Venerdì 9 luglio si è concluso il quinto master dedicato al restauro delle auto storiche. Organizzato da Accademia ED Domus e Ruoteclassiche, il corso si è svolto rinnovando la partnership con il dipartimento Heritage Stellantis, Trinchero e Rubberfil e ha visto l’intervento di importanti esponenti del mondo vintage. Dall’altra parte, una classe (virtuale) molto partecipe e assolutamente preparata.
Il Master Restauratori Auto d’Epoca è una delle iniziative più importanti promosse da Ruoteclassiche, sottolinea il Direttore David Giudici: “Tengo moltissimo a questa attività, l’abbiamo avviata in concomitanza del 30° anniversario di Ruoteclassiche e da allora si è configurata come un successo che trova conferme anno dopo anno, giungendo così alla quinta edizione”. Marta Masala, la Coordinatrice del corso racconta: “Abbiamo ricevuto più di 100 candidature, l’inserimento dei partecipanti è stato veramente fulmineo e, purtroppo, abbiamo dovuto rigettare oltre tre quarti delle richieste di adesione”. Gli iscritti all’edizione 2021 sono stati 24, provenienti da tutt’Italia (dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia) e persino dal Belgio: un gruppo variegato con età comprese tra i 17 e i 67 anni. Al netto dei dati anagrafici ciò conta la passione, trasversale, per l’auto d’epoca. Un elemento unificante capace di abbattere ogni barriera sociale e generazionale.Un mondo ancora da esplorare. Il master, anche quest’anno, si è svolto seguendo il format digitale inaugurato con la scorsa edizione: un’occasione unica per confrontarsi con i più eminenti protagonisti del vasto mondo dell’auto storica, operanti in settori diversi. Durante le lezioni, sono stati alcuni dei partecipanti più giovani a dar prova di una profonda conoscenza e competenza in materia, sorprendente se si pensa al globale disinteresse delle “nuove generazioni” nei confronti del motorismo e, a maggior ragione, delle auto storiche. Un tema che è stato affrontato nel vivace dibattito con l’esperto Daniele Turrisi, decano tra i relatori del master di restauro d’epoca.
Il Direttore, in seguito, ha proseguito: “L’obiettivo è trasmettere la passione, valorizzando quel patrimonio culturale lasciatoci dai marchi che hanno realizzato le auto migliori al mondo, si pensi ad Alfa Romeo, Ferrari, Lamborghini… Nel nostro Paese c’è poi un’eccellenza artigiana da preservare e tramandare, un settore in cui ci sono molte opportunità. Quello dell’auto d’epoca, tuttavia, è un business sottovalutato da molti, ma capace di generare un giro d’affari di 2,2 miliardi di euro”.
Le borse di studio. Proprio per incentivare l’avvicinamento dei più giovani al mondo dell’auto d’epoca per la quinta edizione del Master Restauratori Auto d’Epoca sono state stanziate tre borse di studio: due messe in palio da Trinchero&Rubberfill e una da Ruoteclassiche.
Dal principio. Avvicinandosi al mondo del restauro è fondamentale partire dalla ricerca storica: solo così è possibile effettuare un lavoro corretto al fine di riportare il veicolo in condizioni coerenti con le specifiche d’origine, un tema ribadito dalla quasi totalità dei relatori. Per questo motivo è molto importante anche il recupero della documentazione storica del mezzo. Vittorio Valbonesi, Presidente della Commissione Tecnica dell’Asi (Automotoclub Storico Italiano) racconta la sua esperienza: “Ho iniziato a 20 anni, nel 1982. All’epoca, quello delle auto storiche era un mondo con prerogative diverse, più ristretto e di nicchia” e ha proseguito il suo intervento illustrando il suo excursus tra le fila dell’Asi, spiegando le procedure e i prerequisiti per ottenere le certificazioni d’originalità. Rimanendo in tema, prezioso l’intervento di Sandro Binelli: fondatore di Automotive Masterpieces, la società d’eccellenza specializzata nelle “indagini” per la ricostruzione storica delle auto d’epoca.
La redazione in prima linea. Direttamente dalla redazione di Ruoteclassiche, il Vicedirettore Carlo Di Giusto, nelle vesti di “pandologo professionista” dopo uno scambio di battute con i partecipanti ha spiegato quanto possa essere complesso l’approccio al restauro di un’automobile apparentemente semplice come la Fiat Panda: un’icona italiana della mobilità e una delle youngtimer più amate in assoluto. Tra i volti familiari, il Caporedattore Fulvio Zucco e il Vice Caporedattore di Ruoteclassiche hanno illustrato invece le modalità di selezione delle auto da pubblicate sulla rivista e i retroscena che accompagnano i vari servizi. Da qui è partito il racconto di alcuni aneddoti sull’evoluzione della tecnica e dei materiali impiegati sulle auto d’epoca.
All’appello anche il giornalista Marco Di Pietro, ex Capo Redattore di Quattroruote e fondatore di Axed Academy, il quale ha illustrato alcuni temi d’attualità relativi al mercato delle vetture d’epoca e di come sia influenzato da macro fattori come la storia del marchio e del prodotto specifico. Elementi alla base del sistema di quotazioni di Ruoteclassiche aggiornate dal Comitato Prezzi. Di Pietro ha presentato poi il progetto congiunto tra Federperiti e Ruoteclassiche per la formazione professionale dei periti automobilistici. A seguire, il collezionista Riccardo Tosi, Responsabile di Milanogarage e membro del Comitato Prezzi di Ruoteclassiche, che nel suo intervento ha raccontato come la sua passione per le storiche sia diventata un lavoro.
I volti nuovi. Tante le new entry fra i relatori, iniziamo con Tomaso Trussardi. L’imprenditore, a capo dell’omonima Casa di moda e noto collezionista, partendo dalla sua passione per le youngtimer ha introdotto il concetto di restomod: "La sostanziale differenza tra tuning e restomod sta nella filologia. Le modifiche partono dalla conoscenza del modello e, senza snaturarne l’identità, ne esaltano le caratteristiche”. Per spiegare meglio quanto detto, Trussardi ha presentato ai partecipanti la sua speciale Alfa Romeo Giulia preparata da Alfaholics, dando pure un’anticipazione del prossimo progetto, sviluppato in collaborazione con Maserati e Dallara su base 3200 GT. Un’auto spettacolare di cui vi parleremo prossimamente.
Nel ricco parterre di esperti, anche Himara Bottini che ha collaborato attivamente con la redazione di Ruoteclassiche: giornalista e titolare della Carrozzeria Bottini, dopo alcuni cenni storici sull’attività di famiglia (attiva dal 1946), ha ripreso il discorso sulle classiche di domani: “Il fenomeno youngtimer è di tipo generazionale in quanto riguarda principalmente una fascia ben precisa di appassionati, quella cresciuta tra gli anni 80 e i 2000”. E prosegue: “Considerata la loro fruibilità quotidiana, si sta creando un mercato a sé, non solo per quel che riguarda la vendita ma pure l’assistenza e la creazione di eventi e riviste dedicate. Ruoteclassiche ha colto questo umore dando vita a Youngtimer Magazine”. Entrando nel vivo dei processi di restauro o ripristino, Bottini ha presentato alcuni interventi effettuati su vetture come la Ford Sierra Cosworth, la Volkswagen Golf GTI MK 1, la Peugeot 205 CTI e la Porsche 911 (996).
Gli specialisti. Durante il quinto Master Restauratori Auto d’Epoca sono intervenuti diversi esperti di “materie specifiche”, come Roberto Bellero che nel suo primo intervento ha presentato il restauro di una Fiat 600D terza serie, mettendo in guardia i partecipanti sulle varie problematiche che possono insorgere approcciandosi ai lavori. Sul tema operativo e su tutte le difficoltà riscontrabili durante le lavorazioni è tornato Andrea Lopane, un altro esponente dell’alta Carrozzeria lombarda. Dall’officina di Cormano (Mi), il restauratore ha avuto un intenso dibattito con i partecipanti, sottolineando l’importanza della formazione nell’ambito professionale e dei tempi necessari per raggiungere un livello di preparazione adeguato. E così, tra le Alfa Romeo 1900 C Sprint, Giulietta Spider e un paio di Lamborghini, Urraco e Islero, il focus è passato sulle cinque fasi del restauro: ricostruzione storica dell’esemplare, smontaggio, interventi mirati, verniciatura, rimontaggio.
Una nuova dimensione. Marcello Mereu è tra le new entry del master 2021, l’haute detailer ha raccontato dei suoi trascorsi nel mondo della moda e di come abbia virato su questa branca, molto specifica, della cura dell’auto: una disciplina che porta avanti da sei anni, capace di evolversi ed espandersi rapidamente.
Vera e propria celebrità del web, Mereu sotto l’egida di Garage Italia è riuscito a tramutare un interesse (quello della cura per l’auto) imponendosi rapidamente come uno dei leader del settore. Competenza innanzitutto, ma anche lo stile e simpatia hanno contribuito a renderlo un personaggio amatissimo nel panorama automobilistico e non solo.
Enti e federazioni. Carlo Giuliani, Consigliere federale dell'Asi e Commissario tecnico del Fiat 500 Club Italia, ha intrapreso un excursus sul vasto mondo delle Fiat 500 e sui passaggi chiave nell’evoluzione del Cinquino. Giuliani, inoltre, ha fatto chiarezza su alcuni dei problemi più comuni che affliggono le mitiche supermini di Casa Fiat.
il Dott. Luca Monti della Commissione Auto Storiche Aci Sport è intervenuto per affrontare il tema delle gare per auto d’epoca. Ripercorrendo le tappe fondamentali della storia dell’Automobile Club d’Italia, Monti ha esplicato le attività di Aci Sport (Federazione del CONI per l’automobilismo sportivo), le diverse tipologie di competizioni, ponendo l’accento sulle gare di regolarità, oltre alle licenze necessarie e i regolamenti.
Un patrimonio da preservare. Negli ultimi anni, le case automobilistiche hanno iniziato a dare risalto alla loro grande eredità motoristica. Ci raccontano il loro approccio due delle più famose aziende produttrici di auto sportive, nonché le più vincenti nella storia delle competizioni: Ferrari e Porsche.
In rappresentanza del Cavallino rampante ha preso la parola Andrea Modena del Dipartimento Ferrari Classiche, operante nella preservazione e certificazione del patrimonio circolante. Come spiega Modena: “Uso il termine patrimonio perché sintetizza il lavoro di migliaia di persone e rende omaggio al genio visionario di Enzo Ferrari. Per questo motivo è fondamentale per noi certificare le vetture ‘autentiche’ ovvero come sono state pensate e realizzate prima di uscire da Maranello”. In tal senso, continua Modena, è preziosissimo il contributo dell’Archivio Ferrari che raccoglie le schede, le distinte e i disegni tecnici di tutti i modelli dal 1947 a oggi.
Le iniziative di Stellantis. Lo stesso principio ritorna nelle parole di Gianfranco Gentille (Heritage Global Marketing and Communication Manager Stellantis) che ha presentando le attività di restauro, certificazione e documentazione storica del gruppo Stellantis spiegando il concetto di “Heritage”, il termine inglese racchiude in sé eredità, patrimonio e cultura. Tutti sotto lo stesso tetto per creare un ponte culturale tra passato e futuro. Un’idea sintetizzata da Gentile in questi termini: “Per ricordarci chi siamo bisogna guardare indietro, un atto necessario anche per immaginare ed inventare il nostro futuro”.
Nella costellazione Stellantis, uno dei brand più luminosi è sicuramente Alfa Romeo. Un marchio amatissimo in tutto il mondo, raccontato da Lorenzo Ardizio, Curatore del Museo Storico Alfa Romeo di Arese partendo proprio dai mutamenti nell’organizzazione interna del museo. Ardizio ha affascinato i corsisti indicando come si è evoluto l’approccio al restauro, oltre a tante curiosità inedite sulle vetture del Biscione e sui pezzi principali della Collezione Alfa Romeo.
Porsche Classic. Nicola Reguzzoni e Pietro Sesini del Dipartimento Porsche Classic del Centro Porsche Milano Est a ripercorrono invece la genesi del team altamente specializzato che, dal 2015, assiste i clienti proprietari di vetture storiche. Reguzzoni dichiara: “Il Progetto Classic è un fiore all’occhiello dell’offerta Porsche. Si tratta di una divisione separata della rete vendita e assistenza che spesso collabora con gli ex dipendenti, nessuno meglio di loro conosce bene la storia e i segreti delle nostre vetture”. Gli fa eco Sesini: “Abbiamo imparato tanto anche dai clienti, la vera forza del marchio. Una platea appassionata e molto competente”.
Oltre ai servizi di manutenzione ordinaria, il Dipartimento Classic è in grado di far fronte a diverse richieste per la fornitura di parti di ricambio a partire dagli stampi originali, senza contare il sistema di certificazione “Certificato Tecnico Porsche Classic” e la “Scuderia Porsche Classic” che accompagna alcuni clienti durante le gare di regolarità. L’intenso intervento sul mondo dei modelli vintage è proseguita con l’analisi storica e tecnica di un’auto che inizia a destare un grande interesse tra gli appassionati delle youngtimer: la Boxster, un’affascinante roadster che proprio quest’anno ha compiuto 25 anni.
Ritorno all’autenticità. Paolo Mazzetti, Chairman del Registro 1000 Miglia è intervenuto con una lezione per molti illuminante, in cui, oltre a esporre le tappe principali nela storia della “Corsa più bella del mondo”, ha spiegato come funzionano i coefficienti: ovvero il metro di valutazione applicato per equilibrare i piazzamenti, considerando fattori come la facilità di guida e l’affidabilità delle vetture a parità di categoria. Mazzetti, inoltre, ha presentato il Registro Storico 1000 Miglia, il braccio armato di 1000 Miglia Srl creato in collaborazione con Aci Storico e FIVA (Fédération Internationale des Véhicules Anciens) per garantire la piena originalità delle vetture partecipanti. Un sistema di valutazione che, riallacciandosi alla Classificazione Europea della Conservazione, è mirato a disincentivare la creazione dei cosiddetti “falsi storici”.
Largo ai giovani. Generalmente, parlando di auto storiche e collezionismo ci si aspetta di parlare con persone di una certa età, a scardinare questo “pregiudizio” c’è in primis Duccio Lopresto: il giudice di concorsi d’eleganza più giovane al mondo. Intervenuto in rappresentanza di TCCT (The Classic Car Trust), Lopresto ha offerto una panoramica completa sui protagonisti e le vetture del gotha del collezionismo.
Sul fronte degli interventi pratici, ritroviamo Andrea Agnoletto del CNA di Padova, monumento vivente alla nobile arte del battilastra. Durante il suo intervento ha mostrato come modellare il parafango di una Fiat 500 con pochi attrezzi e una cassetta piena di terra. Il pezzo è stato inviato a Francesco Camarda, uno dei partecipanti più giovani ma anche quello che si è distinto maggiormente per passione e preparazione.
Due anni fa, Alessandro Talarico è stato un corsista del terzo Master Restauratori Auto d’Epoca, lo ritroviamo adesso in veste di relatore. Dall’officina BMW Classic Roma, con la sua grande competenza e una verve incontenibile, ha spiegato la messa in fase di un motore BMW e alcuni interventi di ripristino su alcune auto inglesi come l’Austin Healey 3000 MKIII e la Jaguar MKII.
Eccellenze italiane. Parlando di restauro, la scelta del materiale giusto è determinante per la perfetta riuscita di qualsiasi intervento. Per quanto riguarda i rivestimenti interni è intervenuto Paolo Foglizzo, presentando i diversi tipi di pellami prodotti dalla Foglizzo, una società d’eccellenza che nel 2021 ha festeggiato il suo primo secolo di attività. Altra realtà torinese e di grande prestigio è la Trinchero&Rubberfill di Matteo Trinchero, il quale ha spiegato a sua volta come avvengono le lavorazioni e quali sono gli “scogli” relativi al rifacimento delle capote delle auto con tetto apribile. Non sono mancati neppure due grandi nomi della carrozzeria milanese: Touring Superleggera e Zagato, rappresentate da Andrea Dragoni e Paolo Di Taranto che hanno illustrato la storia e l’approccio progettuale delle due aziende, tutt’oggi specializzate nello sviluppo e produzione di vetture fuoriserie di altissimo livello per i top player del settore auto.
Parlando di pezzi unici non si può fare a meno di citare Corrado Lopresto, il più importante collezionista italiano di auto d’epoca e fra i più rinomati al mondo. Lopresto ha raccontato come è nata la sua collezione, accompagnata da una serie di aneddoti straordinari legati alle sue vetture, tutte caratterizzate dall’unicità. Auto così preziose richiedono cure speciali, come ha spiegato Francesco Panzeri di R.P.M. Logistic e Carcierge, società di servizi specializzata in logistica e pratiche per l’import export di vetture di grande valore.
Le intoccabili. Avvincente pure la lezione di Chiara Armigliato e Davide Lorenzone del Centro di Restauro del Mauto (Museo Nazionale dell’Automobile) di Torino. Partendo da modelli di inizio ‘900, come la Itala Pechino-Parigi e la Fiat 120 H.P. del 1907, hanno raccontato alcune delle procedure minuziose, in alcuni casi derivanti dalla conservazione delle opere d’arte, spiega Armigliato, necessarie per il ripristino dei materiali. Su modelli così anziani, ogni intervento come pure la messa in moto è un’impresa. “E non da tutti” prosegue Lorenzone: “Non bastava girare una chiave per avviare il motore, ci volevano almeno 15-20 minuti prima di partire. Con oltre un secolo alle spalle, l’accensione stessa dev’essere ponderata. Molte auto non vengono accese, come la Maserati 26B e l’Alfa Romeo P2 o Fiat 3 ½ H.P. del 1899, in quanto sono giunte al Museo in condizioni di straordinaria originalità”. E continua: “Ad ogni accensione dovrebbe seguire un intervento di manutenzione che andrebbe a comprometterne progressivamente l’originalità, per questo viene operata una manutenzione statica a vettura ferma”.
Dulcis in fundo. Non potevamo che concludere in bellezza, con Gaetano Derosa (Vice Caporedattore di Ruoteclassiche) in collegamento con il castello di Panzano per l’appassionante intervento di Massimiliano Stancari, nipote del collezionista Mario Righini. Al termine delle lezioni, le immagini dal Castello di Panzano costituiscono l’atteso “Gran Finale”. Al centro, come sempre, le Alfa Romeo: dalle 6C anni 30, in varie cilindrate e carrozzerie, alla 6C 2500 SS Villa d’Este del 1950, oltre alle sportive Giulietta SZ e Giulia TZ2, due splendidi esempi dell’estro Zagato prestato alle competizioni. Tra le tante vetture che scorrono sullo schermo durante la diretta, pure le Ferrari ricoprono un ruolo di primo piano e così vediamo la 365 GTB/4 Daytona, la 308 GTS e una magnifica 275 GTB. Tra i gioielli più preziosi, c’è la spettacolare Auto Avio Costruzioni 815: il primo atto dell’avventura del Drake come costruttore. L’auto, sviluppata nel 1940, non poté utilizzare il nome “Ferrari” in quanto la Scuderia Ferrari era ancora sotto contratto con l’Alfa Romeo.
Altre due vetture dalla storia strabiliante sono poi la Cisitalia D46 e l’Alfa Romeo 8C 2300 Monza, entrambe auto con cui gareggiò il leggendario Tazio Nuvolari e, nel caso della 8C, una delle primissime vetture della Scuderia Ferrari.
Ci vediamo l’anno prossimo! Con l’emozione visibile negli occhi di tutti si è concluso anche il quinto master e non resta che darci appuntamento all’anno venturo. La Coordinatrice Marta Masala si è detta emozionata per la bella esperienza: “Pur essendo una neofita rimango estasiata ascoltando questi racconti. Con il master si è ridestato il mio interesse per le auto e, probabilmente, la mia prossima auto sarà una Panda. Una di quelle storiche, s’intende”.