conservata proveniente da una importante collezione torinese (45.000 – 55.000 euro), collezione da cui proviene anche una Lancia Ardea IV serie del 1951 (15.000 – 20.000 euro).  La più “economica” è una Autobianchi A112 Abarth “Maquillage 82” del 1982 con solo 38.017 km percorsi da nuova, solo 1500 esemplari sopravvissuti dei 33.000 prodotti.

Info. utili. Qui tutte le informazioni e il catalogo dell’asta  che si terrà sabato 23 novembre a partire dalle ore 15.00, presso il padiglione  22 della Fiera di Rho a Milano. 

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Alfa Romeo Spider, una scoperta affascinante

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Verso la fine degli anni ottanta il mercato propone molte spider e cabrio, per tutti i gusti e per tutte le tasche. Uno dei modelli più interessanti si conferma l’Alfa Spider, caratterizzata da un fascino dal sapore antico

Alla soglia degli anni Novanta il mercato offre un’ampia scelta di vetture spider e cabrio, da modelli glamour di recente produzione a vetture caratterizzate da un fascino dal sapore più “antico”. In quest’ultima categoria rientra l’Alfa Romeo Spider. Nel corso della sua longeva carriera, anno dopo anno, è stata capace di evolversi, nello stile e nel carattere, rimanendo però fedele alla propria identità. Il modello disponibile sul mercato in questo periodo, ovvero sul finire degli anni ‘80, si contraddistingue per dei paraurti decisamente più grandi rispetto al passato, abbinati a un vistoso spoiler posteriore di gomma.Fascino vintage. L’abitabilità dell’Alfa Spider ovviamente è per due, mentre dietro ai sedili c’è un piccolo vano, rivestito di moquette, dove di possono riporre oggetti. La capote “old-school” ha il suo fascino, sebbene lasci passare qualche spiffero d’aria di troppo. La posizione di guida, stile anni Sessanta, è abbastanza razionale. Tutti i comandi sono a portata di mano, compresa la caratteristica leva del cambio che spunta quasi orizzontalmente dal vano motore. La strumentazione, circolare con indicazioni analogiche, è completa e ben leggibile. La buona visibilità, anche con la capote chiusa, permette di effettuare manovre senza particolari difficoltà. Infine, il bagagliaio risulta più che soddisfacente per due persone. Prendendo in considerazione l’aspetto tecnico, la meccanica sfrutta un’impostazione nota: motore (quattro cilindri in linea) anteriore longitudinale, trazione posteriore e cambio manuale a cinque rapporti.

La prova di Quattroruote. Le impressioni emerse dal contatto su strada effettuato dalla “nostra” rivista si sono rivelate soddisfacenti, a partire dal comportamento del motore: pronto e disponibile, soprattutto ai bassi e medi regimi, rende il suo utilizzo piacevole. Il rombo del bialbero Alfa (1962 cc, 125 cv) viene definito come inconfondibile, con i suoi brontolii e i suoi piccoli mancamenti a regime minimo. La potenza è fin troppa per le caratteristiche del corpo vettura. Lo sterzo, un po' pesante specialmente in manovra, presenta un notevole angolo morto iniziale, ma poi reagisce in modo deciso. Proprio per questo motivo il collega giornalista tiene a specificare che richiede quindi attenzione e, soprattutto, tecniche di guida abituali degli anni Sessanta. Anche il comportamento in curva è decisamente vecchio stile, molto sensibile all’acceleratore.

La quotazione attuale. La valutazione odierna di un’Alfa Romeo Spider 2.0 (1983-1990) va da un minimo di 5000 a un massimo di 15000 euro, per un veicolo in perfetto stato o compltamente restaurato.

Diteci la vostra. E voi, cosa ne pensate di questa Alfa Spider? Vi piaceva? L’avreste comprata oppure vi sareste orientati su una “scoperta” di un altro marchio? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete una storia interessante sul suo conto, potete scriverci una mail all’indirizzo redazione@ruoteclassiche.it.

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REC P-51 Eleanor: al polso in 60 secondi

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REC Watches adora produrre orologi riciclando pezzi di iconiche supercar. L’ultimo modello (solo 498 pezzi) si ispira a una famosa Ford Mustang

Il marchio fondato in Danimarca nel 2014 ha una particolare passione per gli orologi automobilistici, che riescano a legarsi il più possibile con modelli sportivi iconici. Questa filosofia risiede nella denominazione stessa che l’azienda ha voluto utilizzare: “Recover” (Recupero), “Recycle” (riutilizzo), “Reclaim” (rigenerazione): “REC” Watches, insomma. L’ultimo modello, il P-51 Eleanor, cerca un legame stretto con una Ford Mustang molto famosa e continuaa proporre il fascino della collezione P-51, il suo primo modello con movimento automatico. Il P-51 Eleanor sarà prodotto in soli 498 esemplari numerati.

Fuori in 60 secondi. Eleanor è un “personaggio” noto tra gli appassionati di auto americane. La prima Eleanor fu una Mustang Fastback del ’71 utilizzata nel film Gone in 60 seconds (“Sessanta secondi e vai”) del ’74. Nel 2000 è stato prodotto il remake (in italiano è stato re-intitolato “Fuori in 60 secondi) interpretato da Nicolas Cage. Per quella occasione il carrozziere Chip Foose ha creato una seconda Eleanor in esemplare unico attraverso un lavoro di personalizzazione di una Shelby Mustang GT500 Fastback del ‘67. In tempi più recenti, due fratelli belgi hanno allestito un’altra Eleanor a partire da una Mustang del ’68. Il baule posteriore della vettura ha offerto il materiale necessario al progetto varato da REC Watches. Dal suo riutilizzo sono stati infatti ricavati i 498 quadranti per la realizzazione del REC-P51 Eleanor. Il quadrante è stato solo una piccola parte di tutto il progetto, che consisteva nel costruire un orologio attorno a questo piccolo pezzo di componente dell’iconica supercar americana. Avrebbe dovuto avere una personalità unica, carattere e, naturalmente ispirarsi alla collezione P-51 del 2015.

Riserva di benzina, pardon, di carica. Il P-51 Eleanor si basa su una cassa da 44 mm di diametro, bombata sulla carrure. Sul lato ricorda l’imponente calandra della Mustang Eleanor. Il fondello riporta una lunga apertura verticale da cui si vede la massa oscillante che riprende il cerchio in lega della Eleanor. Il movimento utilizzato è un calibro Miyota 9130, meccanico a carica automatica, con 28.800 alternanze l’ora e oltre 48 ore di autonomia. Il tempo è visualizzato sul lato anteriore in modo originale. Sulla sua superficie si può apprezzare il metallo proveniente dal baule posteriore della “donor car”. Sono presenti due piccoli contatori (la grafica riprende quella della Ford Mustang): quello inferiore visualizza ore, minuti e secondi. La piccola finestrella superiore, esattamente come un piccolo manometro di una strumentazione, visualizza la riserva di marcia del movimento. In una apertura ad arco della parte inferiore, infine, è riportato il datario. L’impermeabilità è garantita fino a tre atmosfere. Il REC P-51 Eleanor si indossa con un cinturino in pelle nera. Edizione limitata a 498 esemplari. Prezzo: 1.395 euro.

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Siglata una nuova partnership tra Asi e Associazione Città dei Motori

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Considerati gli intenti comuni, Asi e Associazione Città dei Motori hanno siglato un protocollo d’intesa per intraprendere azioni congiunte volte a promuovere e valorizzare il mondo heritage

In occasione dell’assemblea annuale dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), svoltasi poco fa ad Arezzo, Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano (Asi), e Luigi Zironi, sindaco di Maranello e presidente dell’Associazione Città dei Motori hanno siglato un accordo di collaborazione tra i due enti. Pertanto quest’ultimi s’impegneranno, congiuntamente, a svolgere attività di promozione del turismo motoristico storico e della filiera dell’artigianato ad esso collegato. Un’operazione che sarà possibile grazie al supporto di varie realtà, tra cui una serie di privati e le istituzioni pubbliche. Non solo: tra i vari obiettivi anche quello di valorizzare i brand italiani e i loro archivi, così come la raccolta di documentazione in possesso di privati costituenti una memoria storica del collegamento fra aziende motoristiche e i loro territori. Un’apposita equipe di lavoro, formata da alcuni selezionati professionisti dei due enti, vaglierà le attività proposte per l’attuazione del protocollo.

Unione vincente. “Quello di oggi è un nuovo accordo di grande importanza, siglato da due enti che per certi versi si completano a vicenda. Asi è presente sull’intero territorio nazionale con i propri Club Federati e localmente si fa promotore di centinaia di iniziative legate al motorismo storico, che possono concretizzarsi solo grazie alla collaborazione delle amministrazioni locali” ha commentato Alberto Scuro, presidente Asi. “Se queste, poi, hanno anche tradizioni motoristiche e fanno parte di un circuito come Città dei Motori, a sua volta collegato ad Asi, significa davvero aver messo in pratica il famoso concetto del fare sistema, oggi più che mai indispensabile per dare contributi consistenti e reali all’intera comunità.”

Valorizzare la storia. “Nel motorismo storico italiano c’è un’esperienza unica al mondo, fatta di artigianato e saper fare, che coinvolge l’evoluzione della tecnologia, del design e del costume” ha aggiunto Luigi Zironi, sindaco di Maranello e presidente dell’Associazione Città dei Motori. “Valorizzare questo patrimonio significa investire nella formazione, nella cultura, nel turismo, nella difesa di un valore, nel recupero della memoria storica dei territori, coinvolgendo i privati e i loro archivi, che spesso custodiscono veri e propri tesori della storia industriale del nostro Paese.”

La Fiat 600 Multipla in esposizione a Londra

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La 600 Multipla sarà una delle protagoniste indiscusse alla mostra "Cars: Accelerating the Modern World" che si terrà al V&A museum di Londra, dal 23 novembre fino al 19 aprile 2020

L’impatto dell’automobile sulla società moderna, considerata come un vero e proprio acceleratore sociale ed economico per tutto il corso del XX secolo, sarà il tema cardine della manifestazione. L’obiettivo della retrospettiva, infatti, è quello di celebrare le automobili che per design, innovazione e impatto sociale hanno letteralmente cambiato il mondo negli ultimi 130 anni. Suddivisa in tre macro-sezioni accoglierà oltre 250 oggetti e 15 vetture, tra cui il primo modello di automobile, un prototipo di auto volante e la Fiat 600 Multipla.L’auto amica di tutti. Presentata per la prima volta in pubblico in occasione del Salone di Bruxelles del 1956, la Fiat 600 Multipla si è distinta, da subito, per una linea inedita e un notevole spazio interno. Con i sedili disposti su tre file, in grado di ospitare comodamente sei persone oppure, con quattro sedili ribaltati, offrire un ampio piano di carico. Per la sua versatilità e l’elevato comfort, la Multipla diventerà la beniamina dei tassisti e delle famiglie italiane per molti anni.

Una collezione esclusiva. L'auto esposta a Londra appartiene alla collezione FCA Heritage, ed è normalmente in mostra presso il Centro Storico Fiat di Torino. In occasione del 120° anno di vita del marchio, la divisione dedicata ai modelli storici ha organizzato numerose attività per celebrare il brand. Tra queste la partecipazione della Fiat 3½ HP del 1899, di proprietà di FCA UK Ltd e in mostra permanente presso il National Motor Museum di Beaulieu, alla “London to Brighton Veteran Car Run”.

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Toyota Corolla GTi 16, l’alternativa giapponese

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Alla soglia degli anni duemila le auto giapponesi sono sempre più vicine al Vecchio Continente. Le barriere doganali si sono progressivamente allentate, anche in Italia. Così la Toyota, produttore leader nel suo Paese, procede con la sua offensiva di mercato. In quel periodo la cronistoria del marchio si lega, indissolubilmente, alla Corolla GTi 16

Il suo aspetto punta sulla razionalità. La carrozzeria ha un aspetto grintoso, messo in evidenza dai grossi gruppi ottici a sviluppo orizzontale e dalle grembialature inferiori che corrono lungo tutta la fiancata. Al posteriore, invece, il portellone incorpora un morigerato spoiler, raccordato in maniera ottimale col tetto. Nel complesso, la linea a due volumi tipica di molte sportive - giapponesi e non - risulta gradevole e funzionale. A bordo c’è spazio per quattro persone, abbondante davanti, accettabile dietro. La qualità complessiva degli assemblaggi e delle varie componenti risulta soddisfacente. La plancia, dalla forma tondeggiante, ha un’impostazione tipicamente giapponese. Il cruscotto si sviluppa molto in larghezza e contiene sette quadranti circolari, con grafica chiara e ben leggibile. La dotazione di serie, prendendo in considerazione la categoria di appartenenza, può ritenersi abbastanza completa. Infine, il bagagliaio è adatto alle necessità di una coppia, con una capacità accettabile per una vettura sportiveggiante.Tecnica raffinata. I giapponesi hanno sviluppato le testate multivalvole con largo anticipo - rispetto agli europei - e sono in grado di proporle su un considerevole numero di modelli. Uno di questi è la Corolla GTi 16 della Toyota, equipaggiata con un quattro cilindri in linea di 1.6 litri (125 cv) disposto trasversalmente e alimentato a iniezione con controllo elettronico. La testata è in lega leggera, il basamento in ghisa. Lo schema della distribuzione è quello classico di una testata a 16 valvole, con un albero che comanda quelle di aspirazione (due per cilindro) e l’altro quelle di scarico. Il tutto è mosso da una cinghia dentata che prende il movimento dall’albero motore. Al fianco del “millesei” la trazione anteriore e un cambio manuale a cinque rapporti. Classica la soluzione adottata per le sospensioni, a ruote indipendenti secondo lo schema MacPherson. L’impianto frenante ha dischi sulle quattro ruote, con quelli anteriori autoventilati.

La prova di Quattroruote. Il giudizio della “nostra” rivista è positivo. Il motore a sedici valvole viene definito come brioso e pronto, anche ai bassi regimi, e capace di esprimere il meglio di sé oltre i 4500-5000 giri/min. L’accelerazione passa da 0 a 100 km/h in 9,6 secondi (la Casa dichiara 8,8 secondi) e negli scatti brevi risulta un po' più lenta di alcune concorrenti. In compenso si arresta in poco meno di 47 metri a 100 km/h, e in circa 91 metri a 140. Una prestazione corretta anche se alcune concorrenti hanno bisogno di meno spazio. Lo sforzo al pedale è ben modulabile e la vettura mantiene discretamente l’allineamento, anche nelle frenate d’emergenza. Peccato solo che non sia previsto l’ABS. La leva del cambio ha un’escursione un po' lunga ma innesti precisi, mentre lo sterzo ha buone doti di progressività. La tenuta di strada, soddisfacente sull’asciutto, mostra qualche limite su fondi irregolari, sul bagnato e nella guida più brillante. Ha una moderata tendenza al sottosterzo, ma in curva basta alleggerire la pressione sull’acceleratore per farla rientrare, a volte un po' bruscamente, sulla traiettoria voluta.

Diteci la vostra. E voi, cosa ne pensate di questa vettura nipponica? L’avreste scelta oppure vi sareste orientai su un modello europeo? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete una storia interessante sul suo conto, potete inviarci una mail all’indirizzo di posta redazione@ruoteclassiche.it.

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L’Aci Storico e l’Asi Storico Italiano a Milano AutoClassica 2019

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In occasione della prestigiosa kermesse milanese, l'area incontri dell’Aci Storico e dell'Asi Storico saranno un vero e proprio punto di riferimento per la manifestazione, con molti eventi in programma

Gl’incontri che si svolgeranno nell’area dedicata (padiglione 18) saranno molti già a partire da domani, venerdì 22 novembre, giorno in cui si terrà il “Red Campus Formula Innovazione” a cura dei Musei Ferrari di Maranello e Modena. Seguirà poi la presentazione del Rallye Montecarlo Storico, a cura dell’Automobile Club Milano, quindi saranno presentati i servizi offerti da Aci Global Servizi e Sara Assicurazioni.I talk da non perdere. I convegni proseguiranno nella giornata di sabato, quando Giancarlo Minardi e Antonio Turitto terranno il convegno “Aci Storico Festival – Historic Minardi Days: la storia torna in pista” per raccontare le realtà che, per la gioia degli appassionati, rinvigoriscono la cultura dell’heritage automobilistico con eventi sempre più coinvolgenti. A concludere la giornata la presentazione della Coppa Milano-Sanremo, che costituirà il round di apertura del Campionato Italiano Grandi Eventi 2020. Saranno inoltre tenute presso lo spazio di Aci Storico le premiazioni del raduno Ruoteclassiche e Youngtimer, oltre a presentazioni di video e prodotti editoriali come “AutoItaliana”, lo storico bookazine che, in occasione del centenario, tornerà in edicola a 50 anni dall’ultima uscita. Molto interessante anche il dibattito sulle auto storiche nella città di Milano (inizialmente programmato per sabato, ma poi spostato a domenica alle 12.30) nel quale interverranno il Presidente dell’Ac Milano Geronimo La Russa e il Presidente CMAE e consigliere Asi Marco Galassi.

Gli appuntamenti Asi. L’Automotoclub Storico Italiano sarà inoltre presente a Milano AutoClassica con diverse iniziative legate allo sport, ai giovani ed alle celebrazioni dei 100 anni del noto atelier milanese Zagato. Quest’ultimo sarà al centro di una serie di conferenze a tema, domenica 24 novembre, con gli interventi di Andrea Zagato e Paolo Di Taranto (“Zagato, un secolo di design e innovazione”), con Giovanni Groppi e Massimo Grandi della Commissione Cultura Asi (“I tratti distintivi di Zagato”) e con Guido Portinari, presidente dello Zagato Car Club (“Una passione che unisce”).

Molte premiazioni. Sabato 23 novembre, dalle 9.30, si svolgeranno invece le finali dei Trofei Asi con le prove di precisione cronometrica allestite nell’area esterna; contemporaneamente, presso lo stand si terranno le premiazioni dei riconoscimenti “Manovella d’Oro”, “Pedivella d'Oro”, “Manovella ad Honorem” ed encomi per le manifestazioni dei Club particolarmente significative. Il programma del pomeriggio proseguirà con la presentazione del “Marco Polo Silk Road Classic Raid 2020”, evento organizzato da Asi e Fccc (Federation of Classic Car China) per celebrare i cinquant’anni dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina, con un viaggio culturale da Venezia a Xi’an. Successivamente, il presidente dell’Asi Alberto Scuro incontrerà gli appassionati nel dibattito pubblico “Motorismo storico: insieme per tutelarlo”, un confronto diretto sulle tematiche più attuali: certificazioni, circolazione, tutela fiscale.

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Aste: il nuovo Eldorado è in Medio Oriente

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Due incanti quasi in contemporanea testeranno per la prima volta la reale consistenza del mercato della penisola araba nel settore delle auto da collezione. In vendita solo supercar da sogno

RM Sotheby’s e Silverstone Auctions sono le protagoniste del debutto in terra araba di due aste dedicate alle classic car. Ovviamente tutto è rapportato alla ricchezza dei paesi ospitanti: gli Emirati Arabi per RM Sotheby’s (il 23 novembre) e l’Arabia Saudita per Silverstone Auctions (il 22 novembre) Casa inglese che da qualche anno si è affacciata nel mercato internazionale con vendite di alto livello.140 pezzi esclusivi. RM Sotheby’s è quella che proporrà il catalogo più prestigioso : 140 tra supercar e Formula 1 da far girare la testa solo a leggere i loro nomi. Niente di clamoroso, tuttavia, per Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, dove queste vetture si vedono circolare per strada “normalmente” e dove la loro domanda dovrebbe essere sostenuta. Difficile fare una selezione delle auto più interessanti: basta pensare al proprio modello da sogno che sicuramente si trova in catalogo. In prevalenza sono supercar moderne, costruite negli anni 2000, ma c’è anche qualche eccezione per gli amanti delle sportive storiche. Ci limitiamo a cogliere qualche fiore dal ricco cesto di rarità in vendita. Nomi che vanno da Pagani Zonda Aether del 2017 (stimata 4,5-5,5 milioni di dollari) a Ferrari FXX K del 2015 (4,0-4,5 milioni); da Maserati MC12 del 2005 (2,6 – 3,5 milioni) a Mercedes-Benz SLR Stirling Moss del 2010 (2,5 – 2,7 milioni); da McLaren P1 GTR del 2016 (2,2 – 2,4) a Koenigsegg Agera R del 2014 (2,0 – 2,5). Tra le storiche si può scegliere tra Mercedes 300 SL Gullwing del 1956 (1,4 – 1,8 milioni di dollari) e Ferrari 275 GTS del 1965 (1,6 – 1,8); oppure tra Porsche 911 Carrera RS 2.7 Touring del 1973 (750.000 – 850.000 dollari) e Lamborghini Countach LP400 S Serie I del 1979 (400.000 – 500.000).

Molti esemplari davvero rari. Diversi anche i pezzi rari, tra cui la Lamborghini Concept S del 2006, unico esemplare funzionante (1,3 – 1,6 milioni di dollari); la Zagato Raptor Concept, one-off Lamborghini del 1996 (1,0 – 1,4 milioni); una Jaguar C-X75 ‘Spectre’ del 2015, la prima delle quattro costruite per James Bond (0,8 – 1,2 milioni di dollari); e una Lamborghini Diablo VT 6.0 SE del 2001, 40ma delle 42 edizioni speciali costruite dell’ultima Diablo (550 – 750.000). Su tutte spicca però una Formula 1 guidata da Michael Schumacher nel 2002: si tratta della Ferrari F2002 con la quale il pilota tedesco vinse i GP di San Marino, Austria e Francia e guidata poi in numerose altre occasioni. Vettura che contribuì a far vincere a Schumacher il quinto titolo mondiale, oltre che il mondiale Costruttori alla Ferrari. Una autentica rarità stimata 5,5 – 7,5 milioni di dollari che dovrebbe superare la quotazione record raggiunta nel dicembre 2017 dalla Ferrari F2001, sempre di Michael Schumacher, stimata 4,0 – 5,0 milioni di dollari e aggiudicata a 7,5 milioni di dollari (6,37 milioni di euro di allora).

168 supercar in vendita a Riyadh. Spettacolare anche l’elenco delle vetture in vendita a Riyadh, in Arabia Saudita, dalla inglese Silverstone Auctions  al debutto presso il Riyadh Car Show (giudicato come il più influente evento automobilistico del medio Oriente) con 168 supercar di prestigio. In pratica è una ripetizione del catalogo RM Sotheby’s, con una percentuale di vetture più accessibili rispetto alla Casa anglo-canadese, e con Ferrari, Pagani, McLaren, Porsche, Lamborghini, Mercedes, Bugatti Veyron, Gemballa, Gumpert Apollo S, Bentely e Rolls-Royce a iosa.

 

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Tutto pronto per Milano AutoClassica 2019

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Ci siamo: ancora qualche ora e poi andrà in scena la nona edizione di Milano AutoClassica. L’ormai collaudata manifestazione meneghina si presenta più ricca che mai, con numerose icone dell’automobilismo d’epoca affiancate alle proposte più attuali

La scrupolosa selezione di auto classiche, inclusi modelli particolarmente originali e rari, attraversa oltre un secolo di storia dell’automobilismo, riunendo esperti, collezionisti, e appassionati di motori di tutte le età. Oltre alla ricca offerta dei commercianti, aumenta inoltre il numero dei privati che propone modelli di ogni genere. A tal proposito, la trattativa tra privati avverrà al coperto, in un esclusivo spazio dedicato. Non mancherà neppure un’area dedicata all’esposizione di ricambi, con circa 200 aziende selezionate. Il padiglione 22 vanterà infatti una vasta scelta di ricambi e accessori d’epoca, affiancati da modellini di auto, manualistica, pubblicazioni ed editoria specializzata. Il tutto in abbinamento a una serie di eventi di prim’ordine, che caratterizzeranno i tre giorni della kermesse.Asta Wannenes. Una delle principali novità di Milano AutoClassica 2019 sarà l’asta organizzata dalla Wannenes, che batterà una sofisticata selezione di auto e motociclette storiche e da collezione, per un totale di circa 40 lotti. La varietà di modelli coinvolti attraversa oltre un secolo di storia: si va da un’originale Ceirano junior, del 1903, fino a toccare i giorni nostri. In mezzo tanti modelli dal grande appeal come un’Abarth A112 5° Serie, un’Abarth 695 Innesti Frontali, un’Alfa Romeo duetto spider, un’Alfa Romeo SZ Zagato e una BMW M3 E30. Altrettanto degne di nota, una Ferrari 308 GTS Carburatori Carter Secco, una Jaguar XK120 OTS, una Maserati Grand Sport e una Porsche 993 Turbo. L’Asta Wannenes si terrà sabato 23 novembre, alle 15.

Ci sarà anche Retroclassic. Tra i migliori interpreti internazionali del "ruolo" saranno proprio gli organizzatori del salone di Stoccarda a presenziare alla fiera milanese, con un ampio stand che vedrà esposte le vetture più importanti del loro ricco parco espositori.

Lounge colorata. La kermesse, come da tradizione, offrirà inoltre una speciale vetrina dei modelli più iconici della storia dell’automobilismo: l’assortimento di quest’anno propone delle splendide Ferrari GT della Casa di Maranello, che fungono da cornice alla Lounge. La carrellata delle più belle GT, risalenti agli anni ‘50, ‘60 e ‘70 sono state tutte rigorosamente selezionate in livree non comuni, “vestite” di colori non convenzionali e arditi per l’epoca. Un parterre selezionato da Paolo Olivieri, Classic Car Advisor, a partire da una Ferrari 246 GTS verde smeraldo, fino ad una delle sole 10 Ferrari 275 GTC Competizione prodotte, in versione celeste. Regina del “gruppetto” la Ferrari 342 America, nel raro colore blu pavone, carrozzata da Pininfarina nel 1951 e appartenuta al Commendatore Enzo Ferrari.

Tre Ferrari d’eccezione. In occasione dei 90 anni della Scuderia Ferrari, i Musei Ferrari esporranno tre vetture davvero esclusive: la Ferrari 125 S del 1947, il primo modello a riportare il marchio Ferrari, prodotto in soli due esemplari; la Ferrari 250 GT Berlinetta “Passo Corto” disegnata da Pininfarina e presentata per la prima volta al Salone di Parigi del 1959; la F2002 con 15 vittorie su 17 Gran Premi disputati, 9 doppiette e 10 pole position all’attivo che valse il 5° titolo Piloti per Michael Schumacher.

Compleanni importanti. La Pagani festeggerà i 20 anni della Zonda, esponendo tre modelli unici. Zonda Roadster, l’evoluzione estrema della versione coupé, dal nuovo telaio sicuro e dalla maggiore resistenza torsionale in assenza del tetto. Zonda Cinque Roadster, una tra le più iconiche creazioni dell’Atelier modenese, prodotta in soli cinque esemplari. Zonda F, la supercar che rende omaggio al pilota cinque volte campione del mondo di Formula 1 Juan Manuel Fangio. In contemporanea, la Bentley celebrerà il suo centesimo anniversario. Sul proprio stand esporrà le Continental GT e Continental GT Cabriolet di terza generazione, entrambe spinte dal celebre W12 TSI biturbo di 6 litri della Casa, abbinato, per la prima volta, ad una trasmissione doppia frizione a otto rapporti.

I talk da non perdere. La manifestazione rappresenta inoltre il luogo ideale per una serie di appuntamenti, con vari professionisti del settore, mirati ad approfondire le novità e le problematiche che riguardano il mondo dell’heritage. A tal proposito, nell’apposita area dedicata agli incontri, sabato 23 (ore 11.00) il nostro direttore, David Giudici, coadiuvato dal vicedirettore, Carlo Di Giusto, parlerà del ritorno di AutoItaliana, un nuovo bookazine in occasione dei 100 anni dalla nascita e nel cinquantenario dell’ultima uscita in edicola. Domenica 24 (alle ore 12.30), invece, si terrà il dibattito “Milano e le storiche: ‘Euro 0’ da bandire o capolavori da ammirare in città?” a cui interverranno Geronimo La Russa (presidente Ac Milano) e Marco Galassi (presidente CMAE e consigliere Asi).

I raduni Ruoteclassiche e Youngtimer. E poi, a Milano AutoClassica non mancheremo neppure i nostri raduni. Per quest’anno abbiamo organizzato ben due appuntamenti, aperti alle vetture classiche e youngtimer, che si terranno nelle giornate di sabato 23 novembre e domenica 24 novembre. I meeting sono aperti a tutte le auto immatricolate sino al 2000. In entrambe le giornate verranno premiate le migliori auto, suddivise in tre categorie: “la più rara”, “quella che arriva da più lontano” e “la preferita dalla redazione”.

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Longines Heritage Military 1938: guardare indietro alle sfide in aria

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Longines Heritage Military 1938: un modello di notevoli dimensioni che rievoca le grandi versioni da aviatore di fine Anni 30

Allo scoppiare della seconda Guerra Mondiale le potenze europee erano impegnate in una forsennata rincorsa alla supremazia mostrando la propria forza e grandeur con ogni mezzo. Lo scontro si giocava ovunque sulla terra, in acqua e nei cieli. In uno scenario in cui la tecnologia stava progredendo in modo straordinario tuttavia gli strumenti di misura utilizzavano ancora in massima parte la mano dell’uomo per calcoli, stime, misurazioni: misura della capacità di un serbatoio di carburante, calcolo dell’autonomia di un volo ecc. Il marchio Longines era tra i protagonisti sulle strade dell’aria. Oggi quel capitale storico è enorme e fondamentale per il marchio di Saint-Imier. La collezione Heritage rievoca quei tempi e quelle atmosfere ed è uno dei capisaldi del suo listino.

Grande cassa, corona “a cipolla”. L’Heritage Military 1938 si ispira direttamente a un esemplare da aviatore conservato al museo dell’azienda e dal quale riprende molte caratteristiche: la cassa in acciaio ha un diametro generoso sul polso, 43 mm, dote essenziale per un pilot (anche se, in realtà, poco apprezzata all’epoca preferendo, infatti, stile e volume più ridotto e contenuto): questo, infatti, deve garantire massima leggibilità in aria dove vento, vibrazioni e mille distrazioni rendono la lettura dell’ora tutt’altro che semplice. La cassa presenta lunetta con angoli smussati e corona a estrazione con caratteristica forma a cipolla. Il quadrante è di colore nero opaco, contraddistinto da una forte immagine vintage studiata per conquistare gli amanti di questa filosofia: lancette sottili, minuteria chemin-de-fer e indici con numeri romani dal sapore antico.

Calibro automatico (d’obbligo). Al 6 è presente un piccolo contatore dei secondi continui. Sotto le ore 12 il logotipo Longines in carattere old style chiude il cerchio. All’interno è equipaggiato con il calibro L507.9 (base ETA 6498), meccanico a carica manuale, scelta decisamente obbligatoria nella concezione di un modello così rievocativo. Il movimento “pulsa” a 21.600 alternanze l’ora e offre 53 ore di autonomia. L’Heritage Military 1938 è impermeabile fino a tre atmosfere ed è corredato di cinturino in pelle grigia o in tessuto Nato. Edizione limitata a 1938 pezzi. Prezzo 2.300 euro.

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Milano AutoClassica: i Musei Ferrari celebrano i 90 anni della Scuderia

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In occasione dei 90 anni della Scuderia Ferrari, alla nona edizione di Milano AutoClassica, i Musei Ferrari espongono tre “regine” nella hall della kermesse

L’esclusivo parterre è capitanato dall’auto costruita dalla neonata Casa di Maranello nel 1947: la Ferrari 125 S. Prodotta in soli due esemplari, fu il primo modello con il marchio del Cavallino Rampante. Con un motore 12 cilindri progettato da Gioachino Colombo, la 125 Sport conquistò la prima vittoria a maggio dello stesso anno, con Franco Cortese al Gran Premio di Roma alle Terme di Caracalla.Nel segno di Schumacher. Al suo fianco la Ferrari 250 GT Berlinetta “passo corto”, disegnata da Pininfarina e presentata per la prima volta al Salone di Parigi del 1959. Prodotta fino al 1962 s’impose in varie competizioni come, per esempio, nel Tour de France Automobile e nella classe GT alla 24 Ore di Le Mans. Il terzetto è poi completato dalla F2002, una monoposto che vanta risultati di prim’ordine: 15 vittorie su 17 Gran Premi disputati, 9 doppiette e 10 pole position. In quell’anno (il 2002) i giochi si chiudevano già a Magny Cours per il mondiale Piloti, con il quinto titolo per Schumacher, e a Budapest per il mondiale Costruttori.

Uno sguardo al futuro. Allo stand dei Musei Ferrari si può inoltre ammirare anche la Monza SP1 del 2018, la versione monoposto di una barchetta (lunga 466 cm e alta 116), che strizza l’occhio alle mitiche sportive Ferrari degli anni ’50, capaci di vincere in pista e affascinare per la loro linea. L’originale sportiva rappresenta la capostipite di un inedito concept, denominato ‘Icona’, che rappresenta un nuovo segmento di serie speciali.

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Milano AutoClassica: dieci auto “milanesi” da comprare subito

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All'appuntamento fieristico di Milano AutoClassica, tantissime le proposte relative ai modelli dei marchi milanesi: eccone dieci tra i numerosi offerti in vendita

 Un'affluenza di pubblico importante, sensibilmente superiore alle precedenti edizioni, ha accompagnato l'apertura dell'edizione 2019 di Milano AutoClassica. Numerose le auto in vendita e, tra queste, quelle legate alla città meneghina: Autobianchi, Innocenti e soprattutto Alfa Romeo. Ne abbiamo selezionate dieci che in qualche modo hanno attirato la nostra attenzione.Alfa Romeo 1900 berlina (1952). Alla vigilia dei settant'anni della "berlina da famiglia che vince le corse", qui a Milano è proposto in vendita un bell'esemplare del 1952, color Celeste Acqua di fonte, che dimostra l'ottima qualità del restauro datato 2007. La richiesta è di 70 mila euro.

Alfa Romeo 2000 berlina (1971). Targhe originali e omologazione Asi, in ottime condizioni generali, "velata" una decina di anni fa. Il vano motore intonso e originale, con le targhette di carta adesiva ancora presenti sui duomi degli ammortizzatori. Ottimo rapporto qualità/prezzo: 13.500 euro trattabili.

Alfa Romeo Alfetta 1800 (1973). La prima serie, la cosiddetta "scudo stretto", con all'attivo soltanto 76mila chilometri. Interni perfettamente conservati e il pomello del cambio originale non scolorito (un caso più unico che raro). La richiesta, tutto sommato equa, di 16.000 euro. In fiera, comunque, gli esemplari di Alfetta in vendita sono numerosi.

Alfa Romeo Giulietta Turbodelta (1984). Una vettura veramente immacolata e una delle sole 361 unità prodotte (un altro paio sono presenti in fiera, va detto): meno di 50mila chilometri percorsi e con il rarissimo fregio Turbo-Autodelta nella parte posteriore sinistra. Per portarla a casa ci vogliono 35.000 euro, alta ma in linea con le condizioni spettacolari dell'esemplare.

Alfa Romeo Gt 1300 Junior (1972). Tantissime le Gt presenti a Milano AutoClassica e, tra queste, merita una citazione l'esemplare Rosso Alfa del 1972 restaurato ad alto livello dalla Carrozzeria Bottini di San Giorgio su Legnano, con molte parti originali conservate. La vettura ha le targhe originali di Modena e ha avuto un solo proprietario. Richiesta adeguata alle condizioni eccezionali: 35.000 euro.

Alfa Romeo Gt 1300 Junior (1969). Uno dei colori più azzeccati per questa coupé disegnata da Bertone, il Verde Pino, con il plus di avere le targhe originali di Milano. Bellissimi gli interni Texalfa, unico peccato veniale i cerchi di lega replica in stile GTA. Onesto il prezzo: 29mila euro.

Autobianchi A112 E (1976). Una terza serie azzurro metallizzato con targhe originali e parzialmente conservata in vendita a 5200 euro. È un'auto che ha trascorso la sua vita in un ambiente privo di umidità, come si evince guardando il vano motore. 

Autobianchi Y10 Turbo Martini (1987). Quando si dice "full optional": non manca nulla in questo meraviglioso e raro esemplare di Y10 Turbo Martini, a partire da condizionatore d'aria e dai quattro vetri elettrici (compresi i due a compasso posteriori). A parte il cofano e un parafango riverniciati (bene), tutto il resto è originale. Il proprietario ha montato alcuni dettagli (mascherina, frecce, fanali posteriori) della GT per preservare i componenti originali oggi rarissimi e talvolta introvabili. 15.000 euro.

Innocenti Mini 1001 Export Mk3 (1973). Just Minis e Catawiki hanno messo all'asta una Mini 1001 Export terza serie blu e bianca personalizzata con gusto e rispettando le dotazioni dell'epoca. Base d'asta un solo euro (ovviamente con un prezzo di riserva): perché non provarci?

Innocenti Mini T (1968). Questa "giardinetta legno" verde salvia con i profili di legno restaurati si presenta in ottime condizioni generali e oggi è una delle Mini più difficili da trovare. Vanta targhe e documenti originali e qualche accessorio dell'epoca (come la plancia di legno). Il prezzo è di 12.500 euro.

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Milano AutoClassica: cinque “chicche” imperdibili

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A Milano AutoClassica ci sono anche vere e proprie rarità: eccone cinque selezionate da... noi

Il Salone delle auto storiche di Milano nasconde automobili rarissime, pezzi unici e esemplari per varie ragioni particolari. Anche senza sconfinare nel mondo scintillante delle auto di grandissimo pregio e prestigio (oltre che di prezzo), qui in fiera abbiamo scovato qualche interessante "chicca". Eccone cinque che hanno attirato la nostra curiosità.Fiat 1100 E giardinetta (1950). Allestita nel reparto Carrozzerie speciali del Lingotto, è una delle pochissime giardinette sopravissute con finiture e piano di carico interamente di legno. Splendide le targhe originali di Milano: nei documenti c'è ancora il primo foglio complementare con il prezzo pagato all'epoca, 1.030.000 lire... Oggi per comprarla così, conservata e con la meccanica revisionata, ci vogliono 45 mila euro trattabili.

Fiat 1400 Giardiniera Viotti (1951). Lo stand di Auto Classic ha in bella mostra un'altra giardinetta Fiat incredibilmente elegante: si tratta di una one-off su base 1400 carrozzata da Viotti per il Salone di Ginevra del 1951. L'esemplare unico è in condizioni eccellenti, ma... ma è già stato venduto. A dimostrazione del fatto che si trattava di un pezzo eccezionale.

Fiat 124 Spider 2000 America aut. (1983). Una vettura che conosciamo molto, molto bene, perché è stata di Casa, in Editoriale Domus, fino a pochi anni fa: faceva, infatti, parte della Collezione Quattroruote. Oggi è ancora splendida come l'abbiamo lasciata, conservata, con appena 25 mila chilometri. Un pensierino andrebbe realmente fatto, anche se la richiesta è un po' elevata: 25.000 euro (ma pare che ci sia del margine per una trattativa veloce e positiva).

Glas-BMW S 1004 (1964). Autentica rarità, uno dei soli due esemplari immatricolati in Italia all'epoca, che vanta anche un piccolo passato sportivo nell'ambito rallistico. La meccanica è conservata e la vettura ha percorso solo 77mila km. L'auto è stata completamente restaurata ed è in vendita a 25.000 euro. Deliziosa la luce d'ingombro laterale che si accende con un apposito pulsante separato dalle luci di posizione.

Lancia Augusta Lusso (1934). Per 34.000 euro è possibile portare a casa quest'elegantissima Lancia anteguerra, caratterizzata dall'elegante livrea bicolore azzurro-blu Lancia e da una serie di accessori tipicamente anni Trenta, come il piccolo vaso portafiori in vetro di Burano finemente lavorato, la targa posteriore che ruota durante l'apertura del bagagliaio e la trousse degli attrezzi riposta in due eleganti cofanetti di legno.

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Milano AutoClassica: quanta gente il primo giorno!

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L'apertura dell'edizione 2019 di Milano AutoClassica ha dato segnali molto incoraggianti: tantissimo pubblico e numerose attività già nella prima giornata.

C'è chi trova irresistibile Milano sotto la pioggerellina di novembre, con le sue sfumature di grigio che luccicano sulle lamiere delle auto incolonnate nel venerdì della "grande fuga" dalla città. Ed è così, è senz'altro così. Bastano pochi chilometri, però, perché il panorama cambi improvvisamente. Nei padiglioni di Fiera Milano a Rho i colori dell'autunno si moltiplicano nelle tinte pastello e metallizzate. Brillano e riempiono gli occhi di desiderio, mentre gli spigoli dei palazzi tutti uguali della periferia si curvano nelle linee sinuose di spider e granturismo che non vogliono, non possono rassegnarsi all'età. Anzi, ne fanno un vanto, un fatto di classe. E un cartellino del prezzo. Infinite sono le vie che portano a Milano Autoclassica 2019 e la prima cosa che si nota, già dal venerdì mattina, è che le hanno imboccate in molti. Il tempaccio da Dopoguerra incoraggia: se l'afflusso durante il weekend manterrà la promessa del venerdì mattina, che ha registrato un afflusso pari a quello delle domeniche delle prime edizioni, ci sono le premesse per superare le quasi 66.000 presenze del 2018.

 C'è una novità: i giovani. A Milano Autoclassica si viene per rifarsi gli occhi, per annusare, eventualmente comprare. L'offerta di oltre 3.000 vetture è in linea con una domanda che, dati alla mano, indica un'affluenza compresa per la maggior parte fra i 30 e i 55 anni di età, proveniente per il 70 per cento dall'Italia, soprattutto settentrionale. C'è una novità: i giovani. Non necessariamente accompagnati da genitori, nonni o chi ne fa le veci. Certo, sono ancora le strane creature guardate con indifferenza, se non sospetto dagli espositori, ma costituiscono una novità importante. "Non nascondo che l'offerta di Milano Autoclassica sia mirata ad accoglierne sempre di più - conferma il presidente, Andrea Martini - e senza pregiudicare la qualità dell'esposizione. I giovani sono la linfa del mercato di domani. Non dispongono di grossi budget, ma nell'area dei privati all'aperto e nel padiglione 22 hanno la possibilità di fare acquisti che, per il prezzo di cinque, diecimila euro, sono il biglietto d'ingresso in questo mondo. Mi piacerebbe che il giovane collezionista possa crearsi una sorta di cammino a tappe che lo porti anno dopo anno a una vettura più importante. E poi una youngtimer è un investimento godibile, meno noioso di un conto corrente...".

Un ponte tra Milano-Stoccarda. Sognare costa ancora meno ed è sempre la scintilla che accende il motore. Ecco, non sempre l'affiatamento tra alto e basso, tra il lusso e l'entusiasmo del neofita è dei migliori, ammette Martini, "ma che si tratti di un businessman o di un collezionista alle prime mosse, mi piace pensare che per entrambi sia la stessa passione a muoverli. Forse sono un romantico, ma ci credo". Un'altra novità di Milano Autoclassica è la collocazione nel calendario, che dalla primavera è stata anticipata alla fine di novembre. L'ha domandato la crescente presenza di stranieri, per chiudere idealmente l'anno e non sovrapporsi con i grandi eventi europei: Rétromobile a Parigi in febbraio, Retro Classics di Stoccarda all'inizio di marzo e Techno Classica di Essen a fine mese. A proposito, la presenza di Retro Classics all'interno del padiglione 22 consolida il ponte fra Milano e Stoccarda e ha portato una discreta rappresentanza di Porsche, Mercedes e altre rappresentanti dell'aristocrazia tedesca. Proprio accanto, i curiosi si aggirano nel parco di youngtimer, Ferrarine, cinquanta-sessantenni e moto d'epoca che saranno battute all'asta alle 15 di sabato da Wannenes. La casa d'aste italiana è un'altra delle new entry di Milano Autoclassica. I grossi calibri non mancano, con stime che toccano i 400mila euro, è chiaro però che i lotti all'asta restano in linea con le aspettative e il budget del pubblico medio-alto di riferimento. Sempre in tema di aste, fate un salto da Catawiki: troverete la Mini 40 del 1999 della copertina di Ruoteclassiche di novembre. Mai immatricolata prima e con 136 km sullo strumento, è praticamente uscita ieri da Longbridge.

Confermata la partenza del Monte. La prima giornata di Milano Autoclassica porta anche le anticipazioni del Rallye di Monte-Carlo Historique 2020 da parte del presidente dell'AC Milano, Geronimo La Russa. Come quest'anno, anche la 23esima edizione, organizzata dall'ACI con Canossa Events, "partirà da corso Venezia per fare passerella in piazza Duomo. Confermato anche il Tribute A.C. Milano, con arrivo all'Autodromo di Monza, al quale possono iscriversi tutte le auto dal 1955 al '79 per un costo contenuto a 300 euro a equipaggio". Gli hanno fatto eco Giorgio Schön e Peter Zanchi, veterani del rally "vero" e classico, nonché vincitori dell'edizione 2015. "Quando mi iscrissi per la prima volta al Rallye di Monte-Carlo pensavo che fosse il più facile. Non solo non è vero, ma l'Historique, specie sotto la neve, è il più emozionante e fedele a quello spirito". Insomma, toccherà cercarsi una Mini Cooper o una Beta Montecarlo qui in fiera: c'è tempo fino a domenica dalle 9.30 alle 19. Buona caccia, nel caso.

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Mafra: novità e dimostrazioni a Milano AutoClassica

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Alla kermesse milanese, sullo stand Mafra si può ammirare il lavoro degli esperti di lucidatura e di soft detailing e provare e imitarli

Lo stand di Mafra a Milano AutoClassica 2019 è una una tappa obbligata per cultori della cura dell’auto e del car detailing. Nell’area espositiva allestita dall’azienda all’interno del padiglione 22 si trovano prodotti e indicazioni indispensabili per conservare al meglio e per valorizzare tutte le vetture, anche quelle youngtimer e d’epoca, facendole brillare come nuove.Questione di trucchi.   In fiera gli esperti sono all’opera per dimostrare dal vivo quale genere di risultati si ottengano utilizzando bene i prodotti #Labocosmetica, pensati per i professionisti e per gli appassionati più esigenti, e quelli Mafra, la cui linea è dedicata invece agli amanti dei fai-da-te. Le attenzioni dei tecnici sono tutte per una Porsche 964 verde complessivamente in buono stato ma che non esprime ancora tutte le sue potenzialità. Per rendere evidenti gli effetti degli interventi, metà auto è sottoposta a maquillage, mentre pian piano anche la parte restante, ancora con un’aria vissuta, torna agli antichi splendori. 

Tutti detailer.   Chi volesse provare a imitarne le gesta ma, non avendo esperienza, teme di far danni alla propria auto può affinare la propria tecnica sullo stand Mafra. Qui si trova infatti un cofano di prova sul quale chiunque si può cimentare con gli attrezzi del mestiere sotto la guida degli esperti. Gli uomini Mafra sono pronti a rispondere a tutte le domande e a svelare i segreti per riportare in condizioni da concorso una vernice segnata da graffi superficiali o un po’ opacizzata.

Tre novità.   A Milano AutoClassica Mafra fa debuttare anche tre nuovi prodotti all’interno della linea #Labocosmetica: Audace, Leale e Fiero. Audace è un compoud che va ad abradere la superficie per pareggiare i graffi e che assicura già una leggera lucidatura. Leale è invece un polish medio-lucido che permette di compiere un step ulteriore e di andare a rifinire meglio quanto fatto con Audace. Fiero è invece il prodotto finitore per eccellenza che permette di avere un trattamento super lucido con effetto bagnato. A proposito di bagnato, il fiera è presente anche una teca in cui si può apprezzare la protezione offerta da un coating ceramico. Questo prodotto è capace di limitare la formazione di gocce sulla carrozziera, creando su di essa un velo protettivo, che difende anche dalla polvere e dagli altri agenti.

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Auto Classic protagonista a Milano AutoClassica

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L’azienda piemontese espone alla Fiera di Rho alcuni esemplari di grande pregio che attirano un folto pubblico

Lo stand di Auto Classic occupa non a caso un posto di prestigio all’interno del padiglione 18 della fiera Milano AutoClassica. Nello spazio allestito dall’azienda piemontese ci sono infatti molte auto capaci di destare l’interesse anche dei collezionisti più esigenti e degli appassionati dal palato più fine. Alcune proposte di grande valore sono recenti ma è tra i modelli d’epoca che si trovano gli esemplari più sfiziosi, alcuni dei quali vantano un taglio più sportivo, mentre altri sfoggiano un’impostazione più elegante.Made in Italy.   Sotto i riflettori di Auto Classic sono i modelli di produzione nazionale a giocare un ruolo di primo piano. In posizione privilegiata, su un angolo dello stand, spicca una Maserati Ghibli del 1968 in condizioni eccellenti e nella rara colorazione Verde Gemma. Si tratta di un esemplare del primissimo periodo di produzione, come testimonia il taglio della coda. Due sono poi le Moretti esposte: la più datata è una 600 Berlina Turismo del 1951 mentre quella più giovane è una 750 Sport del 1960. Per gli appassionati delle auto da corsa spicca invece una Abarth 850 SS Record Monza del 1961, dotata della certificazione Abarth e caratterizzata dalla particolare coda tronca. Questa conformazione fu sperimentata sulla vettura in questione prima di trovare applicazione poi anche sulle varie Alfa Romeo TZ negli anni successivi.

Tale e quale.   Vicino al banco informazioni Auto Classic espone anche una delle poche repliche che non fanno storcere tanto il naso nemmeno ai puristi pià convinti. Si tratta infatti di una Jaguar D-Type Wingfield del 1973, con una carrozzeria blu interamente in alluminio che ricalca in modo molto fedele le forme dell’originale. Tra gli altri modelli esposti una doverosa citazione va infine fatta per un’Alpine A110 e per due Lancia, una Delta Integrale e una Aurelia convertibile.

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A Milano AutoClassica la Pagani festeggia i 20 anni della Zonda

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Alla kermesse milanese la Pagani festeggia il compleanno della Zonda, la prima hypercar del marchio, presentata esattamente vent'anni fa

In occasione del Salone di Ginevra del 1999 veniva presentata la Zonda C12, prima hypercar della Pagani. Una vettura innovativa sotto tutti i punti di vista, con il suo parabrezza curvo e profondo e l’abitacolo rivolto in avanti come quello di un caccia bombardiere. Nata per regalare forti emozioni, fin dal primo sguardo. Nel giro di poco tempo, dal debutto, riuscirà a diventare uno dei modelli (esclusivi) più desiderati di sempre, oltre a collezionare, in tutte le sue versioni, innumerevoli premi e record di velocità. E non poteva essere altrimenti, visto che la sua progettazione è il frutto di uno studio minuzioso, di ogni singolo particolare, durato molti anni.Una vera icona. La cella dell’abitacolo, per esempio, era già oggetto di tredici brevetti al momento della presentazione e l’utilizzo di materiali compositi con processi così innovativi ha fatto di Zonda una delle auto più sicure al mondo. Ulteriore elemento caratteristico è il suo “cuore”, un vigoroso V12 realizzato dalla Mercedes-Benz. Un rapporto, quello con la casa tedesca, che ha portato nel corso di questi vent’anni anni ad una fornitura ufficiale di propulsori V12, progettati e costruiti appositamente per la Pagani. Più di tutto la Zonda racconta la storia fra un giovane appassionato di auto e Juan Manuel Fangio, leggendario campione del mondo di Formula Uno, amico e garante del sogno di Horacio. Se volete approfondire lo speciale legame di queste due grandi personalità, potete trovare un servizio dedicato sul primo numero del nostro nuovo Magazine, Autoitaliana. A fianco delle Zonda, qui ad AutoClassica, anche un’affascinante Huayra roadster.

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Porsche tra le star di Milano AutoClassica

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La Casa di Zuffenhausen è presente alla kermesse milanese con un ricco stand in cui spicca una 911 Turbo 930 Kermer

Porsche è una tra le principali Case presenti ufficialmente all’edizione 2019 di Milano AutoClassica, dove espone con il supporto del Classic Partner Centro Milano Est. Lo stand ospita in posizione centrale una 911 Cabrio di ultima generazione che risalta grazie alla sgargiante colorazione verde ma gli appassionati di auto d’epoca hanno occhi soprattutto per le vetture che le fanno da damigelle d’onoreAli per volare.  Per i cultori dei genere l’attrazione principale è una 911 Turbo del 1983, con il suo ampio alettone posteriore e un kit aerodinamico piuttosto vistoso, utile a sfruttare appieno i 344 cv di potenza. Si tratta di una 930 con preparazione Kermer originale che sfoggia una colorazione molto particolare, con carrozzeria in blu chiaro metallizzato e interni in tonalità rosso vino. Il contachilometri segna 117.800 km ma non ci sono segni evidenti di usura né all’esterno né all’interno.

Alter ego.  Sul fronte opposto dello stand fa bella mostra di sé una 911 Speedster Turbo Look del 1989 con carrozzeria argento e interni neri, così come nera è anche la capote. L’auto non è soltanto rara ma è anche in uno stato di conservazione strepitoso. Ha infatti all’attivo appena 6.723 km e si trova dunque in condizioni pari al nuovo.

Nel blu, dipinto di blu.  In posizione un pochino defilata sulla destra c’è poi una 911 Carrera 4 993 che fa del blu il suo… fil rouge. I lamierati sono infatti in color Blu Mezzanotte, gli interni sono a loro volta blu e la capote - neanche a dirlo - è ancora una volta blu. L’auto, ufficiale italiana, ha percorso 88.530 km ed è stata ripristinata di recente dal Centro Porche Milano Est, Partner Porsche Classic. Lo stesso Centro si sta occupando anche del restauro di una 356 SC del 1964, esposta a Milano AutoClassica con la carrozzeria messa a nudo, pronta per la sigillatura del fondo e la verniciatura finale.

 

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