A parte i locali, che lo fanno coincidere con il nome del club che lo organizza, e per i quali è familiarmente "il Crame", tutti gli altri - i moltissimi che vengono da fuori, Giappone compreso - continuano a chiamarlo mercatino. E quell’"ino", per una mostra scambio che si dipana sui due lati dei quasi cinque chilometri di un autodromo più il paddock più i box, è, minimo minimo, inadeguato.
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